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Al via la campagna #People4Soil

    Al via la campagna #People4Soil

    Anche le Acli aderiscono alla campagna People4Soil per la tutela del suolo, perchè l'Europa riconosca il suolo come un bene comune.
    L'iniziativa è stata presentata all'interno del Salone internazionale del Gusto 2016 a Torino alla presenza di tutti i referenti delle associazioni aderenti.

    Ogni anno in Europa spariscono sotto il cemento 1000 kmq di suolo fertile, un'area estesa come l'intera città di Roma.
    Senza un suolo sano e vivo non c'è futuro per l'uomo. Oggi il suolo è violentato, soffocato, contaminato, sfruttato, avvelenato, maltrattato, consumato. Un suolo sano e vivo ci protegge dai disastri ambientali, dai cambiamenti climatici, dalle emergenze alimentari. Tutelare il suolo è il primo modo di proteggere uomini, piante, animali.
    Nonostante questo, in Europa, non esiste una legge comune che difenda il suolo. I cittadini di tutta Europa chiedono di difenderlo dal cemento, dall’inquinamento e dagli interessi speculativi. Insieme a noi, oltre 300 associazioni chiedono all'UE norme specifiche per tutelare il suolo, bene essenziale alla vita come l'acqua e come l'aria.

    "Chiediamo che il suolo venga riconosciuto come un patrimonio comune - spiega il trevigiano Andrea Citron, consigliere nazionale Acli con delega all'ambiente - che necessita di protezione a livello europeo, in quanto garantisce la sicurezza alimentare, la conservazione della biodiversità e la regolazione dei cambiamenti climatici".
    Con la campagna si mira a fare pressione perchè sia realizzato un quadro legislativo che tuteli i suoli europei dall'eccessiva cementificazione, dalla contaminazione, dall'erosione, dalla perdita di materia organica e dalla perdita di biodiversità.

    People4Soil è un'Iniziativa dei Cittadini Europei sostenuta da più di 300 associazioni.

    Tutte le info sul sito www.salvailsuolo.it

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    Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

    Giorgio La Pira