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Patronato Acli: 20 recapiti in provincia di Treviso

Patronato Acli: 20 recapiti in provincia di Treviso

Sono 20 i recapiti del Patronato Acli in tutta la provincia di Treviso. Si tratta di luoghi in cui gli operatori e i promotori sociali del Patronato rispondono alle domande e possono raccogliere le pratiche degli utenti, orientandoli verso i servizi richiesti.

Da Spresiano ai dintorni di Montebelluna, Conegliano e Pieve di Soligo, dall'Opitergino a San Fior, Vedelago e Preganziol, il Patronato Acli di Treviso mette in campo una rete di punti informativi e di raccolta per coprire un'area sempre più vasta. 

Gli utenti possono rivolgersi alle sedi di recapito nei giorni e negli orari indicati nella tabella, o scaricabili in fondo a questa pagina.

Ecco la lista completa:

SPRESIANO via S. Pio X 18lun. 15.00-17.00
CAERANO SAN MARCO Casa dell'anziano, via S. Marco 10merc. 8.30-10.30
CORNUDA Casa Papa Giovanni XXIIImart. 17.00-19.00
ven. 9.00-11.00
GIAVERA DEL MONTELLO c/o Circolo anzianigiov. 10.30-12.00
PEDEROBBA c/o Municipio, piazza Case Rosse 14 (Onigo)mart. 9.00-11.00
VOLPAGO DEL MONTELLO c/o Opere parrocchialegiov. 9.00-10.30
SANTA LUCIA DI PIAVE c/o Centro sociale, via Foresto Est 1/Bgiov. 15.00-18.30
SUSEGANA c/o casa Vivaio, via Chiesa 6merc. 16.30-18.30
NEGRISIA c/o Paola Roma, via Chiesa 22lun. 18.30-19.30
FONTANELLE c/o sala Marcuzzomerc. 17.00-18.30
FRANCENIGO c/o centro anziani, via Biadene 5merc. 17.00-18.30
SAN FIOR c/o Bar al Centro, piazza Marconi 26lun. 15.30-17.00
ven. 8.30-10.00
VEDELAGO c/o Opere parrocchiali, via Romagiov. 15.00-17.00
PREGANZIOL c/o Centro ricreativo anziani, via Gramsci 10mart. 9.00-11.00
FALZÈ DI PIAVE c/o Centro anziani, via Piave 24merc. 15.00-16.00
MIANE c/o Municipio, via Matteotti 1giov. 15.00-16.00
MOSNIGO c/o Centro polifunzionalelun. 17.00-18.00
SERNAGLIA DELLA BATTAGLIA c/o Centro anziani, piazza Martirimerc. 16.00-17.00
VALDOBBIADENE c/o canonica, via Piva 4lun. 9.00-11.00
giov. 16.00-18.00
VIDOR c/o Biblioteca ex Scuola elementare Colbertaldomerc. 16.30-18.30

Paolo VI, il papa delle Acli

  • Pubblicato inAcli
Paolo VI, il papa delle Acli

Domenica 14 ottobre 2018
Il 14 ottobre, alle ore 10.15, sul sagrato della Basilica di San Pietro a Roma, Papa Francesco celebrerà la messa e presiederà il rito della canonizzazione di Paolo VI e di altri sei Beati della Chiesa.
Guarda la diretta

Il rapporto tra le Acli e Paolo VI inizia molto prima che monsignor Montini salisse al soglio di Pietro. Già fin dal suo servizio in Vaticano come Sostituto della Segreteria di Stato sotto il pontificato di Pio XII, mons. Montini guarda con attenzione a ciò che la società italiana e la Chiesa stanno realizzando per rispondere ai gravissimi problemi causati dal tragico secondo conflitto mondiale.

Macerie, morali e materiali, da cui ripartire, su cui costruire: da qui comincia a delinearsi l’idea di un’organizzazione cristiana che si dedichi ai lavoratori, le future Acli, come racconta lo stesso Papa ad una delegazione di aclisti, ricevuti in Vaticano il 21 dicembre del ’63, in occasione del IX Congresso Nazionale.

Nel suo discorso il pontefice parla delle opere e organizzazioni sociali cattoliche presenti in Italia già alla fine della I guerra mondiale, e di come l’avvento del fascismo le abbia costrette al silenzio, vietando simili forme di vita sociale.

