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Inondanzione in Bosnia: aggiornamento

    Per il momento in alcune zone è possibile solo sorvolare con elicotteri e droni da ricognizionePer il momento in alcune zone è possibile solo sorvolare con elicotteri e droni da ricognizione

    AGGIORNAMENTO, di Silvia Maraone

    Procedono senza sosta in questi giorni le azioni di sostegno per le popolazioni colpite dalle alluvioni.
    I primi abitanti delle città colpite, oramai quasi sgombere dall’acqua e dove dunque è tornate la luce e l’elettricità,  sono riusciti a rientrare nelle proprie abitazioni e sono in corso le pulizie delle strade e degli appartamenti inondati.
     
    E’ fortemente sconsigliato bere dalle tubature, per cui l’emergenza idrica resta un problema principale a cui stanno provvedendo le donazioni dei privati e le cisterne dei mezzi militari e della protezione civile locale.

    Il rientro nelle campagne si prospetta invece lungo e faticoso, oltre ad essere andate distrutte le case,  le strade sono ricoperte da detriti, la corrente non è stata ancora ripristinata e lo spostamento di ordigni inesplosi (mine e Uxo) risalenti al conflitto resta un rischio serio a cui il BHMac continua a far riferimento dopo il ritrovramento a Doboj e a Brcko di bombe a mano e proiettili inesplosi

    Oltre a questo grossa parte del bestiame e degli animali che non si sono salvati giace morto nel fango, col rischio di un danno epidemiologico non da poco.

    Le strutture come le scuole e le palestre funzionano come centri per gli sfollati, gli ospedali di Doboj, Brcko e Maglaj sono stati daneggiati ai piani inferiori pertanto la capacità di prestare cure non è a pieno regime, ci sono dunque evacuazioni in altri ospedali per i casi più gravi  e anche in questo caso i militari stanno allestendo ospedali da campo e tende per accogliere gli sfollati.

    La solidarietà è stata trasversale, gli aiuti son venuti da tutte le parti del mondo e in particolare si sono attivate le persone dei Balcani, dimostrando uno spirito di fratellanza senza pari nella storia recente di questi popoli. Studenti, associazioni, singoli cittadini stanno lavorando nel fango per togliere i detriti e permettere il risanamento degli edifici e il ritorno alla normalità, lontano dal venire. Oltre ad alcuni tratti delle strade principali le frontiere del nord est sono chiuse.

    Pertanto i numerosi convogli con gli aiuti sono bloccati o rallentati.
    Relativamente ai carichi umanitari è INUTILE portare cose senza disbrigare le pratiche doganali in anticipo,

    Il che significa rispettare le procedure per il transito alle frontiere EU  e l’importazione (priva di dazio doganale) che deve essere dunque fatta attraverso atti di donazione alle associazioni preposte all’accettazione dei carichi umanitari.

    In generale, sempre in materia di aiuti umanitari, la solidarietà sta facendo fronte alle esigenze, pertanto non c’è urgenza di invio di materiale alla popolazione.

    Se si volessero inviare cibo, farmaci e generi di conforto è necessario scrivere a pennarello sul codice a barre la lettera H (per humanitarni) di modo che non vengano rivenduti. Infatti ci sono stati sporadici episodi di sciacallaggio nei luoghi delle tragedie e vendita di aiuti donati.

    Il primo bisogno a cui si sta ora cercando di fra fronte è quello del censimento delle zone inondate e il conto dei danni che resta ancora fatto di sole stime, compreso il numero reale delle vittime.
    Per il momento in alcune zone è possibile solo sorvolare con elicotteri e droni da ricognizione.

    Il tempo resta stabile anche se è in vista un peggioramento nel fine settimana ma il livello dell’acqua nei fiumi si è abbassato pertanto non dovrebbe creare un problema in termini di inondazioni, ma potrebbe accelerare il processo di frane ed erosioni in corso nelle zone colpite.

    Silvia Maraone

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    Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

    Giorgio La Pira