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Novità 2025: riscatto periodi di lavoro non coperti anche dopo 15 anni

    Novità 2025: riscatto periodi di lavoro non coperti anche dopo 15 anni

    La Costituzione di rendita vitalizia è uno strumento che permette il riscatto oneroso di periodi di lavoro non coperti da contribuzione o con contribuzione insufficiente. Nel provvedimento collegato alla manovra finanziaria, il cosiddetto “Collegato Lavoro”, vengono introdotte novità sostanziali riguardanti la costituzione di rendita vitalizia. Vediamo di cosa si tratta e perché è importante per la futura pensione.

    PERIODI DI LAVORO NON COPERTI
    Il datore di lavoro, il lavoratore o i suoi superstiti, possono avanzare richiesta di versare i contributi omessi al fine di regolarizzare una posizione contributiva incompleta, con evidente beneficio sulla pensione futura. I contributi versati sono infatti valevoli sia per il diritto che per la misura della prestazione.
    L’onere, che può essere a carico del datore di lavoro o del lavoratore o dei suoi superstiti, viene definito con un calcolo “a riserva matematica” o “a percentuale” a seconda del sistema, misto o contributivo, in cui si colloca la posizione del richiedente, che deve essere attentamente valutata.

    CONDIZIONI E SCADENZE
    Per ottenere il riconoscimento della possibilità di riscatto vi sono però condizioni particolari da rispettare. Prima di tutto deve essere prodotta prova certa dell’avvenuta attività lavorativa, inoltre deve essere trascorso il termine di prescrizione di 5 anni dall’omissione contributiva.
    Fino ad ora il termine per presentare la domanda di costituzione di rendita vitalizia era fissato in 10 anni successivi l’avvenuta prescrizione, quindi al massimo dopo 15 anni dall’omissione contributiva.
    Il legislatore interviene a stabilire che il lavoratore potrà d’ora in poi chiedere all’INPS la costituzione di rendita vitalizia anche trascorsi 15 anni, perché non soggetta a termine di prescrizione, ma in questo caso l’onere sarà interamente a carico del lavoratore.

    CONSULENZA PERSONALIZZATA
    Per informazioni relative alla domanda di costituzione di rendita vitalizia, i nostri uffici sono a disposizione per una verifica della posizione contributiva e per una valutazione puntuale dell’opportunità di avanzare la richiesta di riscatto. >>>Vedi sedi di Patronato e fissa appuntamento

    Fonte: www.patronato.acli.it

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    La speranza al lavoro...riflessioni sul Primo Maggio

      La speranza al lavoro...riflessioni sul Primo Maggio

      La speranza al lavoro...riflessioni sul Primo Maggio
      di Alessandro Pierobon, presidente provinciale Acli

      Di lavoro si vive, e si muore, ancora ai giorni nostri. Con il lavoro si mettono a disposizione talenti, si realizzano sogni ma anche si perpetuano ingiustizie, si disconoscono i diritti. Da un lato la crescente attenzione alle risorse umane come vero volàno delle imprese, dall’altro le mancate tutele che specie le donne ancora subiscono. Ne arrivano di ogni sorta ai nostri uffici di Patronato Acli, che poche settimane fa ha festeggiato gli 80 anni di storia: dirigenti lasciati a casa nel qui ed ora, che hanno riconsegnato pc, smartphone  ed auto per farsi venire a prendere dalla moglie; mamme al rientro dopo la maternità a cui si chiede di firmare la rinuncia alle ore di allattamento o al part time; operai messi in regola a metà tempo e pagati in nero (e non in modo congruo)… Ce n’è per tutti perché il lavoro altro non è che lo specchio di questa società che si trasforma sempre più velocemente, dove volano all’estero i nostri talenti migliori, e non solo loro, e per stare “a galla” servono flessibilità, determinazione, a tratti “furbizia”. Un posto c’è per tutti, sempre che quei “tutti” lo vogliano, perché nemmeno il lavoro oggi è più nelle prime posizioni per ordine di importanza tra le cose della vita. Quanti accettano di essere licenziati (o di farlo, in realtà ci si accorda internamente e questo è quanto), per regalarsi un anno di viaggi in giro per il mondo, per vedere posti e cercare un senso, forse più lento o comunque diverso, alla frenesia del mondo del lavoro di oggi dove tutto è scontato.

      Caspita, se è difficile! Ci sono settori sicuramente un po’ meno competitivi e più a misura d’uomo, ci sono aziende attente al proprio “capitale umano”, ci sono professioni che ancora cercano di preservare etica e senso, ma perfino tra i medici c’è un fuggi fuggi generale legato a contratti, paghe, modelli organizzativi, inadeguati rispetto al lavoro di oggi. Dove peraltro l’intelligenza artificiare fa già la sua parte compiutamente e dove sembra sia rimasto solo nelle mani dell’uomo un’unica decisione da prendere: come essere dentro alle dinamiche del posto di lavoro di oggi? Quale presenza provare a significare? Secondo il report annuale State of the Global Workplace di Gallup solitudine e stress sono tra le caratteristiche principali con cui si misurano i lavoratori. Tra le cause figura la mancanza di coinvolgimento e supporto manageriale, che sempre più diventa motivo di disengagement per chi lavora. Una disconnessione dal proprio ruolo e dagli obiettivi aziendali che non è più “misurabile” solo in termini di mancata produttività, ma è ormai riconosciuta come fattore chiave nell’aumento dello stress sul luogo di lavoro e nel successivo burnout. Perché, anche se naturalmente non tutti i sintomi di una peggiorata salute mentale sono riconducibili al lavoro, il lavoro — e come il lavoro ci fa sentire — è considerato a livello globale un fattore che influisce in modo decisivo sulla nostra salute mentale. Per questo il concetto di comunità è così importante anche e soprattutto all’interno di un’azienda.