Finito il secondo conflitto mondiale, recuperata la libertà civile e la possibilità di riprendere l’attività sociale organizzata, riemerge con forza l’idea di un movimento che metta al centro i lavoratori. “Fu allora che si pensò alle ACLI come organizzazione libera e responsabile, aperta all’accoglienza delle masse lavoratrici con la massima larghezza possibile, basata su criteri democratici, non statutariamente collegata con altre associazioni cattoliche riconosciute, ma non priva della dignità, della forza, della vocazione del nome cristiano”…

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Sabato 13 ottobre 2018
Le ACLI ricordano Paolo VI, il Papa del Concilio che amava il mondo del lavoro. Vai al programma

    "Europa: uniti o divisi?" a Conegliano il 26 ottobre

    • Pubblicato inAcli
    "Europa: uniti o divisi?" a Conegliano il 26 ottobre

    Venerdì 26 ottobre Conegliano ospita un convegno sui limiti e le prospettive del processo di integrazione europeo: "Europa: Uniti o divisi?".

    "Tra i sovranisti che aspirano al ritorno allo stato nazionale, e gli europeisti che sono per un processo di integrazione graduale, c’è una terza strada possibile che è quella di un’accelerazione del processo di integrazione verso la costruzione degli Stati Uniti d’Europa", afferma Giorgio Anselmi, presidente nazionale del Movimento federalista europeo, che a Conegliano discuterà di questa prospettiva insieme all'eurodeputata Mercedes Bresso.

    "L’Unione Europea ora come ora è un progetto di integrazione incompleto e per questo non del tutto riuscito", sostiene Anselmi, "la soluzione per uscire dallo stallo in cui si trova l’Unione Europea oggi è andare verso una maggiore integrazione, non verso il ritorno agli stati nazionali, prospettiva ottocentesca che ha portato a due guerre mondiali".

    Di cosa si parla

    Il federalismo europeo affonda le sue radici e trae linfa vitale direttamente all’origine ovvero nel sogno dei "padri" dell’Europa unita e negli atti fondativi della stessa, dal trattato della Ceca (Comunità europea del carbone e dell’acciaio) del 1951 fino al Trattato di Lisbona del 2007

    L’incontro sarà infatti un’occasione per andare alle origini del progetto europeo, ripercorrerne la storia, riscoprirne gli ideali e i protagonisti, rivedere le ragioni profonde da cui mosse la volontà degli stati europei, fiaccati da due sanguinosi conflitti fratricidi, di dare vita a un’integrazione che è diventata sì economica (anche se non fino in fondo) e mai finora politica. 

    Quando e dove

    L'appuntamento è alle ore 20.30 presso l'auditorium G. Toniolo, in via G. Galilei 32 a Conegliano

    Alla serata a ingresso libero, introdotta dai saluti del sindaco Fabio Chies e promossa dal Movimento federalista europeo (Mfe), con le Acli di Treviso, Ascom Confcommercio Conegliano, CNA Conegliano, Cgil, Cisl, Uil, Ass. Partecipare Il Presente - Scuola di Formazione sociale e politica, Diritto e Rovescio, Associazione dei Comuni della Marca Trevigiana, intervengono: 

    • Giorgio Anselmi: presiede il Movimento federalista europeo, movimento apartitico fondato nel 1943 da Altiero Spinelli, estensore con Enrico Rossi del "Manifesto di Ventotene" alla cui elaborazione contribuì anche Eugenio Colorni.
    • Mercedes Bresso: già presidente della Regione Piemonte, ora eurodeputata che, con la sua partecipazione ai lavori del "Gruppo Spinelli" del Parlamento europeo cerca fattivamente di promuovere all’interno delle istituzioni europee l’idea di un’Europa federale. 

    Per informazioni e approfondimenti: www.mfe.it, tel. 3355755785.

    Balcani: le vite dei migranti sospese in un "gioco" meschino

    • Pubblicato inIPSIA
    Balcani: le vite dei migranti sospese in un "gioco" meschino

    La Bosnia Erzegovina si conferma una nuova deviazione della cosiddetta Balkan Route. L'ennesimo collo di bottiglia che i migranti diretti in Europa cercano disperatamente di attraversare, su una rotta migratoria che di fatto non si è mai arrestata, nonostante le politiche di chiusura e respingimento. 

    Nei giorni scorsi, le Acli di Treviso hanno partecipato alla delegazione di Ipsia che ha visitato le aree della Bosnia Erzegovina dove l'ong delle Acli è operativa in attività di aiuto e sostegno ai migranti.

