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"Il mio servizio civile". Grazie Serena!

E’ iniziata il 20 febbraio la mia avventura all’interno delle Acli di Treviso con il servizio civile.

Già da qualche anno c’era l’idea di intraprendere questa strada, ma per un motivo o per l’altro ho sempre rimandato.

Di certo nessuno poteva però prevedere che proprio dopo poche settimane dal mio inizio si sarebbe verificata una pandemia mondiale.

ALL'INIZIO....

Una volta decisa a provare questa esperienza e non appena ho letto il progetto che poteva essermi affidato nel caso fossi stata selezionata, l’ho sentito molto vicino all’ambito dei miei studi.

Mi sono laureata 2 anni fa all’università Ca’ Foscari di Venezia in “Scienze della società e del servizio sociale” e ho conseguito il titolo di assistente sociale con l’esame di Stato.

Il progetto di servizio civile da me scelto è stato ”Mondo famiglia”, il cui obiettivo generale è stato quello di aumentare la qualità della vita delle famiglie, dando supporto ai caregivers impegnati nella cura ed assistenza dei familiari più in difficoltà, rafforzandone le competenze e supportandoli nelle attività quotidiane.

Il programma proposto l’ho trovato molto vicino alle realtà che ho studiato e visto tramite il tirocinio universitario e perciò non ho potuto non optare per questo.

Nonostante non avessi le idee ben chiare su cosa avrei dovuto fare e che tipo di attività avrei svolto ho deciso di fare questo salto nel buio e provarci.

Quello che posso dire ormai alla conclusione del mio servizio civile è che questa esperienza offre un vasto ventaglio di attività e mostra la realtà sociale e il mondo del lavoro sotto diversi punti di vista.

Mi sono resa conto dell’importanza del territorio e della sua conoscenza, cosa che mi è sempre stata ripetuta più volte anche durante il mio percorso di studi, ma che finché “non tocchi con mano” non comprendi appieno.

PARTITA!

Stessa cosa dicasi per la collaborazione tra operatori, che risulta fondamentale per la buona riuscita di un progetto.

Grazie al servizio civile ho potuto provare di persona cosa significa il lavoro di ufficio, con archiviazioni, tesseramenti dei soci dell’associazione, l’utilizzo dell’email ma soprattutto del telefono, mezzo che in questo momento più che mai risulta essere estremamente importante per dare un corretto orientamento all’utenza e un appoggio “più vicino” alla persona, non potendoci esserci un contatto diretto con la persona.

Ma sono stata resa partecipe anche in attività più pratiche, come il progetto “a partire da noi” in cui oltre ad aver potuto osservare e agire in ufficio sono intervenuta anche “sul campo”.

Ho partecipato a riunioni organizzative e informative, ho assistito ed effettuato colloqui con le famiglie, mi sono occupata della realizzazione delle cartelle cartacee, mi sono tenuta in contatto con l’utenza attraverso il telefono, ho consegnato le cassette alimentari direttamente alle famiglie potendole conoscere di persona e vedere personalmente la loro dimora, mantenendo sempre e comunque le dovute precauzioni anti covid.  

IN PRIMA LINEA

L’attività che però mi ha vista in prima linea e di cui mi sono occupata in maniera autonoma in quasi tutti i suoi aspetti è stata l’organizzazione del corso colf e collaboratori domestici.

Credo l’esperienza che più mi ha messo alla prova, ma che allo stesso tempo mi ha dato più soddisfazione in assoluto in tutto l’anno di servizio civile.

Questa attività formativa finanziata da Ebincolf (Ente Bilaterale Nazionale del Comparto di Datori di Lavoro e dei Collaboratori Familiari) è volta a trasmettere e fissare specifiche conoscenze teoriche e pratiche, nell’ambito del lavoro domestico.

Le argomentazioni affrontate infatti hanno riguardato diversi aspetti, cercando di comprendere tutti quelli relativi al lavoro domestico: le pulizie della casa, la gestione del guardaroba, la prevenzione degli incidenti domestici, la cucina e la corretta alimentazione, la legislazione e gli aggiornamenti sul nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro domestico, l’identità professionale e gli aspetti psicologici di relazione.

Mi è stata perciò affidata la sua organizzazione: dal cercare e contattare dei relatori competenti ed esperti nelle diverse argomentazioni, al mantenere con loro i contatti per pianificare al meglio le lezioni, dalla raccolta delle adesioni all’essere disponibile a sciogliere dubbi e a rispondere ai quesiti dei partecipanti al corso, cercando di farli sentire sempre a proprio agio e bene accolti, alla raccolta e distribuzione della documentazione necessaria, dall’allestimento della sala mantenendo le misure di sicurezza anti covid in presenza, al passaggio successivamente, date le nuove ordinanze, alle lezioni online.

