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Concluso il progetto Impact: a scuola contro ogni forma di discriminazione

    Concluso il progetto Impact: a scuola contro ogni forma di discriminazione

    Dopo due anni di stop, causa pandemia, finalmente le Acli di Treviso dallo scorso autunno sono tornate in classe. Hanno ripreso i laboratori nelle scuole sui temi delle discriminazioni etnico razziali, finanziati dalla Regione Veneto attraverso il progetto Impact.

    Si tratta di 18 percorsi in altrettante classi di istituti di secondo grado dove i nostri operatori hanno incontrato 400 studenti, coinvolgendoli in attività di contrasto ad ogni forma di discriminazione

    Sono stati affrontati i temi dei pregiudizi e del razzismo, per come si manifestano nella società contemporanea e per come si sono evoluti storicamente e socialmente nel mondo occidentale, partendo dal vissuto quotidiano dei ragazzi e delle ragazze e riflettendo insieme sull’identità e la specificità di ciascuno.

    4 i video prodotti che prossimamente pubblicheremo.

     

      

    "Tornare in classe in un momento di post-pandemia, in alcuni giorni  non tanto post, è stato emozionante - commenta Laura Vacilotto referente del progetto -. I ragazzi ti riportano immediatamente faccia a faccia con la loro quotidianità, così terribilmente ingessata negli ultimi anni. Mai avrei immaginato di raccogliere apprezzamento per il solo fatto di proporre un’attività da svolgersi in gruppo, meno ancora per aver consentito ai ragazzi di confrontarsi apertamente su termini quali pregiudizio e discriminazione".

    Invece è andata proprio in questo modo, erano felici di stare assieme e discutere, giocare, progettare. Può sembrare un obiettivo poco impattante, in realtà restituisce la misura di quanto ci sia da fare per recuperare la voglia e la spontaneità del condividere.

    "Da sola questa considerazione è sufficiente a ricordare a chi come noi si prendere cura delle comunità, come sia fondamentale prestare un’attenzione particolare ai giovani - conclude Laura . Darsi il tempo di ascoltare ciò che hanno da raccontare, senza vincoli di tempo o di budget, rappresenta un investimento imprescindibile per immaginare il futuro delle nostre comunità. Comunità che i ragazzi riconoscono già come eterogenee da un punto di vista etnico, di appartenenza politica e religiosa. Hanno già sperimentato la diversità e la riconoscono come un valore da preservare".

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    Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

    Giorgio La Pira