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Pace, lavoro e dignità: scoprire la dignità del lavoro

    Pace, lavoro e dignità: scoprire la dignità del lavoro

    Anche quest’anno nell’ambito della campagna “Pace, lavoro e dignità” delle Acli aps è tornato il progetto “relAzionarsi con il diVerso”, il percorso che grazie alle Acli mette insieme scuola e centri educativi diurni del territorio per far scoprire agli studenti la dignità del lavoro e comprendere davvero l’articolo 4 della Costituzione: “Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società” (art. 4 co.2 Costituzione).
    Fino allo scorso anno il progetto (interrotto solo in piena pandemia) è stato coordinato dalle Acli Provinciali di Treviso aps, ma nel 2024 il Circolo Acli di Cornuda aps è passato al timone del progetto, intraprendendo con interesse e coraggio questa avventura grazie ai propri volontari. Nell’anno scolastico 2023-202424 il progetto “relAzionarsi con il diVerso” ha visto l’adesione di 11 classi dell’IIS Einaudi-Scarpa e 6 classi del Liceo Levi, entrambi di Montebelluna, e dall’altra parte di circa 20 centri educativi occupazionali diurni (CEOD), centri educativi riabilitativi diurni (CERD) e centri di lavoro guidato (CLG) tra Valdobbiadene, Montebelluna, Asolo e Castelfranco Veneto. Il percorso è articolato come sempre in tre fasi con il coordinamento dei volontari Acli che fanno da interfaccia tra scuola e centri educativi cercando di incrociare le diverse esigenze: inizialmente sono previste due ore di attività formativa in aula, seguite da una giornata trascorsa dai ragazzi divisi per gruppi in un ceod o clg e infine un’ultima ora di lezione è dedicata alla restituzione sulle impressioni avute durante la giornata in uscita.
    Il lavoro che si svolge nei centri si è rivelato un mediatore efficace di comunicazione tra gli studenti e le persone con disabilità ospiti dei centri: “fare insieme” porta a condividere l’attività, vedere a cosa è finalizzato quel lavoro e quale contributo porta alla società.
    I CEOD, CLG, CERD del Distretto di Asolo dell’ULSS 2 hanno manifestato la loro completa disponibilità ad accogliere i giovani confermando l’importanza di aprire i servizi sempre di più dopo l’isolamento provocato dalla pandemia. Le strutture, e soprattutto i loro ospiti, si rivelano accoglienti e capaci di mettere a loro agio i ragazzi che hanno condiviso con naturalezza le loro attività. Durante la giornata presso i centri, i ragazzi talvolta riescono davvero a cogliere il progresso materiale o spirituale della società.

    Testimonianza di un’alunna di una classe terza dell’IIS Einaudi-Scarpa di Montebelluna:

    "Nella nostra società una persona con delle disabilità è considerata come una limitazione, un imprevisto o talvolta addirittura una difficoltà. Invece voglio controbattere questa affermazione perché la giornata che ho potuto vivere posso affermare sia stata una delle giornate con più valore che finora io abbia vissuto. Sento questo perchè io sono convinta che le persone che in quella giornata si sono presentate, mi abbiano accolto, mi abbiano insegnato piccole cose che per loro non sono affatto piccole. Sono delle persone che in loro stesse hanno un mondo a volte migliore del nostro. Io a loro confronto mi sento un nulla perchè ho capito una cosa fondamentale: danno un amore che nessuno sa dare perchè, come mi diceva mia mamma, loro danno amore senza richiedere nulla in cambio.
    Non ho molte parole per esprimere la giornata, ma non perchè ci siano state delle difficoltà. Piuttosto l’esperienza in me ha lasciato delle sensazioni che mi porterò per il resto della mia vita. Queste creature favolose le voglio affiancare a dei bambini, o perlomeno per me è cosi, poichè mi trasmettono un’immensa serenità e pace che nessuno saprà mai fare. Quindi vorrei concludere ringraziando la scuola dell’opportunità che mi è stata regalata e ribadendo che l’unica barriera può venire dalla nostra società".

    La valutazione in classe è stata molto positiva, ecco alcune parole che gli studenti hanno scritto sulla lavagna della propria classe al termine del percorso.



    Testimonianza di una volontaria del Circolo Acli di Cornuda aps impegnata nel progetto:

    "Ho accolto con qualche perplessità la proposta che mi ha fatto il presidente di circolo di collaborare a questo progetto in quanto l'ambiente scuola è distante da me, ma considerata la validità dell'iniziativa ho capito che valeva la pena dedicare un po' del mio tempo a questa “novità”. Il mio compito è stato quello di organizzare e coordinare il calendario delle uscite degli studenti, gestire i contatti con i vari centri coinvolti nel progetto e visitare i centri in occasione delle uscite. Questo mi ha permesso di incontrare tanti studenti che, abbandonata la spavalderia a volte dimostrata in classe durante la presentazione del progetto, con un po'  di timore sono entrati in contatto con il mondo della disabilità per poi uscirne, a fine giornata, contenti soddisfatti entusiasti per una esperienza che li ha fatti incontrare sì con  il diverso, ma li fatti sentire a loro volta diversi.
    Entrare nei centri è un momento di incontro con persone speciali: speciali sono gli ospiti che a loro modo accolgono con grande spontaneità ognuno come fosse uno di casa, uno di loro; speciali sono gli operatori che in ogni gesto e in ogni parola esprimono la dedizione con la quale svolgono il proprio lavoro tanto da poter pensare che si tratti di una “missione”. Anche se il progetto è rivolto agli studenti, è evidente quanto sia importante per gli ospiti di questi centri incontrare i ragazzi, vivere e condividere una giornata che anche per loro diventa diversa, va oltre la solita quotidianità. è uno scambio ed un intreccio di nuovi modi di comunicare che rende ognuno più ricco superando l'ostacolo della differenza".

    Pace, lavoro e dignità

     

     

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    Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

    Giorgio La Pira