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Al via il progetto "Non di solo pane vive l'uomo"

    Al via il progetto "Non di solo pane vive l'uomo"

    10 inserimenti socio lavorativi per persone senza fissa dimora o in grave stato di marginalità

    “NON DI SOLO PANE VIVE L’UOMO”

    Al via un nuovo progetto targato Acli Treviso. Finanziato con il 5X1000 è realizzato con la comunità di Sant’Egidio e Confcooperative.

    Da otto a dieci percorsi di reinserimento lavorativo e sociale, con altrettanti piani di azione individuali e borse lavoro o di formazione, per persone che vivono situazioni di marginalità. E’ questo, in sintesi, il progetto che le Acli provinciali di Treviso hanno deciso di attivare con le risorse del 5X1000 e che, dopo una prima fase di progettazione, è ora ai blocchi di partenza.

    “Da tempo ci stavamo confrontando con gli amici della Comunità di Sant’Egidio per capire quali iniziative potessero essere realmente sostenibili per i senza fissa dimora che loro incontrano nelle strade della nostra città – spiega Andrea Citron, presidente provinciale Acli -. Dopo alcune “prove di dialogo” abbiamo costruito questo progetto per creare una rete di sostegno formale attorno a coloro che per diversi motivi hanno fallito i percorsi di inserimento sociale proposti dai servizi del territorio”.

    Non si tratta tuttavia, solo di possibilità di “borse lavoro” concordate con il coinvolgimento di Confcooperative Treviso, ma in modo più ampio ed integrato, di aiutare alcune persone a riattivare le proprie capacità e le proprie risorse per una vivere quotidiano dignitoso. E ciò può significare brevi percorsi formativi, l’aggancio ad alcune attività aggregative, la risoluzione di questioni legali…

    “Abbiamo pensato, in via prioritaria, a coloro che faticano a restare in dinamiche progettuali strutturate con vincoli precisi; tra le caratteristiche di innovatività di questo progetto c’è senz’altro il tentativo di realizzare una forte azione di tipo relazionale su base volontaria, che permetta un accompagnamento personalizzato, capace di innescare fiducia, motivazione e dunque costanza”. Dunque, una rete di sostegno “a maglie fitte”, che preveda attività socio-assistenziali-aggregative, di formazione e di inserimento lavorativo, dopo una attenta valutazione delle capacità di ogni destinatario. Il coinvolgimento di tre tutor, impegnati su diversi fronti e coordinati tra loro, dovrebbe garantire questa “densa” relazionalità”.

    “Quando ci è stato chiesto di entrare in paternariato su questo progetto – spiega Filippo Conte, direttore di Confcooperative Treviso - ero preoccupato nel chiedere impegni alle nostre cooperative di inserimento lavorativo che si trovano a fronteggiare tantissime emergenze occupazionali in un contesto di mercato per loro molto difficile. Siamo stati piacevolmente spiazzati quando abbiamo trovato, da parte di alcuni cooperatori, capacità di ascolto e fattiva disponibilità progettuale”. 

    “L’idea di questo progetto – ribadisce Valerio Delfino della Comunità di Sant’Egidio – è quella di costruire una rete di associazioni e soggetti che insieme possano provare a dare una prospettiva diversa a persone che sono ai margini estremi della società e quindi una risposta che vuole andare oltre la semplice assistenza di prima necessità. Per la Comunità di Sant’Egidio questo significa non smettere di sperare un futuro diverso per i poveri che incontriamo tutte le settimane. Questa azione sociale e lavorativa permette di prevenire situazioni che possono altrimenti degenerare e di favorire una condizione complessiva di maggiore sicurezza. Senza contare che ciò significa anche una minore spesa per i comuni, per mense, ricoveri notturni, a livello sanitario e di contributi”.

    Gli altri partner del progetto sono il Patronato Acli di Treviso e l’associazione di volontariato Ipsia.

