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E' anche grazie a Tina Anselmi se sono qui

    E' anche grazie a Tina Anselmi se sono qui

    “Una donna coraggiosa, impegnata e con una forte passione popolare”.

    Questo è quello che si legge di Tina Anselmi su tutti i giornali, questo è quanto mi è sempre stato raccontato da coloro che hanno avuto la fortuna di poter condividere con lei le storiche battaglie per la libertà e il riconoscimento dei fondamentali diritti umani.

    Io non ho avuto questa opportunità, però sono profondamente convinta che è anche grazie all’azione politica e sociale di donne come Tina Anselmi, se oggi io sono qui. Mi riferisco alle conquiste in ambito politico ed istituzionale che rendono possibile ad una giovane donna come me di esercitare senza ostacoli il proprio ruolo associativo.

    Ma prima ancora penso al difficile percorso che ha portato al riconoscimento del principio dell’uguaglianza di genere in molti ambiti, penso soprattutto alle norme sulla tutela della maternità che hanno consentito a molte donne di conciliare il ruolo genitoriale con quello lavorativo.

    Tra queste c’era anche mia madre, una giovane operaia tessile che, dieci anni dopo l’emanazione della legge n.1204 del 1971, ha deciso di mettermi al mondo senza essere costretta ad operare una scelta tra l’essere madre e l’essere lavoratrice.

    Non posso dire di averla conosciuta personalmente però le sono grata per il suo impegno e la sua determinazione, perché ciò che realizzato mi ha coinvolto personalmente; perché è proprio nel quotidiano di ognuno di noi che continuano a vivere le idee e le azioni di persone come Tina Anselmi.

    A noi resta il compito di non dimenticare e di non smettere di lottare perché come ci insegnava “nessuna conquista è definitiva”.

    A nome delle Acli Provinciali di Provinciali di Treviso rivolgo un pensiero di cordoglio e vicinanza ai familiari e alle persone care.

    Laura Vacilotto, presidente provinciale Acli

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    Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

    Giorgio La Pira