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Quale lavoro e quale comunità a partire da domani?

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Quale lavoro e quale comunità a partire da domani?

Il richiamo del Nostro Vescovo Mons. Michele Tomasi al “Non ci salviamo da soli” mai come in questo momento rinnova la ragion d’essere delle Acli, un’organizzazione come la nostra che fonda la propria essenza nella dimensione collettiva e plurale a tutela del lavoro e dei diritti di chi lavora. In un passato abbastanza recente è capitato molto spesso di ripeterci tra aclisti che “in fin dei conti le Acli sono lo specchio della società in cui viviamo” con tutte le rispettive miserie e gioie.

Confesso che questa considerazione suonava come la magra consolazione alla frustrazione percepita da alcuni di noi incapaci di avviare reali cambiamenti di paradigma e, quel che è peggio, incapaci di riuscire ad immaginare possibili percorsi innovativi. Tradiva un po’ di spirito di rassegnazione. Oggi il nostro essere “specchio della società in cui viviamo” assume una connotazione completamente diversa, il cambiamento è imposto da un evento imprevisto e dirompente che ci ha richiesto di fermarci, distanziarci e ripensare il modo con cui ci relazioniamo con gli altri, per proteggerci e per proteggere. Ecco allora come un’esperienza collettiva come quella associativa può rappresentare un piccolo laboratorio di sperimentazione, all’interno del quale si cerca di validare le proprie azioni in tempo di pandemia e in vista di una imminente (auspichiamo) fase 2. Anche nel nostro lo caso lo si fa solo procedendo per cerchi concentrici, un po’ come fa la comunità scientifica.

Ci siamo chiesti come riuscire a garantire continuità operativa alle persone che lavorano con noi, rispettando i vincoli normativi senza però rinunciare a progettare con una prospettiva futura. Ancora, ci siamo chiesti come riuscire a mantenere una relazione di vicinanza con i nostri associati e utenti dei servizi, ben consapevoli del fatto che siamo un’organizzazione adulta e che molta parte della nostra gente non ha dimestichezza con gli strumenti informatici. E in fine ci siamo ripetuti senza stancarci mai, che non vogliamo rinunciare alla possibilità di svolgere il nostro grande compito : la promozione sociale della persona.

Stiamo procedendo per cerchi concentrici a partire da Noi delle Acli per arrivare a quel Tutti Noi comunità che ci permetterà di salvarci.

Quali sono le caratteristiche di questo nuovo modo di operare? La condivisione, la competenza e la creatività. Decidere in gruppo e in condivisione è difficile, tanto più se si tratta di un gruppo con competenze eterogenee, talvolta rallenta i processi decisionali e soprattutto presuppone un cambiamento di abitudini a cui è umano reagire con una buona dose di resistenza. Tuttavia, di fronte ad uno scenario che muta in continuazione con contorni poco chiari, l’unico approccio possibile è mettere a frutto i saperi (la competenza) per elaborare il maggior numero di ipotesi immaginabili (la creatività) per arrivare ad una sintesi che ci convinca (la condivisione) ed esprima in chiave innovativa gli stessi valori fondanti del nostro agire, anche e soprattutto in periodo di crisi.

E qui veniamo al senso profondo del lavoro, qualunque sarà la modalità attraverso cui si esprimerà in futuro, non possiamo scordare che il lavoro è espressione di sé, il lavoro è socialità, il lavoro è creatività tutti questi elementi considerati assieme contribuiscono a creare comunità.

Le Acli, il terzo settore, gli imprenditori, i datori di lavoro, i lavoratori e la comunità tutta hanno una grande responsabilità: tutelare il lavoro nella sua accezione più ampia. Lo si è fatto ieri con il lock down, continueremo a farlo oggi utilizzando i DPI (dispositivi di protezione individuale) e attraverso il ricorso agli ammortizzatori sociali, ma tutto ciò non avrà alcun senso se non avremo il coraggio di pensare al lavoro che vogliamo a partire da domani. Un lavoro che contribuisca a costruire comunità sane ed accoglienti, che restituisca dignità a coloro i quali è stata sottratta che si prenda cura del creato e delle proprie creature.

