Errore
  • JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 508
Menu

Servizio civile 2015: prorogata la scadenza!

    Servizio civile 2015: prorogata la scadenza!

    SERVIZIO CIVILE 2015
    SEI POSTI ALLE ACLI DI TREVISO
    Contattateci alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

    E' UNA OCCASIONE DA NON PERDERE!

    Sul sito www.serviziocivile.gov.it è stato pubblicato il bando del Servizio Civile Nazionale, nel sito si trova anche il testo del bando e i formulari per presentare la domanda di ammissione.

    Leggi la notizia su vita.it oppure www.acliserviziocivile.org.

    Alle Acli di Treviso 5 i progetti per 6 posti disponibili su queste aree di lavoro:

    • PROGETTO FAMIGLIA: sviluppare azioni di welfare a misura di famiglia
    • L'OFFICINA DELLA MEMORIA: percorsi di formazione con persone anziane
    • BIBLIOTECHE VIVENTI NELLA MIGRAZIONE: educazione linguistica e civica per stranieri
    • PROMOZIONE SPORTIVA con l'Unione sportiva Acli.

    SCARICA IL BANDO http://www.serviziocivile.gov.it/

    Per ulteriori chiarimenti invia una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o contattaci al numero 0422.56340.

    Ti ricordiamo inoltre che la domanda dovrà pervenire all’ente ACLI NAZIONALI VIA MARCORA 18/20 00153 ROMA il progetto entro e non oltre le ore 14.00 del giorno il 16 aprile 2015.

    E' C'E' ANCHE POSSIBILITA' PER IL SERVIZIO CIVILE INTERNAZIONALE

    E' stato pubblicato il bando per il Servizio Civile all’Estero: IPSIA ACLI cerca 14 volontari per 7 diverse località nei Balcani e in Africa
    Vi invitiamo pertanto, nel caso foste interessati, a promuovere e far conoscere  sul vostro territorio questa opportunità per i giovani.  

    Per maggiori informazioni: IPSIA/ACLI Silvia Maraone - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - e sul sito www.ipsia-acli.it
    Nome del Progetto: Promuovere partecipazione per costruire economia solidale
    Paesi di invio dei volontari: Albania, Bosnia, Kosovo, Romania, Kenya e Mozambico

    Il progetto è reperibile sul sito www.acliserviziocivile.org/bando-2011/progetti-all-estero/

    La domanda di partecipazione, deve essere indirizzata e inviata  a: 
    ACLI SERVIZIO CIVILE  VIA MARCORA 18/20 - 00153 ROMA
    e deve pervenire entro e non oltre le ore 14.00 del 23 aprile 2015 in una di queste modalità:

    1) Raccomandata A/R - farà testo la data di arrivo della raccomandata, NON la data di spedizione.
    2) A mano
    3) Con PEC all'indirizzo  Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. (La Posta Elettronica Certificata deve essere intestata a chi presenta la domanda)
    La domanda, firmata dal richiedente, deve essere redatta secondo il modello riportato negli Allegati 2 e  3  scaricabili dal sito
    www.acliserviziocivile.org /bando-2011/presentare-la-domanda/

    Alla domanda allegare  fotocopia documento di identità personale valido

    Indicare il nome del progetto: Promuovere partecipazione per costruire economia solidale

     

    Leggi tutto...

    Cari auguri di buona Pasqua

      Cari auguri di buona Pasqua

      AUGURI DI BUONA PASQUA
      Le Acli di Treviso augurano a tutti una serena Pasqua in cui rinnovare lo sguardo attento
      ed accogliente verso ogni persona e rinvigorire la solidarietà, l'impegno per la giustizia e la speranza nel futuro che si concretizza in ciò che insieme possiamo costruire.

      Leggi tutto...

      Al via un nuovo corso per assistenti familiari anno 2015

        Al via un nuovo corso per assistenti familiari anno 2015

        Quattro incontri tra aprile e maggio 2015 rivolti in particolare a colf e badanti per approfondire i temi della cura dell'anziano, le questioni legate alla salute, all'alimentazione, al contratto di lavoro...

