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Lavoro e sociale nelle priorità delle Acli

    Lavoro e sociale nelle priorità delle Acli

    Non è forse questo il periodo migliore per assumere incarichi. Una crisi sconosciuta a livello mondiale che a ondata ripropone la sua forza e che ancora non lascia intravedere la sua fine. D’altra parte la certezza che non potrà durare per sempre e che allora bisogna farsi trovare pronti e preparati. In questa situazione si trova anche il neo presidente delle Acli provinciali di Treviso, eletto a ottobre, l’avvocato Alessandro Pierobon, 48 anni, di Conegliano, già presidente di Circolo e consigliere regionale Acli nel precedente mandato in cui si è occupato di Patronato e di Circoli. Raccoglie il testimone da Laura Vacilotto.

    “Assumo questo incarico assicurando il mio impegno per traghettare la nostra associazione per i prossimi 4 anni, ringraziando fin da ora Laura, che mi ha preceduto, per aver guidato le Acli in un tempo così complesso - ha dichiarato Pierobon -. Presterò una particolare attenzione a coloro che all’interno del mondo del lavoro o della nostra società sono considerati «ultimi», penso ad esempio ai giovani che hanno difficoltà di ingresso nel mondo del lavoro e che non hanno tutele, penso alle donne, ai disoccupati, penso ai migranti. La «L» di Lavoro nel nostro acronimo mi sembra una chiave importante per approcciare il mio mandato e per essere insieme, nella società di oggi, un punto di riferimento importante, che può dire parole di senso e mettere in piedi esperienze e risposte efficaci per le persone. Di fronte alla pandemia la nostra associazione ha affrontato egregiamente e velocemente la situazione, penso anche ai servizi di Patronato e Caf, anche per questo sono orgoglioso e fiero di rappresentare le Acli”.

    Presidente Pierobon, il lavoro davvero non le mancherà, visto il periodo critico. In che cosa si caratterizzerà la sua presidenza?

    Quello che mi sento di dire ora è che posso contare su un ottimo gruppo di lavoro, su compagni di viaggio che mi supporteranno in questo mandato. E poi su bravissimi impiegati, su un sistema collaudato che ha dimostrato di fare egregiamente il proprio lavoro anche in questo periodo complicato. Il nostro ruolo sarà quello di essere presenti sempre, di potenziare ancor di più i servizi per i cittadini, che è il nostro “core business”. E come sempre essere presenti nel mondo del lavoro, analizzando i problemi. L’aspetto che più preoccupa è capire cosa succederà alla fine del blocco dei licenziamenti, vedere come il Paese si risolleverà.

    Continua a leggere l'intervista su www.lavitadelpopolo.it.

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    Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

    Giorgio La Pira