 

    Emergenza Covid e lavoro domestico. Precisazioni

    Emergenza Covid e lavoro domestico. Precisazioni

    In queste ultime settimane l’Ufficio Lavoro domestico di Acli Service Treviso srl ha raccolto i quesiti più frequenti posti dalle famiglie in questa situazione di emergenza sanitaria. Riportiamo di seguito le informazioni date.

    I lavoratori domestici possono lavorare in questo momento?
    Colf, badanti e baby sitter possono continuare a svolgere la loro attività per comprovate esigenze di lavoro. Se richiesto dalle autorità di Pubblica Sicurezza dovranno certificare il proprio spostamento mediante la compilazione dell’apposito modulo: tra i dati richiesti anche le generalità del datore di lavoro ed il telefono, passibili quindi di successiva verifica. Per ulteriori informazioni si consiglia di contattare le autorità di Pubblica Sicurezza territorialmente competente.

    Come vengono considerate le assenze?
    Se l’attività lavorativa viene sospesa le opzioni pratiche per gestire l’assenza sono tre: mettere in ferie il lavoratore (qualora il domestico non le abbia maturate si possono anche anticipare); concordare con accordo scritto un periodo di aspettativa non retribuita; procedere con la risoluzione del rapporto di lavoro (ovviamente nel rispetto degli obblighi di preavviso e liquidando il Tfr). Nel periodo di assenza non retribuita il datore potrà anticipare una parte del TFR maturato al dipendente.

    Come considerare i giorni di riposo per i lavoratori con contratti in convivenza?
    I lavoratori domestici con contratti in regime di convivenza che, nei giorni di riposo stabiliti al momento dell’assunzione, sono stati impossibilitati ad uscire in base ai decreti ministeriali per contrastare la diffusione del Covid 19, qualora avessero prestato servizio, saranno retribuiti conteggiando le ore lavorate come straordinarie; se invece hanno goduto comunque del riposo in casa, non si profila alcuna retribuzione aggiuntiva.

    Anche per colf, badanti e baby sitter vige il blocco dei licenziamenti?
    La nuova misura NON si applica al settore domestico! Le famiglie che vorranno interrompere il rapporto di lavoro potranno continuare a farlo anche in queste settimane di emergenza coronavirus. I lavoratori, se in possesso dei requisiti, potranno richiedere la Naspi (il cui termine ordinario di 68 giorni decorrente dalla data di cessazione del rapporto di lavoro è stato portato a 128 giorni in base al decreto Cura Italia).

    E’ prevista la Cassa Integrazione?
    Per i lavoratori domestici non è stata prevista la cassa integrazione in deroga: il settore è stato infatti espressamente escluso dall’art. 22 del Decreto Legge ‘Cura Italia’. Sarà nostra cura informarvi qualora si aprisse tale possibilità.

    E’ previsto il congedo parentale o il bonus baby sitter?
    Per i lavoratori domestici non è previsto il congedo parentale e neppure la possibilità di accedere al bonus baby sitter (in base a quanto chiarito dall’Inps con il Messaggio 1281 del 20 Marzo 2020).

    Colf e badanti hanno diritto al premio dei 100 euro?
    Anche colf, badanti e baby sitter che hanno continuato a lavorare nel mese di marzo dovrebbero avere diritto al Premio da 100 euro, eventualmente da richiedere con la presentazione della dichiarazione dei redditi. Per capire meglio il meccanismo si attendono, però, chiarimenti dal Ministero.

    Come comportarsi in caso di quarantena?
    Se il datore di lavoro (o un suo familiare) è in quarantena, il rapporto di lavoro potrà essere sospeso. Se ad essere in quarantena è il lavoratore questo periodo sarà equiparato alla malattia. Il datore di lavoro dovrà retribuire le giornate secondo quanto stabilisce il CCNL del lavoro domestico. Per le lavoratrici colpite da coronavirus un importante sostegno arriva dalla CASSACOLF riconoscendo un’indennità per i domestici iscritti: 40 euro a notte in caso di ricovero per un massimo di 50 giorni; 40 euro al giorno in caso di isolamento domiciliare per un massimo di 14 giorni comprovati da certificazione sanitaria

    Novità con il decreto Aprile che verrà emanato nei prossimi giorni:
    Con il nuovo decreto ministeriale di Aprile per il comparto del lavoro domestico si resta in attesa di chiarimenti relativi :

    1) indennità per i lavoratori domestici che hanno concordato con i datori un periodo di sospensione lavorative non retribuita, con precise modalità e condizione di accesso.

