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Inondanzione in Bosnia Erzegovina e in Serbia

    Inondazione Bosnia Erzegovina - ADL ZavidoviciInondazione Bosnia Erzegovina - ADL Zavidovici

    Una cinquantina di morti, decine di migliaia di persone costrette a lasciare le proprie case, danni incalcolabili all'agricoltura e alle infrastrutture: la Bosnia-Erzegovina e la Serbia colpite dalle inondazioni più estese e devastanti mai subite finora.

    Il bilancio delle vittime è ancora provvisorio e destinato ad aggravarsi con il progressivo ritirarsi delle acque. 

    Un quarto della popolazione è colpita dalle inondazioni e un milione di persone è senza acqua potabile.

    Oltre ai danni economici, spaventa l'allarme "mine". Le enormi quantità d'acqua potrebbero portare ordigni inesplosi, residuati di guerra, fino alle gole  dal Danubio lungo il confine tra Serbia e Romania, o persino fino al Mar Nero.

    Lo ha detto Fikret Smajis, capo dell'Ufficio regionale di Sarajevo del Centro per lo sminamento bosniaco (BHMAC)

    Smajis ha invitato la popolazione alla massima cautela quando puliranno le proprie case e cortili e altre zone dove ci potrebbero essere stati campi minati le cui segnalazioni sono state  portate via dalle acque e dalle frane.

    Nei due Paesi balcanici, dove oggi per la prima volta da una decina di giorni non si sono registrate piogge  continuano senza sosta le operazioni di soccorso alle popolazioni

    IPSIA ha attivato una  raccolta fondi per coprire le spese della prima emergenza, mentre nei prossimi giorni verranno valutate  con più precisione  altre necessità materiali

    Stiamo verificando insieme ad altre associazioni,  le condizioni logistiche per attivare  una raccolta di materiale,farmaci e indumenti

    CAUSALE  : ALLUVIONI IN BOSNIA ERZEGOVINA
    C/C 000000101434 IBAN IT68 D050 1803 2000 0000 0101 434
    su BANCA POPOLARE ETICA  intestato a IPSIA

    PER APPROFONDIRE: www.balcanicaucaso.org

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    Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

    Giorgio La Pira