    Destinazione: Europa

    “A partire dalla primavera 2018, lungo la cosiddetta Balkan Route, si è aperta una nuova rotta migratoria che dalla Turchia mira all'Europa, fermandosi in Bosnia Erzegovina”, confermano in un articolo su Unimondo.org Fabio Pipinato, vicepresidente nazionale di Ipsia, e Silvia Maraone, responsabile di Ipsia per i progetti con i migranti.

    Da quasi due anni – spiegano – con le frontiere chiuse in direzione nord, verso l'Ungheria e la Croazia, migliaia di migranti si trovano ormai bloccati nei campi profughi in Grecia e Macedonia, impossibilitati a proseguire, oppure in Serbia, dove Ipsia è attiva da un anno e mezzo con interventi di sostegno psico-sociale nel centro di transito di Bogovadja. 

    Da qui, per molti la prospettiva è una sola: varcare i confini illegalmente. Una parte verso l'Albania e il Montenegro. Un'altra varca la frontiera tra Bosnia e Serbia dirigendosi verso i confini nord-occidentali con la Croazia, “nel tentativo di raggiungere Slovenia, Italia, Austria e proseguire il loro viaggio verso il nord Europa”. 

    Bosnia settembre 2018

    I nuovi “punti caldi” dell'emergenza migranti

    La maggior parte degli arrivi si concentra intorno a Sarajevo, ma la situazione più critica investe gli insediamenti informali intorno alle cittadine bosniache di Bihać e di Velika Kladuša, a ridosso della Croazia.

    Secondo l’Unhcr, ad oggi, in questa regione amministrativa si contano 3.500 migranti, con arrivi quotidiani di 60-80 persone, riportano Fabio Pipinato e Silvia Maraone: “La maggior parte di queste si trova a Bihać, dove sono stimate circa 2.000 persone, molte delle quali donne e bambini”. 

    Fino a giugno sono stati 7.600 gli arrivi in tutto il Paese (dati Unhcr): “Persone provenienti da Pakistan (30%), Siria (17%), Afghanistan (12%), Iran (11%) e Iraq (10%), ma anche nordafricani e nepalesi. E i numeri reali sono probabilmente maggiori, considerato che quelli ufficiali si basano sui dati raccolti dalla polizia bosniaca, che consegna ai migranti intercettati una specie di “foglio di transito” che ne legalizza la presenza sul territorio nazionale per 15 giorni”.

    Tutto questo avviene in un contesto di sostanziale impreparazione da parte delle istituzioni, e “di disinteresse politico per le condizioni di vita dei migranti,” con solo tre centri di accoglienza statali.

    Bosnia settembre 2018

    Dalla scorsa primavera, i migranti trovano un alloggio precario nel campo di Borići – nei pressi di Bihać – gestito durante l’estate dalla Croce Rossa locale, con il supporto di un paio di volontarie del Servizio civile internazionale e del Corpo civile di pace di Ipsia. 

    Il campo si trova all'interno della Đađki dom, un edificio incompleto “che sarebbe dovuto essere una casa dello studente, ma che è stato abbandonato allo scoppio della guerra degli anni '90”. Sul cemento nudo “i migranti si accatastano su ogni piano: dormono dentro questo scheletro con le tende e i sacchi a pelo per ripararsi dalla pioggia che entra dalle finestre senza vetri e cola dalle solette marce”. 

    Non va meglio a Velika Kladuša, poco più a nord e a soli 4 chilometri dalla frontiera croata. Si stimano almeno mille presenze, riporta Ipsia, di cui 500 alloggiate nel campo informale accanto all'autostazione, concesso dalla municipalità. Il resto si accampa nei boschi.

    Bosnia settembre 2018

    Strutture fatiscenti, senza acqua calda e malsane

    “Per cause strutturali le condizioni igienico-sanitarie sono in continuo peggioramento in entrambi i campi. Nell’ex-studentato di Bihac, sono state allestiti all’esterno docce e bagni chimici, oltre che un container con lavatrici”. La Croce Rossa locale garantisce tre pasti al giorno, servizi igienici, distribuzione di vestiti, coperte, tende e prodotti per l’igiene personale.