    2) norme in materia di dispositivi di protezione individuale (mascherine, guanti, gel disinfettanti, ect..) rientrando il lavoro domestico nella categoria a rischio medio.

    L’ufficio Lavoro domestico di Acli Service Treviso srl rimane a disposizione per qualsiasi chiarimento.

    Tel . 0422545226 – 04221836144

    Mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

     

      Riaprire le aziende. Intervista a Laura Vacilotto

      • Pubblicato inAcli
      Riaprire le aziende. Intervista a Laura Vacilotto

      La pandemia di Coronavirus, con il blocco di tantissime attività economiche, sta ponendo alla nostra società un interrogativo di enorme rilevanza, che vede incrociarsi in questi giorni punti di vista assai diversi ed interessi contrapposti: in quali tempi consentire la riapertura delle fabbriche e la ripresa delle attività nei diversi settori, dal manifatturiero alle attività commerciali, dall’artigianato al turismo?

      Ecco l'intervista di Franco Pozzobon, giornalista del settimanale diocesano L'azione a Laura Vacilotto, presidente provinciale delle Acli di Treviso.

      “È un interrogativo certamente difficile. Noi come Acli siamo chiaramente per la piena tutela dei lavoratori e della loro salute.
      In queste settimane riceviamo tutti i giorni tantissime telefonate e mail che chiedono rassicurazioni dal  punto di vista normativo sui bonus, i congedi parentali… Si percepiscono timori ed un disagio che fanno prevedere presto una crisi economica preoccupante.
      Quello della sicurezza nel riaprire le attività è un problema che ci poniamo anche come datori di lavoro, poiché nei vari servizi del Sistema Acli abbiamo una cinquantina di dipendenti, a cui si aggiungono una ventina di “stagionali” per la compilazione dei 730.
      Ritengo una bella cosa la scelta del Governo di creare una “task force” che studi le modalità per la ripartenza nei diversi settori delle attività sociali, economiche e produttive. Spero che venga ripensata l’organizzazione del lavoro, perché non è solo una questione di dotare i lavoratori di dispositivi di sicurezza:  mascherine, guanti, pareti divisorie, ecc.
      Invece, ad esempio, c’è da considerare anche l’aspetto piscologico che non è secondario, perché occorre capire il timore che può esserci quando ci si ritrova con tante altre persone. Pensiamo ai nostri sportelli solitamente con decine di persone in attesa come anche in tanti uffici pubblici; oppure pensiamo alle attività ed esercizi commerciali.
      Occorre ragionare su una cultura ed organizzazione del lavoro che è una cosa ben più complessa, tenendo presenti tutte le diverse esigenze che devono essere contemperate”.

      Quali potrebbero essere alcuni criteri per valutare la riapertura dei luoghi di lavoro?
      “Innanzitutto la prudenza ed anche l’onestà nell’analisi della diverse situazioni. Credo che in ogni realtà datoriale, anche la più piccola, si possa capire cosa è prioritario o meno, riorganizzando il lavoro anche secondo le esigenze  attuali.
      Secondo me, quindi, occorre considerare i datori dei lavoro degli alleati, renderli protagonisti di un percorso di tutela che parte dalla singola attività produttiva, mettendo loro a disposizione anche delle risorse. Nelle grandi aziende magari è più facile, mentre nelle piccole aziende artigianali con pochissimi dipendenti dove “tutti fanno tutto” è più difficile. Avere un aiuto concreto all’interno del sistema può essere decisivo, dal piccolo per arrivare al grande. Investire per rendere più sicuri i luoghi di lavoro anche per il futuro può essere utile anche in seguito”.

      Anche dal punto di vista sociale quale situazione è da prevedere?
      “Con la Caritas e con altre associazioni ed enti ci stiamo confrontando su quello che accadrà nei prossimi mesi. La previsione è che ci sarà un impatto economico notevole per tanti. Se alcune categorie di persone – i lavoratori con reddito basso, le persone con basso livello di scolarizzazione, le famiglie straniere, ecc. - passeranno dalla povertà relativa alla povertà assoluta, avremo anche categorie coinvolte: certi liberi professionisti, gestori di piccoli esercizi, piccoli artigiani. Anche perché non sono abituati a chiedere... Questa è la terra del “far da sé”.

