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Congresso Fap Treviso il 14 giugno

    Lavoro, lotta alla povertà, tutela dei diritti tra le priorità dell'associazioneLavoro, lotta alla povertà, tutela dei diritti tra le priorità dell'associazione

    “Protagonisti nei territori per riformare dal basso il sistema di welfare.”
    Questo il tema scelto per il II° Congresso provinciale della Federazione Anziani e Pensionati delle Acli previsto il prossimo 14 giugno a partire dalle ore 9.30 presso la Sala convegni delle Acli di Treviso.
    La Fap Acli si sta organizzando con le assemblee territoriali, previste il prossimo 29.05 a Conegliano, il 30.05 a Vedelago e il 31.05 a San Polo di Piave.

     

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    La Fap celebra il congresso e indica le direttive da seguire
    Mentre si celebrano in questo periodo i congressi della Fap Acli a tutti i livelli territoriali – provinciale, regionale e nazionale -, è maturata una riflessione importante all’interno della federazione anziani e pensionati su alcuni temi strategici per tutta la società civile.

    Un nuovo impegno sindacale
    A partire dai prossimi mesi sarà accentuato il ruolo sindacale dell’organizzazione nella tutela delle pensioni e del welfare, nelle difficili vertenze per la salute, a difesa dei diritti delle persone non autosufficienti.

    “Vogliamo evitare – si legge nel documento preparatorio alla stagione congressuale – che le politiche sociali siano il target del tiro a segno degli strali delle ricorrenti leggi finanziarie. Crediamo piuttosto che esse siano indispensabili alla tenuta della necessaria coesione sociale del paese e che senza tutela delle fasce deboli l'Italia non potrà garantirsi i presupposti dello sviluppo possibile. In primo luogo saremo insieme a tutta la complessa rappresentanza degli anziani e dei pensionati per garantire i livelli essenziali di assistenza alle tantissime persone non autosufficienti che subiscono una drammatica emarginazione. L'anziano è davvero una grande risorsa sociale in una fase in cui le giovani generazioni si vedono chiuse le porte del mercato del lavoro, ma la loro difesa è ancora più necessaria quando la risorsa si esaurisce e la società emargina le persone anziane”.

    Questo lavoro evidentemente percorrerà i territori, comunità per comunità. A livello locale aumenterà l’impegno della Fap Acli nelle difficili vertenze per la salute rese drammatiche dai tagli alle strutture sanitarie ed ospedaliere mentre in tanta parte del paese non decollano i servizi territoriali di prevenzione e cura. La nuova stagione di crisi finanziaria degli enti locali mette, infatti, in dubbio le conquiste sul piano dei trasporti mentre la qualità della vita delle persone anziane e delle fasce deboli della società non trova la giusta considerazione nell'elenco delle priorità dei piani sociali di zona costretti a dolorose selezioni.

    Lavoro, pensioni, lotta alla povertà
    I redditi da pensione hanno perduto il 30% del potere d’acquisto. Si dice che non saranno più ritoccate. Ed invece andrebbero almeno rivalutate all’inflazione reale che ha massacrato gli assegni negli ultimi anni. “Bene la riduzione dell’Irpef per i dipendenti di fascia medio bassa – si specifica ancora nel documento – ma bisogna prevedere anche detrazioni per le famiglie che risultano più in difficoltà, per l’assistenza agli anziani, ai malati e ai disabili, e per quelle con carichi maggiori”. La Fap appoggia e promuove la campagna Acli “La forza (del) lavoro” e quella sul Reis “Reddito di inclusione sociale”.
    “Inoltre chiediamo: quali politiche socio-sanitarie si pensa di realizzare in un paese che, come il nostro, invecchia ogni giorno di più?”.