    “Ma manca l'acqua calda e l’edificio nel quale sono ospitate le persone è fatiscente e parzialmente crollato: non offre riparo dal freddo o dalla pioggia e oltre alla struttura in muratura sono state montate tende da campo e da campeggio”, sono le preoccupazioni sollevate dagli operatori di Ipsia, considerando le temperature rigide che si registrano durante l'inverno. “A settembre, l'Oim – l'organizzazione internazionale per le migrazioni – ha iniziato dei superficiali lavori di ristrutturazione che prevedono la chiusura di tetto e finestre”.

    Bosnia settembre 2018

    A Velika Kladuša invece manca un coordinamento. Solo la presenza quotidiana di piccole Ong e associazioni europee, con risorse più scarse, riesce a fornire generi di prima necessità e due pasti giornalieri, quando possibile. “Nel prato di Kladuša, ci sono solamente tre bagni chimici, due docce fredde e l’elettricità arriva tramite un generatore a orari discontinui,” conferma Ipsia. “Tra i maggiori disagi, il propagarsi di scabbia e le infestazioni di pulci e pidocchi”. 

    “Ogni giorno vengono riportati incidenti ai confini con la Croazia”, riferiscono Fabio Pipinato e Silvia Maraone citando le sistematiche violenze e aggressioni ad opera della polizia croata, segnalate da attivisti in loco, ma accertate anche da Medici Senza Frontiere.

    Non è un “gioco”

    The Game. Giovani uomini, donne sole, intere famiglie di migranti, chiamano così – 'il Gioco' – il loro tentativo disperato di attraversare un confine alla ricerca disperata di un'occasione per ricominciare,” racconta Laura Vacilotto, presidente provinciale delle Acli di Treviso che ha preso parte al monitoraggio sul campo. 

    Bosnia settembre 2018

    “Il viaggio di queste persone verso un futuro incerto rappresenta un tempo e uno spazio 'sospesi'”. Come se le loro esistenze restassero invischiate in questo “gioco” spregevole: un percorso a ostacoli estremamente arduo da superare e colmo di difficoltà e incertezza

    “Nel migliore dei casi si attraversa il confine,” conclude Laura Vacilotto, “e ci si avvia ad una nuova vita, con la consapevolezza di aver perso tanta parte di sé in questo tragitto. Molto spesso il 'gioco' si interrompe e a perdere siamo tutti: i migranti, le comunità locali, gli Stati. Abbiamo perso la possibilità di vivere una vita libera”. E la vita umana non può ridursi a un meschino gioco a perdere.

    Puoi leggere l'articolo in versione integrale su Unimondo.org.

    Foto di Marta Pavan.

    Vuoi sostenere l'ong Ipsia e le sue attività? 

    Puoi fare una donazione (anche online via PayPal) attraverso i canali pubblicati su questo link

    Resta aggiornato su ipsia-acli.it e facebook.com/ipsia.acli. Per maggiori informazioni puoi scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

    Le proposte delle Acli: un fisco sartoriale e non a taglia unica

    • Pubblicato inAcli
    Le proposte delle Acli: un fisco sartoriale e non a taglia unica

    In Italia il sistema delle detrazioni e delle deduzioni garantisce l’equilibrio della progressività del prelievo fiscale, perché se da una parte l’imposta toglie, dall’altra la deduzione e la detrazione permettono di controbilanciare l’esborso dovuto, ecco perché se si alimenta il sistema delle agevolazioni si alimenta anche l’appeal del prelievo fiscale.

    Le Acli, all’interno dell’ultimo Incontro Nazionale di Studi che si è svolto a Trieste, hanno presentato alcuni passaggi chiave per una riforma del fisco, che deve partire dall’eliminazione dei pagamenti con il contante, permettendo, grazie alle nuove tecnologie, una tracciabilità completa delle spese di ogni singolo contribuente.

    "Animare la città", come sintetizza il titolo del convegno, significa anche questo: rispondere alle domande - cioè avere responsabilità - prendere parte alla casa/cosa comune, averne cura, prometterle futuro. Dietro la formulazione breve delle proposte avanzate ci sono analisi storiche, approfondimento dei dati di realtà e proiezioni future, esercizi oggi troppo poco praticati, ma che ci siamo presi il lusso di sviluppare.

    Parola d’ordine: progressività

    Il principio costituzionale della progressività (articolo 53 della Carta) concepito sulla base di una struttura a scaglioni va mantenuto e potenziato attraverso una rimodulazione dei prospetti di calcolo. La regola cardine del: “verso di più se ho di più” deve restare immutata, nell’ambito di una griglia che, per estensione delle fasce reddituali tassate e diversificazione delle aliquote applicabili, vada ad assicurare il giusto respiro a tutto l’arco della progressività fiscale.