        L'iscrizione scade il 20 APRILE 2015.

        Il corso promosso dalle Acli Colf di Treviso giunge quest’anno alla quarta edizione e ripropone un programma di quattro lezioni ormai consolidato e apprezzato, con professionisti impegnati nelle strutture del nostro territorio proprio nel lavoro di cura.

        Il percorso nasce dal desiderio di valorizzare il ruolo, i compiti e le mansioni delle persone che svolgono questo prezioso lavoro, sostenendole con maggiori competenze e integrazione,

        Perciò, i quattro incontri proposti hanno lo scopo di migliorare il rapporto di assistenza e di cura, favorendo una migliore e più approfondita conoscenza e consapevolezza di questo ruolo sia nell’ambito del rapporto di lavoro che all’interno della famiglia nella quale tale lavoro viene svolto.

        L’intento è pertanto quello di approfondire le specificità di una relazione complessa e significativa qual è quella di cura e di chiarire le competenze dell’assistente. Solo così sarà possibile tutelare al meglio i diritti di tutte le persone coinvolte.

        Dati i temi affrontati nel corso sono chiamati in causa assistiti e famiglie. La loro presenza agli incontri risulterebbe un contributo prezioso.

        Per informazioni contattare la segreteria Acli al numero 0422 56340 in orario di ufficio oppure scrivere una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

        Giovedì 23 aprile 2015
        “La relazione di cura: gestione dei rapporti nell’assistenza familiare”. Potenzialità e punti critici nei rapporti tra assistente, assistito e famiglia.
        Giovedì 7 maggio 2015
        “Diritti e doveri: un approfondimento a tutela”. Limiti e compiti all’interno del rapporto di lavoro.
        Giovedì 21 maggio 2015
        “Cura e igiene personale dell’anziano”. Corretta igiene della persona; uso del termometro, misuratore della pressione e glicemia, piccole medicazioni o trattamento piaghe.
        Giovedì 28 maggio 2015
        “L’alimentazione della persona anziana”. Diete legate alle diffuse patologie; particolarità alimentari e cotture; rischi legati alla difficoltà nell’assunzione del cibo.

        Leggi tutto...

        Dal Bingo alle Slot: le vittime del gioco

          Dal Bingo alle Slot: le vittime del gioco

          Volete conoscere la probabilità di una persona qualsiasi di vincere al Supernalotto? E' la stessa di un'altra persona che esce di casa, ferma il primo passante che incontra, chiede la data di nascita e trova che è nato lo stesso giorno dello stesso anno suo. Poi lancia un monetina ed esce testa. Pesca da un mazzo di 52 carte quella che precedentemente ha dichiarato di pescare. Lancia un dado e indovina cosa esce. Poi torna in strada e la prima persona che trova è del suo stesso segno zodiacale. Quindi lancia una monetina ed esce di nuovo testa.

          E la gente, quando gioca al Superenalotto, crede di poter vincere il premio milionario?

          Un altro esempio, sempre sul Superenalotto: se Garibaldi 150 anni fa avesse cominciato a giocare 3 volte a settimana avrebbe avuto una probabilità su 26 mila; se avesse giocato Giuda 2000 anni fa 3 volte a settimana, 1 su 20000; se Homo Sapiens, una su 20.

          E chi gioca al Superenalotto pensa che potrebbe capitare a lui di vincere?

          Questi, e molti altri, incisivi esempi ha portato la dott. Daniela Ferrario del Servizio Dipendenze dell'Ulss 9 di Treviso, intervenendo all'incontro pubblico organizzato dal Circolo Acli di Carbonera nell'ambito della campagna nazionale NO SLOT lo scorso 24 marzo nella sala Aldo Moro del Comune.

          "Lo Stato non sa come rispondere alla forte pressione sociale esercitata ormai in questo ambito, senza rinunciare ad una assai remunerativa entrata - ha spiegato -. Non verrà mai eliminato il gioco. Si può cercare di rendere le persone consapevoli dei rischi, dei giochi della pubblicità, e aiutare la comunità a proteggere chi è più debole in questo ambito: anziani e minori".

