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Frammenti di vite migranti

    Frammenti di vite migranti

    Una raccolta di pensieri che stavolta vale proprio la pena di fermarsi a leggere. Sono stati pubblicati sul sito delle Acli di Treviso  con il titolo “Biblioteche viventi migranti”. Riflessioni nuove, a volte spiazzanti, altre come lame taglienti, idee ed emozioni di chi vive la condizione di straniero in Italia. “Ciascuna pagina è stata scritta dando voce a tutti coloro che giungono nel nostro Paese con la voglia di mettere a disposizione la propria esperienza autobiografica attraverso la narrazione scritta e orale per farsi conoscere – spiega Barbara Callegari volontaria in Servizio civile alle Acli che ha curato la raccolta -. Ogni storia è espressione della ricerca ‘identitaria’ dell’essere straniero a partire dal suo desiderio di reinvenzione di sé stesso come persona e nuovo io all’interno di un nuovo paese. Una persona che affronta in particolare la difficoltà dell’integrazione per favorire un passaggio dalla condizione di ‘altro’ a quella di cittadino, per essere parte di un ‘noi’ comunitario”.

    Dentro si trova il senso di essere stranieri, il viaggio, le lettere a casa, la vita come continua traduzione, la famiglia, gli italiani. “Human Libray - Biblioteca Vivente - è una metodologia autobiografica nata in Danimarca nel 2000 e pochi anni dopo è stata riconosciuta dal Consiglio d’Europa come ottima pratica nella lotta contro le discriminazioni e i pregiudizi per il dialogo interculturale e come strumento di promozione dei diritti umani, diffondendosi in tutto il mondo”.

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    Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

    Giorgio La Pira