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"Relazionarsi con il diverso": gli studenti contro il pregiudizio

    "Relazionarsi con il diverso": gli studenti contro il pregiudizio

    L’articolo 1 della Carta dei diritti umani afferma: "Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza". Più spesso però la realtà testimonia il contrario, quando non ci troviamo di fronte a veri episodi di violenza o emarginazione nei confronti di bambini, giovani o anziani disabili.

    Il progetto “Relazionarsi con il diverso”

    A partire dalla necessità di costruire una società accogliente, che si ponga in ascolto di tutti gli individui nella loro diversità e complessità, le Acli provinciali di Treviso si sono fatte promotori del progetto "Relazionarsi con il diverso": un percorso che parte dai più giovani e si rivolge agli studenti delle classi terze degli istituti superiori IIS Einaudi–ScarpaLiceo Levi di Montebelluna, che visiteranno alcuni centri per disabili fisici e psichici. 

    Gli alunni, dopo un primo "naturale" imbarazzo, avranno la possibilità di inserirsi nell’attività quotidiana dei centri, entrando in relazione con i "diversi" lì accolti. L'obiettivo è creare una vicinanza, una "relazione" che consideri senza pregiudizi la persona, le sue potenzialità, le sue sensibilità e colga la dignità di cui è depositario ogni essere umano.

    Questo progetto nasce per promuovere l’importanza di conoscere se stessi e l’altro, sviluppando la consapevolezza dell’esistenza di stereotipi e pregiudizi verso coloro che sono percepiti come il "diverso". Conoscere da vicino l'altro, stabilire una relazione e riconoscere questi stereotipi, sono i primi passi per "smontare" il pregiudizio. Oltre a sensibilizzare i più giovani sull'enorme valore che associazioni e cooperative sociali costituiscono per la società, incoraggiando l’incontro tra il mondo scolastico e il volontariato.

    Come si svolgono le attività 

    Il progetto coinvolge due operatori e due volontarie delle Acli, e si articola in tre fasi: 2 ore di attività formativa in aula, seguita da una giornata trascorsa in un centro diurno per disabili fisici e psichici (dalle 8 alle 16), e infine un’ora di attività di verifica, svolta in classe, con l’obiettivo di avere un feedback dai ragazzi dopo l’esperienza nei centri.

    L’esperienza diventa un’occasione per mettersi alla prova, per promuovere percorsi che evitino il rifiuto pregiudiziale, che crea barriere di indifferenza e intolleranza, e porti piuttosto alla loro accettazione per avviare relazioni autentiche e formative.

    Il progetto prende il via dal mese di marzo e andrà avanti fino a maggio, coinvolgendo le realtà di Montebelluna e ma anche Castelfranco e dintorni (Vedelago, Valdobbiadene, Asolo, Pederobba, Castelcucco, Vidor, Volpago, Giavera, Monfumo, Loria).

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    Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

    Giorgio La Pira