      Del resto lo ha dice chiaramente la Conferenza episcopale italiana nel testo diffuso in vista della Festa dei lavoratori sul tema: “Il lavoro, un’alleanza sociale generatrice di speranza”. "L'economia e le leggi di mercato non devono passare sopra le nostre teste lasciandoci impotenti. È la nostra mano visibile che deve completare l'opera di concreazione di una società equa e solidale e continuare a seminare speranza". 

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      Come guardiamo al futuro? Indagine online di Acli ed Enaip

        Come guardiamo al futuro? Indagine online di Acli ed Enaip

        Come stiamo? Cosa ci preoccupa? Cosa ci dà speranza? Da oggi le Acli del Veneto e Enaip Veneto lanciano “Come guardiamo al futuro?”, un’indagine online per comprendere meglio le preoccupazioni e le speranze che oggi animano le nostre comunità. Fino al 31 maggio, collegandosi a questo link, sarà possibile rispondere al questionario, contribuendo far emergere bisogni collettivi e aiutandoci a individuare nuovi percorsi e soluzioni concrete da mettere in campo.

        “Questa iniziativa – spiega Cristian Rosteghin, presidente delle Acli del Veneto - nasce dalla consapevolezza che, per continuare a offrire servizi realmente utili e vicini ai bisogni delle persone, è indispensabile ascoltare direttamente le loro voci. Le risposte, raccolte in forma completamente anonima, saranno preziose per costruire insieme una società più vicina, solidale e capace di affrontare le sfide che ci attendono”.

        L’iniziativa è aperta a tutti: soci Acli, clienti dei Servizi Acli, la comunità scolastica di Enaip, ma anche in generale a tutti i cittadini veneti. “Per questo – spiega Rosteghin – chiediamo non solo di partecipare all’indagine, ma anche di diffondere il questionario tra i propri familiari e conoscenti e in generale nella propria rete di contatti. Esprimere il “come stiamo” riguarda tutti, è un fatto plurale. Più risposte riceveremo, più chiaro sarà il quadro dei bisogni delle nostre comunità, permettendoci di mettere in campo attività e servizi in grado di dare risposte concrete”.

        La compilazione del questionario richiede circa 10 minuti e le risposte saranno raccolte in forma completamente anonima. Successivamente sarà cura di Acli ed Enaip tenere aggiornati i partecipanti sui risultati dell'indagine e sulle iniziative che nasceranno grazie al loro contributo.

         

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        Sicurezza sul Lavoro: serve cultura per i giovani

          Sicurezza sul Lavoro: serve cultura per i giovani

          Sicurezza sul Lavoro: serve cultura per i giovani
          28 aprile. Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro

          Fonte: Patronato Acli

          “C’è ancora tanto da fare in materia di sicurezza sul lavoro anche se notiamo, dal nostro punto di vista privilegiato, che sta crescendo la consapevolezza tra i lavoratori, c’è però un problema con le nuove generazioni” evidenzia il Presidente del Patronato Acli, Paolo Ricotti.

          I dati provvisori relativi agli infortuni e alle malattie professionali denunciate nel corso del 2024 resi noti nelle scorse settimane, rivelavano una lieve diminuzione degli infortuni in occasione di lavoro (- 1,9% rispetto al 2023) con un aumento degli infortuni mortali (1077 casi contro i 1029 del 2023), degli infortuni in itinere (+5% rispetto al 2023) e delle malattie professionali (+ 21,6%). Tra gli infortuni si registra però un aumento del 3,3% tra gli studenti. Si tratta di una categoria particolare di assicurati perché sono giovani che non svolgono un‘attività lavorativa, ma sono tuttavia tutelati dall’Inail. Come in passato raccontato dai media, alcuni di loro hanno perso la vita nell’ambito dei percorsi formativi scuola-lavoro. Dal settembre 2023 la tutela assicurativa è stata estesa agli allievi di scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado, relativamente ad ogni tipo di attività nell’ambito scolastico.

          “Parliamo comunque dei nostri figli e quindi il massimo grado di tutela andrebbe riservato proprio a loro – ha continuato Ricotti – ma purtroppo anche questo sta a dimostrare che la strada della sicurezza è ancora lunga e tortuosa. Devono probabilmente cambiare le modalità di formazione a partire proprio dalla scuola: come Patronato ACLI chiediamo da tempo che la cultura della sicurezza diventi oggetto di studio curriculare in tutte le scuole superiori.”

          In generale i dati provvisori relativi agli infortuni e alle malattie professionali denunciate nel corso del 2024 resi noti nelle scorse settimane, rivelavano una lieve diminuzione degli infortuni in occasione di lavoro (- 1,9% rispetto al 2023) ma, nel contempo, un aumento degli infortuni mortali (1077 casi contro i 1029 del 2023), degli infortuni in itinere (+5% rispetto al 2023) e delle malattie professionali (+ 21,6%).

          “Da 80 anni, - sottolinea il Presidente Ricotti, - siamo parte della storia sociale dell’Italia e da allora abbiamo accompagnato i lavoratori e le famiglie italiane anche nelle migrazioni nel mondo. La nostra missione si realizza nel proteggere i diritti di tutti, dei lavoratori e dei cittadini, rimuovendo gli ostacoli, generando consapevolezza e fiducia e promuovendo la coesione sociale. Insieme continueremo a tracciare il futuro per i diritti delle persone.”

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          Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

          Giorgio La Pira