      Nei giorni scorsi Papa Francesco nell’omelia della messa a Santa Marta ha affermato che, in questa situazione, siamo chiamati a scegliere tra il bene della gente e il dio denaro. Secondo lei, quando si supererà l’emergenza sanitaria si tornerà come prima o ci sarà un cambiamento vero?
      “Io spererei che questa fosse la molla per un cambiamento vero, per una revisione di questo sistema economico in cui non contino solo le regole del mercato. Anche perché è prevedibile che verremo continuamente sollecitati da nuove problematiche ed emergenze.
      Come dicevo, conto davvero su quel che potrà fare questa “task force” formata da esperti che ragionano sul benessere sociale, anche in termini di coesione, di comunità”.

      Franco Pozzebon

        5X1000: un piccolo gesto che moltiplica la solidarietà

        • Pubblicato inAcli
        5X1000: un piccolo gesto che moltiplica la solidarietà

        "Se vuoi andare veloce corri da solo, ma se vuoi andare lontano corri insieme ad altri".

        Facciamo nostro questo proverbio africano per dire in una immagine il senso del 5x1000 alle Acli di Treviso.

        Nel nostro sito ci sono i numeri dei progetti sostenuti, le rendicontazioni sociali: corsi, incontri, servizi, accompagnamenti individualizzati, tirocini di inserimento lavorativo....

        In aiuto a disoccupati, persone in difficoltà, anziani soli, famiglie povere.

        A sostegno dell'ambiente, della pace, della legalità.

        Per promuovere momenti culturali, di approfondimento, di riflessione.

        SOSTIENI I PROGETTI DELLE ACLI DI TREVISO

        Destina il 5x1000 della tua dichiarazione dei redditi alle ACLI PROVINCIALI DI TREVISO APS

        CODICE FISCALE 80015220264

        PERCHE' NESSUNO RESTI ESCLUSO

        #nessunoescluso #aclitreviso #incontinuomovimento

        Il 5x1000 non rappresenta per il soggetto alcun costo aggiuntivo. Anche se non si presenta la dichiarazione dei redditi si può comunque chiedere la scheda integrativa e consegnarla in busta chiusa al commercialista o al Caf di fiducia.

          Lavoro: colf e badanti escluse dagli ammortizzatori

          Lavoro: colf e badanti escluse dagli ammortizzatori

          C’è una categoria di lavoratori che è stata esplicitamente esclusa, nel decreto Cura Italia, dagli ammortizzatori sociali in deroga in caso di sospensione del rapporto di lavoro: i lavoratori domestici colf e le badanti.

          E neppure per i datori di lavoro – che poi sono singoli o famiglie o familiari di persone che hanno necessità di accompagnamento e assistenza – è stata prevista una qualche forma di aiuto economico per far fronte ad una voce di spesa che diventa più pesante nel caso di riduzione del reddito ad esempio per cassa integrazione.

          Il governo, messo sotto pressione da sindacati e associazioni, ha promesso di rimediare nel prossimo decreto, ma ancora non si sa come.

          Per il momento l’unica misura adottata è lo slittamento del pagamento dei contributi.

          Ne parliamo in un ampio articolo nell’Azione di domenica 19 aprile.

            Fare il 730 al Caf Acli è facile. Ecco come!

            • Pubblicato inCAF
            Fare il 730 al Caf Acli è facile. Ecco come!

            Tempo di Dichiarazione dei redditi. Il nostro ufficio Caf è OPERATIVO con l'ASSISTENZA FISCALE a distanza. Abbiamo infatti attivato una procedura sicura per gestire il Modello 730 "a distanza" e consentire a chi si affida a noi di trasmetterci la documentazione necessaria senza spostarsi da casa in questo periodo di emergenza dovuta al virus Covid - 19.

            La procedura è semplice:

            1. per prima cosa bisogna accedere a www.mycaf.ita questo indirizzo: https://areapersonale.mycaf.it/myCAF20. My Caf è, di fatto, il Caf Acli online.

            2. con pochi clic ci si iscrive per richiedere l'assistenza fiscale a distanza.

            3. va poi compilata la "Scheda dichiarante 730" (scaricabile a questo link >>>) che poi sarà da caricare sulla piattaforma di My Caf insieme agli altri documenti.