    Si può pensare ad un numero molto più elevato di aliquote Irpef ed un sensibile ampliamento della forbice tra il valori assoluti dei vari scaglioni con un’aliquota massima che non dovrebbe fermarsi da subito al 43%.

    Un’unica imposta, una sola dichiarazione

    La tutela della progressività del prelievo va di pari passo con una drastica semplificazione del sistema tributario

    Ciò significa snellirne gli adempimenti. Quindi potremmo immaginare l’esistenza di un’unica imposta applicata progressivamente ai “redditi” ed agli “averi” (mobili e immobili) della persona, tutti cumulati in un unico modello telematico che faccia da raccoglitore della situazione economica del contribuente.

    Un nuovo Testo unico delle imposte delle persone fisiche

    L’unificazione degli adempimenti fiscali sarebbe coadiuvata dalla nascita di un nuovo “testo unico” per normare la strutturazione dell’imposta stessa. Un testo scritto con la consapevolezza degli strumenti tecnologici attuali, che azzeri le decine di migliaia di circolari e documenti di prassi che spesso, sovrapponendosi tra loro, rappresentano la complessità del sistema.

    La vera semplificazione fiscale è in questo, non nella facilità di un calcolo per effetto di una sola aliquota.

     

    Transazioni elettroniche

    Per riformare il fisco moderno è necessario rendere obbligatorio l’uso della moneta elettronica per tutte le transazioni collegate a spese per le quali possa poi essere prevista la detrazione o la deduzione. 

    Quest’obbligo andrebbe poi esteso successivamente a tutte le transazioni facendo diventare nel giro di qualche anno superfluo ancorché impossibile l’uso del contante.

    Costituire il Surs, Server unico di redditi e spese

    Coi sistemi di tracciabilità così estesi si dovrebbe creare un grande archivio digitale pubblico degli esborsi sostenuti dai contribuenti e dei redditi percepiti dagli stessi. Ogni persona avrebbe la possibilità di consultare la propria posizione monitorando in tempo reale tutte le spese sostenute nell’arco della giornata.

    Ed il blockchain pubblico si alimenterebbe automaticamente svincolando gli operatori economici da quegli adempimenti relativi alla trasmissione dei dati registrati in tempi prestabiliti, limitandone di fatto l’efficacia.

    La dichiarazione precompilata di nuova generazione dovrebbe contenere oltre a tutti questi dati anche quelli relativi al patrimonio immobiliare ed a quello mobiliare in modo tale da consentire di applicare immediatamente le imposte eventuali.

    Più detrazioni per oneri colpevolmente trascurati

    La totalità delle transazioni tracciabili dovrebbe accompagnarsi a una maggiore incisività dei benefici fiscali sull’imposta. Ossia, spendere dovrebbe anche essere conveniente.

    Purtroppo, ancora oggi, molti oneri e spese, pur meritevoli di figurare come potenziali voci di sconto in termini di fiscalità, non trovano spazio in dichiarazione: accessori scolastici, corsi di lingue straniere, alimenti per i neonati… Si dovrebbe inoltre pensare assolutamente all’abbattimento totale della franchigia applicata in entrata alle spese mediche, facendo così scattare la detraibilità da zero anziché da 129,11 euro.

    Flat tax come opzione, non come imposizione

    L’impiego di un’imposta “flat” solo proporzionale quindi non progressiva uguale per tutti, potrebbe essere una opzione facoltativa in sostituzione della tassazione ordinaria, e comunque con l’assoluta indeducibilità/indetraibilità delle spese tracciate. 

    Nel documento integrale, disponibile in pdf sul sito www.acli.it, puoi leggere le proposte integrali anche in materia di pensioni, formazione e riqualificazione professionale ed immigrazione.

    Decreto Dignità: cosa cambia per il lavoro

    Decreto Dignità: cosa cambia per il lavoro

    Da poco più di un mese il Decreto Dignità è diventato legge. Le principali novità hanno coinvolto le discipline del contratto a tempo determinato, della somministrazione di lavoro e della tutela in caso di licenziamento illegittimo.

    Contratti a termine

    La precedente normativa prevedeva che i contratti a tempo determinato potessero essere stipulati senza necessità di giustificare l’apposizione del termine (contratto acausale), fino ad un periodo massimo di 36 mesi. La legge 96/2018 ha introdotto due nuovi limiti temporali:

    1) 12 mesi. È la durata massima dei contratti a termine acausali. Il datore di lavoro che assume per la prima volta un lavoratore potrà stipulare un contratto senza necessità di giustificarne il termine per non più di 12 mesi.