          Le stime dicono che la percentuale di persone condizionate pesantemente dal gioco sono tra l'1,8 al 3,5%. Di queste più della metà sono giocatori patologici. Se dovessimo ritarare questi numeri su una città come Carbonera, dovremo considerare all'incirca 286 persone con gioco problematico e 150 dipendenti.

          Il gioco patologico è un problema molto duro da recuperare. E' insidioso, non si guarisce mai, per tutta la vita si convive con questa fragilità rischiando di avere dei momenti di recidiva. "Ogni apprendimento che noi consolidiamo resta: vale per le cose positive ma anche per ciò che impariamo di negativo. Chi ha gioco patologico deve mantenere sempre un campanello d’allarme acceso".

          Numerosi sono i giocatori patologici che si sono lasciati condizionare nel tempo: persone comuni, senza particolari disagi, che hanno incontrato il gioco casualmente, l’hanno trovato innocuo, banale, piacevole, legale, facilmente accessibile. Lo hanno sperimentato in modo graduale. Poi, man mano che si perpetua il loro comportamento, incrociato con altri fattori – ambientali, relazionali, di vita personale… - le risorse arrancano, si va verso la perdita del controllo complessivo. Il gioco è considerato una droga senza sostanza (cioè produce a livello neuronale gli stessi effetti dell’alcol, attiva un percorso in testa che produce adrenalina, ci diverte…).

          Uno dei problemi è che le modalità di gioco sono calibrate per agganciare le persone perché ripetano all’infinito quel comportamento. L’industria del gioco si basa in fondo sulla vendita di illusioni, di promesse, l’idea di cambiare la vita sfidando la sorte (l’attesa che esca il numero, l’irritazione se esce il numero prima o dopo)… sono percezioni molto umane. L’aspetto infido del gioco è che utilizza il normale funzionamento dell’essere umano per far si che la persona continui a giocare per portare soldi all’industria, sapendo di creare patologia.

          I giochi attuali hanno facile presa: sono accessibili (slot machines nei bar, andati in crisi i casinò); costano poco; sono fatti in solitudine (a differenza dei giochi tradizionali) e portano all’isolamento in famiglia e sociale; sono veloci (la legge prevede che la durata della battuta su tasto non deve essere inferiore a 4 secondi); sono semplici (basta premere pulsanti); sono basati sulla tecnologia (sottopongono le persone a stimoli visivi e uditivi studiati apposta per creare una sorta di trans ipnotico); sono diversi uno dall’altro (l’offerta è varia); sono basati su un motore matematico in cui l’unica cosa certa calcolata è il valore dell’indotto del gioco.

          Ogni estrazione è indipendente dalle precedente. La nostra mente fatica a comprendere questa dinamica perché noi cerchiamo la probabilità, l’interpretazione di senso su ciò che accade; cerca delle regole di causa effetto che in realtà non esistono. Invece è CASUALE LA MODALITA’ CON CUI VENGONO DISTRIBUITE LE VINCITE MA NON LA PERCENTUALE DI VINCITA E PERDITA”.

          Del resto è definito per legge l’incasso per lo stato.

          I SOLDI VENGONO RESTITUITI in modo da convincere le persone a continuare a giocare. Se le vincite sono significative ma rade, la persona smette di giocare. Allora le industrie del gioco hanno modificato la modalità di distribuzione, casuali ma frequenti. Si incentiva l’illusione, si perde il controllo dei soldi che si mettono dentro.

          Quando si vince, poi, le macchinette sottolineano ed enfatizzano con messaggi uditivi e visivi il successo facendolo ricordare più di una perdite. E il giocatore si convince che può farcela. Per lui vincere è guadagnare, perché perde la capacità di fare il confronto tra perdite e vincite.

          La strategia per incentivare a giocare è basata sulla casualità dunque, non su principi matematici: se esce il 30 e ho il 29, penso di essere stato sfiorato dalla fortuna, ma sono numeri diversi, è pura casualità. Noi invece vogliamo credere che "per uno potevamo vincere".

