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Terre e Libertà: campi estivi all'estero!

    Terre e Libertà: campi estivi all'estero!

    IPSIA promuove per il periodo di Pasqua e l’estate 2015, all’interno del progetto di volontariato internazionale “Terre e libertà”, campi di animazione in:

    Pasqua: Bosnia Erzegovina 

    Estate: Albania, Bosnia Erzegovina, Kosovo, Moldova, Kenya, Mozambico, Senegal

    L’animazione rivolta a bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni è l’attività principale del progetto e permette di abbattere barriere linguistiche e culturali e condividere dei momenti di gioco, fantasia e creatività con bambini spesso abbandonati a sé stessi.

    Requisiti richiesti e modalità di iscrizione:
    - per in Europa l'età minima di partecipazione è di 18 anni
    - per in Africa l'età minima di partecipazione è di 22 anni

    Per partire occorre prendere visione del regolamento e compilare online, attraverso il sito, la scheda di partecipazione, inviandola entro le scadenze previste.

    Ai volontari non vengono richieste pregresse esperienze se non una buona capacità di adattamento e di lavorare in gruppo.

    Per maggiori informazioni sul campo di Pasqua e le proposte estive consulta le schede in allegato e il sito www.terreliberta.org

    Tempistiche:
    iscrizioni: dal 18/03/2015 su  www.terreliberta.org
    chiusura iscrizioni campo di Pasqua: 25/03/2015
    chiusura iscrizioni campi in Europa: 15/06/2015
    chiusura iscrizioni campi in Africa: 27/04/2015

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    "Non di solo pane": avviati i tirocini

      "Non di solo pane": avviati i tirocini

      QUANDO LE RELAZIONI DI AMICIZIA, LA PASSIONE, IL CORAGGIO E L'IMPEGNO POSSONO PROVARE A COSTRUIRE ALTERNATIVE DI VITA...

      Potrebbe essere il nostro vicino di casa. Potremmo essere noi. L'immaginario sui senza fissa dimora, su quelli che vivono (e muoiono) per strada, non tiene più: la "crisi", ormai divenuta recessione, lo sta ridisegnando ovunque in Italia.

      Anche nelle piccole, eleganti e ricche città di provincia del nord, come Treviso, che - secondo i dati del ministero dell'Economia e della Finanza (Mef) - è tra i primi 50 comuni italiani per reddito medio.

      È qui che grazie ai fondi del 5x1000, le Acli hanno promosso con la Comunità di Sant'Egidio e Confcooperative un progetto-pilota – "Non di solo pane" – che prevede 10 percorsi di re-inserimento, anche lavorativo, per persone senza fissa dimora o in grave stato di marginalità.

      Le Acli nazionali fanno il punto sul nostro progetto >>>

      "Parliamo anche di persone con molte risorse personali: anni di lavoro alle spalle, capacità di tenere relazioni umane, una famiglia presente o alle spalle. “La mia opinione personale – continua Anna – è che questa ‘nuova’ marginalità sia molto legata all’indifferenza, a partire dal vicino di casa. E poi in questo periodo non è facile e quindi ciascuno tenta di resistere, però giudicando il problema dell’altro che non è stato in grado di cavarsela”. I circoli Acli potrebbero accreditarsi, non solo a Treviso, come presidi contro questa indifferenza? “Perché no – concorda Anna Simioni – Già solo avere un’opportunità di colloquio è per le persone che seguiamo un messaggio del tipo ‘noi ti vediamo’, non sei invisibile. E fa tanto”.

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      Sfregio alla moschea: condanna delle Acli

        Sfregio alla moschea: condanna delle Acli

        SFREGIO ALLA MOSCHEA DI MONTEBELLUNA

        LE ACLI CONDANNANO IL GESTO: “SIAMO VICINI AGLI AMICI DI ATTAWASOL, RICONOSCENTI PER IL LAVORO CULTURALE E DI INTEGRAZIONE CHE STANNO PORTANDO AVANTI DA ANNI”

        Ferma condanna delle Acli di Treviso al gesto di odio e violenza di cui la moschea a Montebelluna e gli amici dell’associazione islamica Attawasol sono stati oggetto: una testa di maiale ancora sanguinante appesa nella notte di sabato alle porte delle sede in via Piave. I carabinieri stanno indagando sul fatto.

        “Si tratta di una azione vile perpetrata ai danni di una comunità che da tempo lavora per promuovere integrazione, convivenza civile e buon vivere tra tutti i cittadini – commenta Andrea Citron, presidente provinciale Acli -. Un gesto che colpisce in modo misero quanti si impegnano ogni giorno per il dialogo e la pace, con azioni concrete come i gruppi di auto mutuo aiuto, la distribuzione alimentare, le manifestazioni antiviolente, tutte promosse da Attawasol”.

