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Visita alla mostra Her story in our story

    Visita alla mostra Her story in our story

    Lo #spaziocolf del giovedi ripropone per tutti i tesserati Acli e FAp Acli la visita alla mostra HER STORY IS OUR STORY alla Fondazione Benetton Studi e Ricerce GIOVEDI 20 DICEMBRE.

    Il ritrovo è fuori della Libreria Feltrinelli a Treviso (angolo Piazza Duomo, in via Cornarotta) alle ore 15.00 per poi spostarsi insieme a poche centinaia di metri.

    La visita dura circa mezz'ora.

    Adesione entro mercoledì 12 in segreteria Acli di Treviso.

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    Herstory is Ourstory – La violenza di genere e il femminicidio ma anche il confronto fra sfera pubblico-privato, le libertà di espressione delle donne, la pornografia e il gender gap, sono stati i soggetti interpretati con maggiore intensità e frequenza nei lavori dei ragazzi delle Accademie di Belle Arti che, da tutta Italia, hanno accolto l’invito di Imago Mundi: la realizzazione di un’opera 10 per 12 centimetri per indagare e soprattutto riflettere sui reati e gli abusi commessi online.

    Le piccole tele di sorprendente forza evocativa ed emotiva e qualità critica, iconografica e compositiva – disegni, pitture, collage, bassorilievi, fotografie, persino un’opera sonora, tutti nella consueta dimensione delle opere delle collezioni Imago Mundi – saranno esposte negli spazi Bomben della Fondazione Benetton sino a domenica 6 gennaio 2019.

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    Per un Natale di accoglienza: i volti di chi ha bisogno

      Per un Natale di accoglienza: i volti di chi ha bisogno

      Cosa vuol dire trascorrere un Natale soli, dimenticati? Essere in fuga dalla guerra o per strada al freddo in una delle nostre città? Oppure avere sei anni e vivere senza gioia quello che per tutti gli altri è un momento di festa?

      I volti di chi ha più bisogno cercano solo di incrociare uno sguardo che li accolga o un gesto di vicinanza. Gesti e sguardi che la Comunità di Sant'Egidio a Treviso cerca di vivere nel proprio quotidiano. A partire dai problemi più grandi e complessi, fino ai nostri anziani lasciati soli e ai più bisognosi senza un posto dove andare.

      Solo una goccia nel mare?

      Siamo famiglie che accolgono altre famiglie. Così dicono a Cornuda le persone riunite nell'associazione “Un ponte verso”, che a dicembre 2016 – per la prima volta in Veneto – hanno accolto una famiglia siriana di Idlib grazie ai corridoi umanitari coordinati dalla Comunità di Sant'Egidio.

      “Questo gruppo di cittadini (una quarantina) è la prima dimostrazione dei risultati ottenuti, tanto che da 7/8 mesi stanno accogliendo una seconda famiglia siriana,” dice Valerio Delfino, responsabile dei volontari della Comunità Sant'Egidio a Treviso. “In poco tempo, soprattutto i giovani come una ragazza accolta, sono inseriti correttamente nel sistema scolastico e sociale, stanno imparando l'italiano, stanno facendo nuove conoscenze”.

      Nel clima di intolleranza che sembra esasperare il dibattito pubblico, si respira un'aria diversa rispetto al Natale di due anni, quando è arrivata la prima famiglia? “In realtà si potrebbe dire che i corridoi umanitari sono uno strumento 'a prova di Lega'”, sdrammatizza Valerio Delfino: si seguono rigidi controlli e i beneficiari appartengono alle categorie più vulnerabili. Tutti i costi li sostengono le organizzazioni e sono circa 1.600 le persone giunte in Italia attraverso questi corridoi.

      “È ovvio però che il tessuto sociale in generale ultimamente si stia degradando,” avverte Delfino, “c'è molta meno tolleranza e disponibilità all'accoglienza. Gli stessi profughi ne avvertono il clima, e questo non facilita le cose”. Il rischio è l'accoglienza si svolga in un ambiente sempre più ostile. O indifferente.

      La nostra indifferenza si riflette nel volto di chi è solo

      Da un episodio di accoglienza a storie di indifferenza. “Le case di riposo restano piene anche il 25 dicembre” ma vuote di calore e affetti: “Gli anziani nella nostra provincia sono tantissimi e soprattutto sono molto soli”, racconta Valerio Delfino. “E non ci illudiamo: guardando oggi nel volto dei nostri 'nonni', lasciati soli anche il giorno di Natale, possiamo forse guardare la nostra vecchiaia. Che di questo passo quasi certamente non si preannuncia migliore”.

      Per questo la Comunità di Sant'Egidio organizza per il 25 dicembre un pranzo a Treviso, coinvolgendo i centri anziani dove fa servizio tutto l'anno. Ma non solo. I volontari stanno raccogliendo regali da donare, e la sera della Vigilia sono i più poveri ad essere invitati a cena presso il Seminario, mentre il 26 e 31 dicembre e per l'Epifania si replica tra Cendon, Conegliano e Catena di Villorba.

      L'altro volto che incrociamo sulle nostre strade, spesso senza notarlo, è proprio quello dei poveri. “Molti, sì, sono stranieri”, dice Delfino, “che dopo l'ultimo Decreto Sicurezza probabilmente aumenteranno, perché molte persone fuoriuscite dal sistema dell'accoglienza rischiano di finire sulla strada. Ma ci sono ivolti dei poveri italiani: per quanto si dica che la crisi del 2008 sia ormai superata, padri separati, madri sole con figli, senza un lavoro, non hanno un posto dove andare”. Colpisce il volto dei bambini delle famiglie più disagiate, “che anche in alcuni quartieri della nostra città passeranno un Natale senza festa, senza regali, senza gioia”.