    2) 24 mesi. È la durata massima di un contratto a termine comprese proroghe e rinnovi. Oltre i 12 mesi è obbligatorio che sussista una ragione oggettiva che giustifichi l’apposizione del termine. I motivi devono essere collegati a:

    • esigenze temporanee ed oggettive, estranee all’attività ordinaria;
    • esigenze sostitutive di altri lavoratori;
    • esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell’attività ordinaria.

    Le ragioni devono essere apposte anche in caso di proroga del contratto, se complessivamente vengono superati i 12 mesi. Per proroga si intende lo spostamento in avanti del termine di scadenza fissato inizialmente dalle parti.

    Il numero massimo di proroghe è stato ridotto da 5 a 4 nell’arco sempre di 24 mesi. Il superamento del numero massimo di proroghe comporta la trasformazione del contratto a termine in un tempo indeterminato.

    Se viene stipulato un contratto a termine di durata superiore ai 12 mesi senza causale o con causale illegittima, la sanzione sarà la trasformazione dello stesso in un contratto a tempo indeterminato a partire dalla data di superamento dei 12 mesi. 

    In caso di rinnovo, cioè della stipulazione di nuovi contratti a termine con la stessa azienda per lo svolgimento di mansioni di pari livello e categoria, non è stato posto un numero massimo di rinnovi, ma la durata massima complessiva dei diversi contratti non deve comunque superare i 24 mesi.

    In caso di rinnovo, nel nuovo contratto devono essere sempre specificate le causali temporanee. La nuova disciplina del contratto a termine si applica anche al lavoro in somministrazione, ad eccezione del numero massimo di proroghe che resta 6. 

    Tali novità si applicheranno per i contratti stipulati o prorogati a partire dal 1° novembre 2018.

    Tutela in caso di licenziamento ingiustificato

    In caso di licenziamento privo di giusta causa o giustificato motivo, il lavoratore ha diritto ad un regime a tutele crescenti già introdotto dal Jobs Act ed ora modificato.

    Le novità introdotte sono:

    1) Nelle aziende con più di 15 dipendenti, il datore di lavoro dovrà corrispondere al lavoratore licenziato ingiustamente un’indennità compresa tra un minimo di 6 ad un massimo di 36 mensilità, superando la precedente disciplina che prevedeva un minimo di 4 ed un massimo di 24. La quantificazione puntuale dell’indennità avviene riconoscendo 2 mensilità per ogni anno di anzianità di servizio nel rispetto dei limiti minimi e massimi.

    2) Nelle aziende con meno di 15 dipendenti e per gli enti non imprenditori (indipendentemente dalle dimensioni) che svolgono senza fine di lucro attività politica, sindacale, culturale, di istruzione, religione e culto, l’indennizzo previsto è pari ad una mensilità per ogni anno di servizio, per un minimo di 3 ed un massimo di 6. 

    Questo regime di tutele previste in caso di licenziamento illegittimo, interessa solo i dipendenti assunti dal 7 marzo 2015.

    Festa dei nonni 2018 a Vedelago: le foto

    • Pubblicato inFAP
    Festa dei nonni 2018 a Vedelago: le foto

    Il 2 ottobre le Acli di Treviso, in collaborazione con la Fap Acli (Federazione Anziani e Pensionati) e con il patrocinio del Comune di Vedelago, hanno festeggiato la giornata nazionale dedicata ai nonni con una bella iniziativa per le famiglie, organizzata presso la sala cinema Sanson a Vedelago.

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    Il pomeriggio è iniziato alle 15.30 con una buona merenda offerta a nonni e nipoti presso il Circolo Noi della Parrocchia, per poi proseguire con "Meneghino stregone birichino", un divertente spettacolo di burattini messo in scena dalla Compagnia Aldrighi.

    L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo e grande partecipazione: per tanti nonni e nipoti è stata un’occasione per passare un pomeriggio insieme divertendosi.

    Settimana sociale e Partecipare il presente: un autunno ricco di incontri

    • Pubblicato inAcli
    Settimana sociale e Partecipare il presente: un autunno ricco di incontri

    Un fitto calendario di incontri attende i cittadini di Treviso tra ottobre e novembre 2018.