        Anche le Acli di Treviso lavorano da tempo con questa associazione, di cui apprezzano il radicamento sul territorio, il lavoro culturale, l’impegno per l’integrazione.

        Il responsabile, Abdellah Ajouguim, è revisore dei conti dell’associazione aclista: “Ci siamo costituiti nel 2003 e da nove anni abbiamo questa sede operativa – spiega -. Siamo sorpresi dal fatto accaduto soprattutto perché noi abbiamo costruito tutta la nostra attività sull’idea di essere aperti al territorio e “buoni” cittadini. Così come abbiamo trovato noi le porte aperte quando siamo arrivati qui”.

        “Al di là di tutte le considerazioni politiche o religiose, penso sia crudele e barbaro questo gesto in sé. Spaventa la gente, i giovani a cui noi continuamente ribadiamo di perseguire la via della pace e del dialogo. Questo fatto rende la nostra azione più difficile”, anche considerando che, spesso in modo banale, è facile cadere in forme di violenza e radicalismo.

        “Auspichiamo – concludono Citron e Ajouguim – che le autorità riescano a far luce su quanto accaduto; che sia garantita a tutti i cittadini sicurezza e tranquillità; che questo episodio resti isolato e non intacchi il lungo ed articolato percorso di convivenza civile positiva e collaborazione proficua”.

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        Meno carne, più cibo per tutti

          Meno carne, più cibo per tutti

          LA PASTORALE DEGLI STILI DI VITA DI VENEZIA PROPONE PER LA QUARESIMA UNA RIFLESSIONE SULL'ALIMENTAZIONE E LA SFIDA A "NUTRIRE TUTTO IL PIANETA".

          Sarà che Expo ci sta invitando ad interrogarci seriamente sui temi del cibo, dell'agricoltura, dello sviluppo sostenibile, delle risorse naturali da non sprecare, dell'accesso per tutti ad una alimentazione sana ed equilibrata. Sarà che le riflessioni su questi ambiti stanno uscendo dalle nicchie a cui erano stati relegati, e che ormai l'opinione pubblica sta prendendo coscienza di quanto esse riguardino la vita quotidiana di ciascuno di noi. Sarà che la Quaresima, per i cristiani, è un tempo privilegiato di conversione e dunque una occasione per meditare e assumere decisioni concrete di cambiamento, orientando le proprie scelte e comportamenti.

          Fatto sta che la Pastorale degli Stili di Vita veneziana ha promosso una interessante riflessione/provocazione, che – come nel suo stile – parte da dati concreti e che, in queste settimane, è ben approfondita dal settimanale diocesano Gente Veneta: "La proposta è vivere il tempo della Quaresima digiunando dalla carne e dal pesce - spiega il consultore diocesano don Gianni Fazzini – utilizzando questo tempo per capire come i nostri consumi alimentari incidono sull'ambiente e negli equilibri globali e per diventare più consapevoli che, da cristiani, ci è richiesto di custodire Madre Terra, non di distruggerla".

          Per rifornire di carne e pesce la nostra parte ricca di Pianeta, i mari vengono spopolati e i cereali prodotti sulla terra come mangimi sovrautilizzati. In altre parole la quantità di cereali utilizzata per allevare gli animali da cui trarre la carne è spropositata, insostenibile perché per produrla si sfrutta la superficie terreste, ed eccessiva perché per fare una porzione di carne vengono usate dieci porzioni di cereali che potrebbero sfamare altrettante persone.
          E tutto questo senza considerare che l'impatto ambientale di un allevamento convenzionale può essere molto pesante.

          "Nel mondo c'è cibo per tutti eppure un miliardo di persone patisce la fame – ribadisce don Gianni – per questo serve una visione globale".

          È assodato che l'aumento del consumo di carne è uno dei motivi principali delle recenti crisi alimentari. La crescita della domanda di beni agricoli, infatti, è dovuta non solo alla crescita demografica, ma anche all'uso di questi per fini diversi dall'alimentazione umana (foraggio e biocarburante), alla svalutazione del dollaro, all'aumento del costo del petrolio e alle speculazioni finanziarie.
          Nel Sud del mondo, il consumo di carne è un lusso e la fame è la prima causa di morte. La fame non è una catastrofe naturale, ma la conseguenza di politiche ingiuste, di egoismi, sfruttamenti e indifferenza. Moderando i nostri comportamenti, nel mondo ci sarebbe carne sufficiente (e dunque territorio, acqua e aria) per le esigenze di tutti.
          Al mondo siamo più di sette miliardi e la produzione attuale basta a sfamarne dieci. Tuttavia oltre un miliardo di persone non ha accesso al cibo o è denutrita.

          Leggi gli approfondimenti su www.genteveneta.it

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          Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

          Giorgio La Pira