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    Non di solo pane vive l’uomo

      Non di solo pane vive l’uomo

      10 inserimenti socio lavorativi per persone senza fissa dimora o in grave stato di marginalità

      “NON DI SOLO PANE VIVE L’UOMO”

      Al via un nuovo progetto targato Acli Treviso. Finanziato con il 5X1000 è realizzato con la comunità di Sant’Egidio e Confcooperative.

      Da otto a dieci percorsi di reinserimento lavorativo e sociale, con altrettanti piani di azione individuali e borse lavoro o di formazione, per persone che vivono situazioni di marginalità. E’ questo, in sintesi, il progetto che le Acli provinciali di Treviso hanno deciso di attivare con le risorse del 5X1000 e che, dopo una prima fase di progettazione, è ora ai blocchi di partenza.

      “Da tempo ci stavamo confrontando con gli amici della Comunità di Sant’Egidio per capire quali iniziative potessero essere realmente sostenibili per i senza fissa dimora che loro incontrano nelle strade della nostra città – spiega Andrea Citron, presidente provinciale Acli -. Dopo alcune “prove di dialogo” abbiamo costruito questo progetto per creare una rete di sostegno formale attorno a coloro che per diversi motivi hanno fallito i percorsi di inserimento sociale proposti dai servizi del territorio”.

      Non si tratta tuttavia, solo di possibilità di “borse lavoro” concordate con il coinvolgimento di Confcooperative Treviso, ma in modo più ampio ed integrato, di aiutare alcune persone a riattivare le proprie capacità e le proprie risorse per una vivere quotidiano dignitoso. E ciò può significare brevi percorsi formativi, l’aggancio ad alcune attività aggregative, la risoluzione di questioni legali…

      “Abbiamo pensato, in via prioritaria, a coloro che faticano a restare in dinamiche progettuali strutturate con vincoli precisi; tra le caratteristiche di innovatività di questo progetto c’è senz’altro il tentativo di realizzare una forte azione di tipo relazionale su base volontaria, che permetta un accompagnamento personalizzato, capace di innescare fiducia, motivazione e dunque costanza”. Dunque, una rete di sostegno “a maglie fitte”, che preveda attività socio-assistenziali-aggregative, di formazione e di inserimento lavorativo, dopo una attenta valutazione delle capacità di ogni destinatario. Il coinvolgimento di tre tutor, impegnati su diversi fronti e coordinati tra loro, dovrebbe garantire questa “densa” relazionalità”.

      “Quando ci è stato chiesto di entrare in paternariato su questo progetto – spiega Filippo Conte, direttore di Confcooperative Treviso - ero preoccupato nel chiedere impegni alle nostre cooperative di inserimento lavorativo che si trovano a fronteggiare tantissime emergenze occupazionali in un contesto di mercato per loro molto difficile. Siamo stati piacevolmente spiazzati quando abbiamo trovato, da parte di alcuni cooperatori, capacità di ascolto e fattiva disponibilità progettuale”. 

      “L’idea di questo progetto – ribadisce Valerio Delfino della Comunità di Sant’Egidio – è quella di costruire una rete di associazioni e soggetti che insieme possano provare a dare una prospettiva diversa a persone che sono ai margini estremi della società e quindi una risposta che vuole andare oltre la semplice assistenza di prima necessità. Per la Comunità di Sant’Egidio questo significa non smettere di sperare un futuro diverso per i poveri che incontriamo tutte le settimane. Questa azione sociale e lavorativa permette di prevenire situazioni che possono altrimenti degenerare e di favorire una condizione complessiva di maggiore sicurezza. Senza contare che ciò significa anche una minore spesa per i comuni, per mense, ricoveri notturni, a livello sanitario e di contributi”.

      Gli altri partner del progetto sono il Patronato Acli di Treviso e l’associazione di volontariato Ipsia.

       

       

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      Maggiori le pensione cessate di quelle nuove

        Maggiori le pensione cessate di quelle nuove

        Nel 2013 la spesa complessiva per prestazioni pensionistiche, pari a 272.746 milioni di euro, è aumentata dello 0,7% rispetto all’anno precedente e la sua incidenza sul Pil è cresciuta di 0,22 punti percentuali, dal 16,63% del 2012 al 16,85% del 2013.

