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Firmato il protocollo del progetto del fondo diocesano "Sta a noi"

    Firmato il protocollo del progetto del fondo diocesano "Sta a noi"

    La firma del protocollo d’intesa si è tenuta lunedì 14 giugno nel salone del Vescovado di Treviso.

    Erano presenti il vescovo Michele Tomasi, il direttore della Caritas Tarvisina, don Davide Schiavon e i rappresentanti dei soggetti coinvolti e interessati a far crescere il progetto nel territorio. Tra essi anche le Acli di Treviso che hanno partecipato fin dalla costituzione del gruppo di lavoro del Fondo.

    Definiti nel dettaglio obiettivi e compiti di tutti i soggetti coinvolti. 

    Il progetto “Sta a noi – per un patto di comunità”, a due mesi dal lancio nel momento della Pasqua, vede ora la firma di un Protocollo d’intesa ufficiale che definisce nel dettaglio obiettivi e compiti di tutti i soggetti coinvolti.

    La firma del protocollo d’intesa si è tenuta lunedì 14 giugno nel salone del Vescovado di Treviso. Erano presenti il vescovo Michele Tomasi, il direttore della Caritas Tarvisina, don Davide Schiavon e i rappresentanti dei soggetti coinvolti e interessati a far crescere il progetto nel territorio: Acli provinciali di Treviso, di Venezia e di Padova, Camera di Commercio, Industria, Artigianato, Agricoltura di Treviso e Belluno, Centro della famiglia Istituto di cultura e pastorale di Treviso, CNA Associazione Territoriale di Treviso, Confartigianato imprese di San Donà di Piave, Confartigianato Marca Trevigiana, Confcommercio del Miranese, Confcommercio Imprese per l’Italia ASCOM Padova, Confcommercio San Donà di Piave – Jesolo, Confesercenti di Treviso, Federmanager Treviso Belluno, Rotary Club di Treviso e UCID sezione provinciale di Treviso e Unascom Confcommercio di Treviso.

    Ha aperto l’incontro il vescovo Michele, che ha fatto memoria di com’è nata questa iniziativa diocesana in un “periodo di difficoltà, inedito, che ci chiede e ci permette di mettere a valore sempre maggiore tutto ciò che funziona e funzionava bene nel nostro tessuto sociale”. L’iniziativa è stata spinta dall’inizio dal Vescovo come azione concreta di solidarietà, con il forte desiderio di mettere in moto la Chiesa di Treviso, che ha messo a disposizione la propria rete, insieme a tutti gli altri soggetti (istituzioni, associazioni, imprese, cittadini) per offrire questa modalità di ascolto del territorio e di risposta solidale alle difficoltà di famiglie e imprese in seguito alla pandemia da Covid 19. “La dedizione convergente di tante istituzioni a servizio del bene comune è segno di speranza in un tempo di prova, in cui la ricerca del bene di tutti è garanzia della possibilità di sviluppo e di crescita di ciascuno. E’ questo il servizio che ci è concesso insieme di dare” ha sottolineato mons. Tomasi.

    Il progetto diocesano di solidarietà “Sta a noi – Per un patto di comunità”, che prevede un “Fondo di comunità” e di “Microcredito per le imprese”, è nato a sostegno delle famiglie e delle attività economiche che stanno maggiormente soffrendo per le conseguenze della pandemia. È partito con una dotazione iniziale, assicurata dalla Diocesi di Treviso, di 550 mila euro, derivanti soprattutto dai fondi dell’8xMille, che è stata incrementata in queste settimane dalle numerose donazioni di famiglie, parrocchie, aziende e gruppi, per un importo di circa 66 mila euro (dati al 10 giugno).

     

    Don Davide Schiavon, direttore della Caritas Tarvisina che ha un ruolo operativo nell’iniziativa, ha ricordato come diversi uffici diocesani hanno lavorato insieme da settembre. Inoltre ha spiegato come sono circa 200 i volontari coinvolti, gli Operatori fiduciari, che fanno riferimento alla Caritas diocesana e alle Acli provinciali e incontrano negli sportelli le persone in difficoltà, e le Famiglie-sentinella, che sono seguite dall’Ufficio di Pastorale Familiare e hanno un ruolo fondamentale nella costituzione della rete territoriale.

    Quasi tutti i presidenti o i rappresentanti dei soggetti firmatari sono intervenuti nell’incontro in Vescovado per esprimere la propria adesione e il plauso per l’iniziativa, assicurando sostegno e ulteriore collaborazione per far crescere il progetto.

     

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    Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

    Giorgio La Pira