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Il tempo prezioso dell'accoglienza. Le Acli incontrano mons. Michele Tomasi

    Il tempo prezioso dell'accoglienza. Le Acli incontrano mons. Michele Tomasi

    "Prendetevi del tempo con le persone a cui volete bene, lascatevi amare e sarete accoglienti".

    Un incontro importante per le nostre Acli di Treviso, familiare e al tempo stesso ricco di sollecitazioni. E’ quello con mons. Michele Tomasi, vescovo di Treviso, che la scorsa settimana ha conosciuto i nostri dipendenti, volontari, dirigenti dell’associazione proponendoci anche alcune riflessioni in tema natalizio.

     “Non perdete la C che sta dentro il vostro nome Acli (C di cristiane, alla sequela di Cristo) – ha esordito -. L’incentivo di uno stipendio non è mai bastato da solo per coinvolgersi in un lavoro, serve giocarsi in prima persona, almeno mettere qualcosa di sé in quello che si fa”.

    “Continuate a tendere ferventemente al bene comune perché c’è estremo bisogno di realtà che se ne occupano. In questi tempi complicati tocca a noi, ciò vuol dire che il Signore si sta fidando di noi, forse per fare l'impossibile, sicuramente per fare ciò di cui c'è bisogno. Proviamo a lasciare da parte i lamenti e a cantare il nostro canto che si esprime in come incontriamo le persone nella pazienza".

    "Continuate anche a prendervi del tempo, per passare dei bei momenti con le persone a cui volete bene. Sarà anche banale ma ci serve. E’ quello che ci serve. Come quel bambino nel presepe che chiede la nostra accoglienza. Se abbiamo la Grazia di avere qualcuno che ci guarda con amore lasciamoci alimentare per accogliere altri”.

    “Continuate ad esserci, e siate fantasiosi, il mondo va veloce ma i nostri pensieri sono più veloci".

     

    “Siamo chiamati ad operare in modo spesso frenetico, in prima linea per rispondere ai bisogni delle persone, bisogni che cambiano continuamente – ha detto Laura Vacilotto, presidente provinciale Acli -. Questo è un momento per noi per guardare oltre e ritrovare le motivazioni profonde del nostro impegno e della speranza che abbiamo. Non è sempre facile, ma la via passa inevitabilmente per questa continua riscoperta”.

     

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    Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

    Giorgio La Pira