            4. successivamente è possibile caricare tutti i documenti necessari per il Modello 730 direttamente nell'area riservata ad ogni cliente iscritto a My caf cliccando su "Il mio caf online".

            4. il cliente sarà cosi  assistito da un consulente fiscale espertoche redigerà la Dichiarazione dei redditi e comunicherà poi la modalità di ritiro una volta cessata l'attuale situazione emergenziale.

            Per qualsiasi informazione e dettaglio rispondiamo al numero di  telefono 0422 1836144 dal lunedi al venerdi dalle ore 8.30 alle ore 12.30 e dalle ore 14.30 alle ore 18.30.
            E' possibile inoltre mandare una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. a cui rispondiamo tempestivamente.

             

              Caf Acli - 730: Persone, non numeri

              • Pubblicato inCAF
              Caf Acli - 730: Persone, non numeri

              La campagna fiscale 2020 è ormai alle porte: si studiano le novità, ma con tutto quello che sta accadendo intorno a noi è difficile stare al passo.

              Quali date segnare in agenda?

              • 30 aprile 2020: nuova scadenza per la presentazione della CU 2020. Il Decreto Legge n.23 dell’8 aprile 2020, meglio conosciuto come Decreto Liquidità, con l’art.22, ha infatti prorogato ulteriormente la data ultima per la trasmissione dei dati in possesso del sostituto d’imposta ai sistemi telematici dell’Agenzia delle entrate e la successiva consegna del modello sintetico al lavoratore dipendente, senza sanzioni se viene rispettato questo nuovo termine;
              • 5 maggio 2020: era la data che il Decreto Legge n. 9 del 2 marzo 2020 aveva fissato per la messa a disposizione dei dati del 730 e del Modello Redditi precompilato 2020 da parte dell’Agenzia delle entrate, ma potrebbe slittare;
              • 30 settembre 2020: il termine ultimo di presentazione del 730/2020, anno d’imposta 2019.

                Aggiornamento dall'Inps: Indennità COVID -19

                Aggiornamento dall'Inps: Indennità COVID -19

                La direzione regionale INPS Veneto comunica che è quasi ultimata l’attività di pagamento delle indennità “COVID-19”.

                Le domande pervenute sono complessivamente 320.489. Di queste 197.788 sono già state messe in pagamento. 46.260 sono fase di verifica IBAN Il totale definite, quindi, è di 244.648, pari al 76%.

                Le province più popolose hanno fatto finora registrare un numero di domande pervenute di oltre 50.000 unità ciascuna, Rovigo poco più di 17.507, Belluno 12.558. Di seguito il prospetto analitico che confronta domande pervenute con domande poste in pagamento.

                Provincia

                Domande

                pervenute

                Domande pagate

                Belluno

                12.558

                10.145

                Padova

                59.724

                46.880

                Rovigo

                17.507

                13.827

                Treviso

                53.464

                41.441

                Venezia

                59.532

                41.725

                Verona

                67.202

                50.435

                Vicenza

                50.502

                40.125

                Veneto

                320.489

                244.648

                CASSA INTEGRAZIONE ORDINARIA

                Relativamente alla Cassa Integrazione Ordinaria, risultano pervenute in Veneto complessivamente 14.706 domande. Di queste ne sono state processate 5.061, pari al 34,4%. Considerato che tecnicamente è possibile lavorarle solo da giovedì scorso, è un dato incoraggiante perché ottenuto in pochi giorni e frutto dell’impegno dei dipendenti durante i giorni delle festività Pasquali.

                In particolare la sede provinciale di Treviso ha autorizzato oltre 3000 cigo e quella di Belluno 580.

                Per le domande per le quali le aziende hanno preferito optare per il pagamento diretto all’Istituto, anziché il consueto meccanismo dell’anticipo e del successivo conguaglio contributivo, i pagamenti ai beneficiari sono disposti non appena pervengono i modelli SR41 da parte delle aziende e degli intermediari.

                Tali modelli, si ricorda, si sostanziano in un invio telematico dei dati utili alla liquidazione della prestazione e all’accredito della contribuzione figurativa. Grazie alla consueta e preziosa collaborazione degli intermediari, è già iniziata l’attività di ricezione e liquidazione anche dei suddetti modelli.