          Le slot creano la stessa illusione con le immagini. Incentivano a pensare che se si insiste si può vincere.

          Un altro gioco che sta facendo danni enormi è il GRATTA E VINCI, anche tra i ragazzi. Qui i premi non sono solo il montepremi, la numerosità maggiore è nei biglietti tra 20 e 50 euro.

          Le persone che arrivano al servizio dell’Ulss vengono portate dai familiari disperati. Noi per prima cosa aiutiamo i familiari a difendersi dal giocatore (dal rischio di miseria e violenza domestica). Quando arrivano, lavoriamo con il giocatore e con la famiglia.

          Da soli è molto più dura. Il contributo della famiglia o di qualcuno di significativo che li aiuta è fondamentali.

          I nostri passaggi sono questi. Si mette in sicurezza la famiglia, si impedisce al giocatore l’accesso al denaro, poi si lavora sulla gestione economica e dunque le diverse valutazioni socio familiari, la personalità,le questioni fisiche.

          Il trattamento è individuale in fase intensiva, ma ci stiamo riorganizzando per un lavoro anche in gruppo e collaboriamo anche con i giocatori anonimi.

          Il nostro compito è provare a spaccare i meccanismi che hanno portato al gioco e cercare di creare delle “barriere”, recuperando le relazioni familiari, la gestione ordinata della giornata, le attività del tempo libero,le  cose positive della vita. E’ un lavoro che può durare anche due anni quando c’è una buona risposta.

          Sul piacere di "perdere" come motore che spinge a giocare compulsivamente ha insistito il secondo relatore della serata don Gigetto De Bortoli, direttore Ceis Belluno.

          Perché si gioca? Per vincere?

          I trucchi sono una cosa micidiale. Il ritmo è coinvolgente, non lascia tregua.
          Il piacere spinge. Il piacere non sta nel vincere.
          Più alta è la posta in gioco, più numerose le giocate: e quando si perde tutto scatta una sensazione di rilassamento potente. Il gioco è perverso perché ci si rilassa quando si perde.

          “Lo Stato da questo punto di vista è immorale. Frega sapendo e volendo fare soldi. E poi, accanto al gioco legale c’è anche quello illegale”.

          Il piacere più grande che esiste ha a che fare con la struttura del nostro cervello. L’appartenenza garantisce sempre il piacere al cervello. Qualsiasi tipo di dipendenza da piacere, “risolve problemi”.

          Per questo motivo una dimensione fondamentale su cui insistere e lavorare è l’abitudine a stare insieme, a vivere contesti di comunità, a non isolarsi. L’antidoto è non tacere quello che accade (principio di realtà), ma vivere l’accoglienza nella comunità in cui si abita, sentirsi appartenente con tutti i mezzi e modi possibili. Creare delle reti. Il gioco d’azzardo è una conseguenza della malattia.

          Poi c’è il gioco d’azzardo in internet.

          Poi ci sono i bingo, sale che negli ultimi anni sono state ripensate e ammodernate: il bingo è al piano superiore. Per arrivarci si deve passare per le slot machines. Sono locali costruiti appositamente con colori e luci soffuse. Garantiscono anonimato. Permettono relax e la consumazione al bar. Sono studiate per tenere la gente in quegli ambienti a lungo. Le persone giocano sole ma hanno l’impressione di essere accudite.

          Tante le cause per cui si diventa dipendenti dal gioco: difficoltà familiari, conflitti di coppia, problemi di lavoro…. Quello con le macchinette è un incontro. Ti senti solo e loro ti fanno sentire adrenalinico; ti senti stressato dalla vita e li ti svuoti. Il gioco risponde sotto aspetti diversi ai bisogni delle persone.

          L’Italia quarto paese al mondo per spesa per gioco d’azzardo.

          Sintesi dell'incontro publbico a Carbonera sulla dipendenza da gioco.

          Leggi tutto...
          Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

          Giorgio La Pira