      La gratuità: il dono più importante

      Proprio a ridosso del Natale, il 5 dicembre, ricorre la giornata internazionale del volontariato: un dono e una risorsa che non va sprecata secondo Valerio Delfino. “Il volontariato è come una finestra che si apre alla possibilità di donarsi gratuitamente agli altri”, afferma. “Purtroppo anche il volontariato può risentire di un'atmosfera di pessimismo. Ma in occasione di questo Natale, quando la società ci chiede sempre di più di mercificare il nostro tempo, ecco che la gratuità deve essere un valore”.

      Ogni associazione declina questo valore secondo le proprie caratteristiche e aspirazioni: “Per noi di Sant'Egidio significa anche amicizia, con le persone che accogliamo, ma anche tra noi volontari. Spesso anche chi è più riluttante, iniziando questa esperienza scopre la gioia del donare”.

      I più giovani rappresentano però la risorsa che più rischia di essere vanificata. “I ventenni o i trentenni oggi restano 'incastrati' tra gli studi, il lavoro, mettere su famiglia: tappe imprescindibili che però rischiano di soffocare il dono per gli altri. Non sempre è facile, ma è importante, con le giuste e dovute proporzioni ad ogni età, vivere questa gratuità”. Per gli altri a cui ci doniamo, e per se stessi.

      Foto: pagina Facebook Comunità di Sant'Egidio Treviso

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      Acli Colf, è Giamaica Puntillo la nuova Segretaria Nazionale

        Acli Colf, è Giamaica Puntillo la nuova Segretaria Nazionale

        "Lavorare sui territori, promuovere sempre più iniziative a favore di chi svolge il lavoro di cura, far sì che la categoria venga riconosciuta e che emerga il lavoro nero e grigio che c’è in tutta Italia e soprattutto al Sud".

        Queste le prime parole di Giamaica Puntillo, eletta nuova Segretaria Nazionale delle Acli Colf nel corso della XIX Assemblea Nazionale. Assistente sociale e attiva dal 2010 come volontaria nella sezione di Cosenza, la neo-segretaria negli anni ha messo a disposizione il suo tempo e le sue competenze a supporto delle lavoratrici. Ha collaborato a progetti di formazione, alla costituzione del banco alimentare e farmaceutico, nonché dell’ambulatorio gratuito per le donne che non hanno le possibilità economiche per fare prevenzione e cura della propria salute.

        Nel corso dell’Assemblea è stata inoltre votata all’unanimità la mozione con cui Acli Colf diventa da oggi ufficialmente Associazione Professionale, per un impegno sempre più importante nella promozione e tutela del lavoro domestico e di cura.

        Il mondo Colf

        Nel nostro Paese le persone impegnate nel lavoro domestico e di cura sono oltre un milione e mezzo. "I lavoratori regolarmente registrati all’Inps sono 864.526, di cui l’88,3% di sesso femminile, l’11,7% costituito da uomini,"  riporta l'Agenzia Sir. "Il 54.4% assunti/e come colf, il 45.6%, come badanti. Del totale, oltre il 73% è di origine straniera, il restante italiana, anche se si registra un aumento degli italiani che hanno segnato un +6.9% nel 2017 rispetto all’anno precedente".

        Tuttavia, secondo i dati dell’Organizzazione internazionale del lavoro, il numero complessivo supera il milione e mezzo perché "il 60% per cento di questa forza lavoro è senza copertura previdenziale ed assicurativa".

        Il "mondo Colf" è un ambito soprattutto “al femminile”, considerato "di serie B, non adeguatamente riconosciuto, nel quale i diritti sono spesso negati e in cui è drammaticamente diffuso il lavoro nero" ha dichiarato al Sir Giamaica Puntillo. "Permangono criticità che di fatto rendono difficile equipararlo alle altre professioni: ad esempio l’impossibilità di vedersi riconosciuta la maternità o la malattia", per non parlare di prevaricazioni e "forme di violenza, sia fisica che psicologica, spesso taciute, oltre a retribuzioni talvolta molto basse".

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        Animiamo la città: gli appuntamenti per il 2019!

          Animiamo la città: gli appuntamenti per il 2019!

          Prendi le Acli sottobraccio, in spalla, un po’ “tirandole” un po’ spingendole… Insieme #animiamolacittà. Ecco, in sintesi, la sfida e l’impegno della nostra associazione, per il 2019: che avvenga attraverso i circoli su tutto il territorio provinciale, grazie ai progetti a forte impatto sociale e maggiormente innovativi in tema di welfare ed inclusione, oppure anche per intuizione e forza di soci e volontari, ciò che conta sarà la concretezza che daremo alla nostra presenza.

          Il calendario delle iniziative per il nuovo anno è ricco, coinvolge i nostri circoli e si caratterizza di appuntamenti ed iniziative "tradizionali" oltre che iniziative sempre nuove!

          “Ci saremo, a partire dalle città e dalle periferie, ritessendo i fili delle comunità e le esperienze sociali che creano buon vivere – rilancia Laura Vacilotto, presidente provinciale Acli -. Non possiamo limitarci a gestire le nostre cose, dobbiamo creare connessioni, intercettare i movimenti ed essere creativi. Aiutiamoci a sviluppare intelligenza sociale e pensiero politico. Avremo in mente la città aperta, solidale, creativa, capace di rispondere ai problemi conservando una antica saggezza e la capacità di progredire rinnovando con soluzioni nuove”.

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          Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

          Giorgio La Pira