 Il tutto tenendo ben presente le linee guida e il regolamento da rispettare.

Non è stato affatto semplice. E il coronavirus non ha di certo facilitato le cose…anzi.

Dopo quindi un inizio alquanto complesso sono riuscita a portare a termine l’incarico assegnatomi.

Il 17 settembre infatti ha avuto inizio il corso, suddiviso in 10 lezioni per un totale di 40 ore, 28 in presenza e 12 online.

Sia il tipo di relazione che si è creato con i relatori, sia il rapporto che si è costituito con i partecipanti al corso mi ha ripagato di tutti gli sforzi e la fatica fatta in precedenza.

UN IMPEGNO DI GRAN VALORE

Mi hanno dato tutti una soddisfazione immensa, facendomi capire di aver svolto un buon lavoro, sia dal punto di vista dell’organizzazione pratica del corso, ma anche e soprattutto di come sono riuscita a gestire le relazioni.

Ho visto molto apprezzato tutto l’impegno che ci ho messo e mi sono sentita apprezzata proprio come persona.

Mi sono state dette cose veramente molto belle, che non mi aspettavo e che mi hanno fatto un grande piacere.

La sorpresa più grande poi è arrivata con la richiesta da parte dell’ente finanziatore di organizzare nuovamente il corso data la buona riuscita del primo.

Certamente più consapevole su come “muovermi” e procedere ho programmato anche il secondo corso.

Questa volta svolto interamente online.

Ulteriore sfida data la poca preparazione in campo tecnologico degli iscritti a cui ho dovuto fornire supporto, ma che dato il loro impegno e la loro voglia di partecipare non ha ostacolato la partenza delle lezioni.

Anche i relatori si sono resi nuovamente disponibili a ripetere l’esperienza lavorativa dimostrandosi oltretutto entusiasti.

Questo per me ha significato una piccola vittoria personale contro me stessa ed è stata la conferma di essere stata all’altezza del compito.

Durante il periodo di servizio civile ho potuto assistere anche ad alcuni colloqui orientativi per l’amministratore di sostegno, in cui vengono date le informazioni relative a tale figura e spiegate le procedure necessarie per poter essere nominati come tali.

Anche questo mi ha dato la possibilità di capire meglio e chiarire nella mia testa le funzioni di questo ruolo, che fino a prima avevo solo studiato su un libro.

Oltre a svolgere attività di tipo pratico in cui ho potuto sperimentarmi, non è mancata la formazione teorica, svolta sia in presenza con la mia OLP e altri operatori, sia tramite piattaforma online, affrontando diverse tematiche come ad esempio la presentazione del sistema delle Acli, i suoi servizi e la sua storia, per poi arrivare ad argomenti più specifici come i modelli di funzionamento e di gestione delle organizzazioni, della gestione dei rapporti interpersonali e dell'inserimento in contesti professionali, della gestione del lavoro e della risoluzione dei problemi in un'ottica di flessibilità e disponibilità ai cambiamenti, le tecniche dell’agire comunicativo all’interno di un gruppo, l’importanza rivestita dalla leadership all’interno di un gruppo di lavoro, il lavoro di equipe e la gestione di un progetto, indicandone le fasi principali, i problemi che possono emergere e le relative tecniche di risoluzione.

ED IN CONCLUSIONE....

Alla conclusione ormai di questo percorso posso dire che quest’anno è volato, tanto che non me ne sono resa conto, ma allo stesso tempo mi sembra di essere qui da sempre.

Quest’esperienza mi ha permesso di conoscere molte persone, diverse tra loro, ma che ognuna mi ha lasciato qualcosa.

Tutti i componenti delle Acli di Treviso mi hanno da subito accolta come parte integrante e attiva dell’associazione e mi permetto di dire anche che mi hanno fatto sentire parte di questa grande famiglia.

Ho cercato di fare tesoro di tutto ciò che ho visto, tutto quello che mi è stato detto, tutto quello che mi è stato spiegato e tutto ciò che ho vissuto.

Un’esperienza che forse non è paragonabile a nessun’altra, perché non si limita al prepararti al mondo del lavoro come forse un ordinario tirocinio, ma ti mette di fronte a te stesso e ai tuoi limiti, permettendo di sperimentarti in pieno rimanendo comunque in un ambiente protetto, accogliente e comprensivo.

Quello che ho sentito fin da subito è che mi è stata data piena fiducia in tutto, perciò ringrazio davvero per questa grande opportunità che mi è stata data, sperando di non aver deluso le aspettative e di aver lasciato anche io nel mio piccolo un qualcosa di positivo.

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Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

Giorgio La Pira