    Il 10 ottobre inizia la 32° Settimana sociale dei cattolici trevigiani, aperta dall'intervento di Gianfranco Agostino Gardin, arcivescovo di Treviso.

    Quattro incontri in totale (fino al 16 ottobre, all'Auditorium S. Pio X) che si propongono di ripartire dall’esempio e dalle intuizioni del beato Giuseppe Toniolo: dalle innovative teorie su lavoro ed economia, a partire dalla centralità della persona umana; dalla valorizzazione della cooperazione e della piccola impresa; soprattutto, dalla sua capacità di mettere in circolo spiritualità, cultura e impegno.

    Continua a leggere e guarda il programma completo della 32° Settimana sociale.

    Il 16 ottobre, con l'incontro Populismi e democrazia, si chiude la manifestazione dei cattolici trevigiani e contemporaneamente prende il via la nuova edizione della Scuola di formazione sociale e politica, promossa dall'associazione Partecipare il presente.

    Altri quattro appuntamenti (fino al 22 novembre) per approfondire i fattori che rischiano di compromettere le basi su cui si regge la democrazia, allargando lo sguardo all'Europa e ponendo una particolare attenzione all'Italia.

    Continua a leggere e guarda il programma completo della Scuola di formazione sociale e politica 2018.

      32° Settimana sociale dei cattolici trevigiani

      • Pubblicato inAcli
      32° Settimana sociale dei cattolici trevigiani

      La Settimana sociale dei cattolici trevigiani 2018 si propone di ripartire dall’esempio e dalle intuizioni del beato Giuseppe Toniolo: dalle innovative teorie su lavoro ed economia, a partire dalla centralità della persona umana; dalla valorizzazione della cooperazione e della piccola impresa; soprattutto, dalla sua capacità di mettere in circolo spiritualità, cultura e impegno.

      Il programma (scarica il pieghevole in fondo alla pagina) prevede quattro incontri di approfondimento tra il 10 e il 16 ottobre, che ripercorreranno il senso del "partecipare" secondo Giuseppe Toniolo: vero e autentico rimedio contro la disgregazione sociale.

      Un fitto dialogo con esperti e ospiti provenienti anche da ambiti diversi da quello spirituale, come il lavoro, l'impresa e la società, e arricchito dal monologo teatrale "Pacem in Terris".

      Il programma

      Gli incontri si tengono alle ore 20.30 presso l'Auditorium S. Pio X, in viale d'Alviano a Treviso.

      MERCOLEDÌ 10 OTTOBRE 2018: PARTECIPARE LA STORIA

      Introduzione di Gianfranco Agostino Gardin, arcivescovo-vescovo di Treviso.

      Intervento sulla figura di Giuseppe Toniolo, a cura del gruppo promotore, e relazione di Marco Impagliazzo, presidente Comunità di S. Egidio e professore ordinario di Storia contemporanea all’Università Roma 3.

      VENERDÌ 12 OTTOBRE 2018: PARTECIPARE IL LAVORO E L’IMPRESA

      Breve introduzione su Toniolo, l’economia e il lavoro.

      Esperienze Alternanza Scuola-Lavoro, Federico Callegari, responsabile Area studi e Sviluppo Economico Camera di Commercio Treviso-Belluno.

      Il “Welfare aziendale” strumento di partecipazione dell’impresa, Fabio Streliotto, co-founder Innova Srl.

      LUNEDÌ 15 OTTOBRE 2018: PARTECIPARE IL CONFLITTO E LA PACE

      Intervento su Toniolo, la Pace e il Diritto internazionale. "Pacem in Terris", Monologo teatrale di Lucilla Giagnoni.

      MARTEDÌ 16 OTTOBRE 2018 PARTECIPARE LA SOCIETÀ

      Democrazia e populismi, prof. Antonio Maria Baggio, professore ordinario di Filosofia Politica all'Istituto Universitario Sophia (in collaborazione con l’associazione Partecipare in presente).

      La presentazione

      Proprio cento anni fa, il 7 ottobre 1918, a poche settimane dalla fine della Grande Guerra, moriva Giuseppe Toniolo. Economista, sociologo, docente universitario, uomo di riferimento per la Chiesa di quei decenni, anticipatore di tanti temi della Dottrina sociale e fondatore delle Settimana sociali dei cattolici italiani.