                Al fine di accelerare la definizione delle numerose istanze, presso le direzioni provinciali e la sede regionale sono state costituite delle task force di funzionari che, in aggiunta alle attività ordinarie facenti capo all’INPS, sono dedicati alle attività riconducibili alle prestazioni introdotte dal Decreto “Cura Italia”. Sarà nostra cura aggiornare quotidianamente i cittadini sull’andamento delle lavorazioni e sul completamento dei pagamenti.

                  Dopo la sanificazione, la riorganizzazione degli spazi d'ufficio

                  • Pubblicato inAcli
                  Dopo la sanificazione, la riorganizzazione degli spazi d'ufficio

                  Prosegue la nostra attività per adeguare gli ambienti degli uffici Acli e metterci nelle condizioni di poter riaprire quanto prima al pubblico in totale sicurezza.

                  Dopo la sanificazione, in questi giorni sono stati installati tutti gli schermi protettitivi da scrivania per offrire garanzia di protezione e salute ai dipendenti e agli utenti dei nostri servizi.

                  Nei prossimi giorni approfondiremo i protocolli operativi di accesso.

                  Intanto, continuiamo a rispondere al telefono e alle mail di chi ci contatta per informazioni e per le pratiche.

                  **************************************************

                  I riferimento sono: numero unico 0422 1836144

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                  Patronato: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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                  per ogni altra informazione Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

                    A partire da noi. #distantimavicini: le Acli a sostegno di 10 famiglie

                    • Pubblicato inAcli
                    A partire da noi. #distantimavicini: le Acli a sostegno di 10 famiglie

                    Il Coronavirus non ferma la solidarietà.

                    Ripartiamo da noi stessi, consapevoli che fare parte di una associazione di promozione sociale rappresenta oggi un valore aggiunto importante da custodire ed anzi rivitalizzare con creatività.
                    Lo facciamo sostenendo in questi mesi di emergenza 10 famiglie in situazione di vulnerabilità, con diverse forme di autotassa o partecipazione da parte di tutti noi, per mettere un segno tangibile di attenzione e solidarietà.

                    "In questo tempo di Coronavirus aumentano le persone a rischio di povertà o, peggio, che ci finiscono dentro - ha ribadito Laura Vacilotto, presidente provinciale Acli presentando la proposta a tutti i dipendenti del sistema nella video call di mercoledì 8 aprile -. E’ prima di tutto un “dato” esperienziale quello che emerge dal confronto tra Acli e altre realtà, Caritas e Sant’Egidio soprattutto, con cui da anni collaboriamo. Ma è anche esperienza che molti di noi toccano con mano, attraverso le persone conosciute a sportello, nei progetti di inclusione, oppure nelle reti di relazioni che abitiamo, seppur ora nella distanza".

                    Consapevoli di questo le Acli di Treviso, dunque, hanno stabilito di coinvolgersi in prima persona nel sostegno a situazioni di fragilità.
                    "L’obiettivo che ci diamo, data la situazione, è di sostenere 10 famiglie nella provincia di Treviso almeno per questi mesi in cui tutti i servizi si stanno riorganizzando, con generi alimentari o altri beni di tipo “essenziale”. Consapevoli che 10 è un numero oltremodo esile, considerata l’emergenza in atto, come Acli ci poniamo l’obiettivo di far emergere, sostenere e valorizzare la nostra capacità solidale e la prossimità, senza sovrapporci agli altri servizi ed organizzazioni del territorio che si stanno prodigando per aiutare chi è in condizioni di povertà".

                    Il valore aggiunto di questa opera segno è rappresentato dalla volontà di attivare il Sistema Acli di Treviso nel suo insieme.
                    "Chi lo desidera potrà scegliere tra diverse opzioni, anche aggiungendone in base alla propria disponibilità: segnalare una situazione perché venga accolta;donare generi alimentari e/o di prima necessità che riterranno utili per una famiglia; promuovere una forma di autotassa o destinare un contributo; svolgere il servizio di distribuzione (previa consegna da parte della presidente di autorizzazione); mettere a disposizione delle competenze, far realizzare ai bambini dei disegni per altri bambini…".

                    "Sono convinta - ha concluso Laura Vacilotto - che per la nostra associazione e per tutti noi possa essere davvero importante mettere un segno visibile tangibile di prossimità e di cura verso il prossimo, quel prossimo che sicuramente abbiamo già conosciuto nel nostro lavoro quotidiano".

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                      Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

                      Giorgio La Pira