        Le pensioni di vecchiaia assorbono oltre i due terzi (il 71,8%) della spesa pensionistica totale; seguono quelle ai superstiti (14,8%) e le pensioni assistenziali (7,9%); molto più contenuto il peso delle pensioni di invalidità (3,8%) e delle indennitarie (1,7%).

        L’importo medio annuo delle pensioni è pari a 11.695 euro, 213 euro in più rispetto al 2012 (+1,9%).

        I pensionati sono 16,4 milioni, circa 200 mila in meno rispetto al 2012; in media ognuno di essi percepisce 16.638 euro all’anno (323 euro in più del 2012) tenuto conto che, in alcuni casi, uno stesso pensionato può contare anche su più di una pensione.

        Le donne rappresentano il 52,9% dei pensionati e percepiscono assegni di importo medio pari a 13.921 euro (contro i 19.686 degli uomini); oltre la metà delle donne (50,5%) riceve meno di mille euro al mese, a fronte di circa un terzo (31,0%) degli uomini.

        Il 47,8% delle pensioni è erogato al Nord, il 20,5% nelle regioni del Centro e il restante 31,8% nel Mezzogiorno.

        I nuovi pensionati (le persone che hanno iniziato a percepire una pensione nel 2013) sono 559.634, mentre ammontano a 760.157 le persone che nel 2013 hanno smesso di esserne percettori (i cessati). Il reddito medio dei nuovi pensionati (13.152 euro) è inferiore a quello dei cessati (15.303) e a quello dei pensionati sopravviventi (16.761), coloro cioè che anche nel 2012 percepivano almeno una pensione.

        Circa un quarto (24,9%) dei pensionati ha meno di 65 anni, la metà (il 51,0%) un’età compresa tra 65 e 79 anni e il restante quarto (24,1%) ha 80 e più.

        Il 41,3% dei pensionati percepisce un reddito da pensione inferiore a 1.000 euro al mese, un ulteriore 39,4% tra 1.000 e 2.000 euro; il 13,7% percepisce tra 2000 e 3000 euro, mentre la quota di chi supera i 3.000 euro mensili è pari al 5,6% (4,3% tra 3.000 e 5.000 euro; 1,3% oltre 5.000 euro).

        I due terzi dei pensionati (67,1%) sono titolari di una sola pensione, un quarto (25,1%) ne percepisce due, mentre il 7,8% è titolare di almeno tre pensioni.

        ufficio stampa Istat

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        A Susegana messa e scambio di auguri il 17 dicembre

          A Susegana messa e scambio di auguri il 17 dicembre

          Il tradizionale appuntamento del Circolo Acli di Susegana per la santa messa e lo scambio di auguri natalizi si è tenuto mercoledì 17 dicembre alle ore 20.00 alla Cappella "Beata Giuliana" della parrocchia di Susegana. Dopo la celebrazione tutti i soci si si sono ritrovati in oratorio per il tesseramento 2015 e per un brindisi insieme.

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          Nella lettera di invito il direttivo del Circolo Acli ha riproposto l'augurio di Papa Francesco:

          "Fermiamoci davanti al Bambino di Betlemme. Lasciamo che il nostro cuore si commuova, non abbiamo paura di questo, non abbiamo paura che il nostro cuore si commuova, ne abbiamo bisogno!".

          "Il Natale ci chiama a fare gloria a Dio, perchè è buono, è fedele, è misericordioso. In questo giorno auguro a tutti di riconoscere il vero volto di Dio, il Padre che ci ha donato Gesù. Auguro a tutti di sentire che Dio è vicino, di stare alla sua presenza, di amarlo, di adorarlo. E ognuno di noi possa dare gloria a DIo soprattutto con la vita, con una vita spesa per amore suo e dei fratelli".

           

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          Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

          Giorgio La Pira