      Questi alcuni dei tanti motivi per i quali Toniolo merita di essere ricordato, e ristudiato. Fu proprio Treviso la sua città natale, nel 1845. E fu sempre legato, più in generale, alla Marca trevigiana, avendo sposato Maria Schiratti di Pieve di Soligo, località dove è sepolto. Giuseppe Toniolo fu anche laico esemplare e uomo di profonda spiritualità, tanto da essere beatificato nel 2012.

      Fu uomo di speranza, mosso dalla profonda percezione della presenza di Dio nella vicenda umana. La vera e propria “spiritualità dell’azione” che praticò e teorizzò è quanto mai necessaria oggi, nel momento in cui assistiamo al ripiegamento della fede cristiana nell’intimismo e nella sfera privata, all’affievolirsi della speranza e della fiducia nel futuro, alla perdita di incisività dei cattolici impegnati nel sociale, nell’economia, nella politica.

      Questa Settimana sociale dei cattolici trevigiani non vuole però essere una celebrazione rivolta al passato, ma l’attualizzazione di alcune intuizioni di Toniolo, noto per la sua multidisciplinarietà. Come parola di sintesi è stato individuato un verbo, “Partecipare”.

      Per Giuseppe Toniolo “partecipare” rappresentava il vero e l’autentico rimedio alla disgregazione sociale, causato in buona parte dalle deviazioni del capitalismo dell’epoca perché poteva aprire alle classi lavoratrici l’acquisizione legittima e l’impiego utile del capitale.

      La partecipazione, però, chiede di essere declinata in molteplici formule, indispensabili per dare concretezza a un concetto che altrimenti resta una vaga formula evocativa. E il Toniolo si spese a tutto campo, senza risparmio di energie in quest’opera coinvolgendosi in prima persona, “partecipando”, sia in ambito economico, che in quello politico e sociale.

      Partecipazione, per Toniolo, significava la ricerca continua di una pienezza di vita e di dignità per tutti gli uomini; ricerca incessante di superamento degli ostacoli personali, istituzionali o strutturali, che limitano in concreto, nelle circostanze storiche effettive, la piena manifestazione della dignità umana.

      Partecipazione, dunque, come modo di esprimere l’aspirazione diffusa alla vera libertà, alla consapevolezza autentica, al desiderio di assunzione di responsabilità per tutti e per ciascuno, nella solidarietà di tutti e di ciascuno, in una sfera di applicazione che interessa tutte le esperienze, tutti i momenti, tutte le fasi della vita personale e sociale.

      Così concepita, la partecipazione è un valore da promuovere e da sviluppare, comporta un impegno continuo, incessante, di formazione e di azione, di acquisizione di conoscenze e di loro continua applicazione.

      La trentaduesima Settimana sociale dei cattolici trevigiani, si propone allora di riprendere e di riattualizzare questa singolare “spiritualità dell’azione” in alcuni ambiti nei quali i cristiani sono chiamati a dare il proprio contributo di partecipazionela storia, intesa come la risposta del laico cristiano alle sfide del momento; il lavoro e l’impresa, mantenendo uno sguardo attento a nuove forme di partecipazione, come l’alternanza scuola lavoro e il welfare aziendale; la pace, ricordando il profetico impegno del Toniolo per il Diritto internazionale e dando spazio a un monologo teatrale sulla “Pacem in Terris”; la società e la democrazia.

      Incontri di aggiornamento per i Promotori Sociali del Patronato

      Incontri di aggiornamento per i Promotori Sociali del Patronato

       

      Il Patronato Acli di Treviso organizza due incontri di formazione e aggiornamento per i promotori sociali.

      Le dinamiche del welfare, locale e nazionale, sono sempre più complesse e di difficile interpretazione per i cittadini e gli stranieri. Occorrono uomini e donne preparati che si prendano cura dei diritti, che li promuovano e, così
      facendo, tutelino le persone. I promotori sociali sono volontari che con impegno si rendono disponibili per orientare gli utenti e supportare le attività del Patronato.

      Per confrontarsi sull’impegno concreto all'interno degli uffici di Patronato, e fornire un aggiornamento sulle ultime novità, sono stati programmati due incontri di approfondimento:

      • 22 ottobre 2018: le prestazioni di sostegno al reddito
      • 12 novembre 2018: lavoratori precoci e lavori usuranti

      Entrambi gli incontri si tengono nella sala riunioni delle Acli provinciali di Treviso, in viale della Repubblica 193/A, dalle ore 15.00 alle ore 17.30.

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      Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

      Giorgio La Pira