    Manca la legge sulla non autosufficienza
    L’Italia è rimasta da sola, in Europa, a non contare su un fondo sociale per aiutare le famiglie che hanno al loro interno persone non autosufficienti. Sono anni che si attende una legge che dovrebbe riguardare all’incirca 3 milioni di italiani, il 60% dei quali anziani. “Oggi e nel futuro il sistema di welfare locale non potrà garantire neppure gli attuali livelli di spesa, lasciando scoperte delle quote di popolazione in condizioni di vulnerabilità”. Il peso ricade, come è ben noto, sulle famiglie che si fanno carico, come riescono, della situazione. Nel contempo l’assistenza residenziale in Italia è molto diversificata da regione a regione. La nostra è tra quelle con maggiore copertura dei bisogni attraverso l’assistenza domicialiare e le strutture diurne o residenziali.

    “Tuttavia vogliamo ribadirlo con chiarezza: l’allungamento della vita rappresenta un grande fattore di sviluppo. Non a caso le Acli pensano al welfare come importante promotore di crescita e di sviluppo per il paese, nella prospettiva di offrire risposte adeguate ai bisogni e rilanciare l’occupazione. La qualità di una società – scrive papa Benedetto XVI -, anzi vorrei dire di una civiltà, si giudica anche da come gli anziani sono trattati e dal posto loro riservato nel vivere comune”.

    Non ci sono più i pensionati di una volta
    Gli over 65 in Italia sono il 21 per cento dell’intera popolazione, ma rappresentano una percentuale ben più ampia tra gli elettori alla Camera e al Senato. I partiti se ne sono accorti, tuttavia l’approccio più diffuso verso gli anziani è di chi pensa a loro come ad un serbatoio di voti, da conquistare alimentando le paure e diffidenze. I più sono convinti che l’orientamento di voto lo possano dare gli altri adulti della famiglia.

    Un terzo del corpo elettorale non può essere trattato così. E infatti inizia a cogliersi in giro le reazioni e le resistenze a questo discutibile sistema. Soprattutto in nome del principio dell’invecchiamento attivo, che sempre più persone cominciano a condividere e praticare. Pensionati, istruiti, in discreta salute, con parecchi anni davanti a sé, che scelgono stili di vita sani, che coltivano interessi d’ogni genere e danno dignità a tutte le dimensioni di un’età che è come le altre.

    Ebbene, al fondo del principio dell’invecchiamento attivo c’è la consapevolezza che esso non riguarda solo la vita individuale, ma anche quella comunitaria, sociale, politica. I nuovi anziani vogliono dedicarsi in modo continuo e sistematico alla “ cosa pubblica “, a volte nella direzione, sempre nella partecipazione. Credono che la nostra repubblica si fonda sul lavoro, provenendo essi stessi da una lunga esperienza lavorativa, e conoscono il dramma della disoccupazione vissuto dai figli.

    Dialogo tra le generazioni
    ''E proprio in questo contesto - ha ricordato ancora papa Ratzinger - che gli anziani sono un valore per la società, soprattutto per i giovani. Non ci può essere vera crescita umana ed educazione senza un contatto fecondo con gli anziani, perché la loro stessa esistenza è come un libro aperto nel quale le giovani generazioni possono trovare preziose indicazioni per il cammino della vita''.

    Auspicare l’“invecchiamento attivo” senza porsi i problemi che riguardano i giovani sarebbe limitativo, parziale, inadeguato con il rischio di lasciar crescere un conflitto intergenerazionale dagli esiti imprevedibili.

    Per risolverlo, in una diffusa e crescente condizione di precarietà, di bassi salari e compensi per i giovani, occorre innanzitutto porsi il drammatico problema della tenuta del sistema di solidarietà, ma anche della assoluta inconsistenza delle pensioni che verranno per i giovani di oggi.

    La nostra sfida
    Tutte queste riflessioni si inseriscono in quelle maturate dal sistema associativo delle Acli che attraverso le sue diverse realtà può rappresentare una via di risposta ai bisogni e un luogo di protagonismo sociale.

    Dal turismo allo sport, dall'agricoltura e gli orti sociali, dalle cooperative di consumo alle nuove esperienze di housing sociale, dalla formazione continua al volontariato internazionale fino ai grandi e forti servizi di assistenza previdenziale e fiscale, si tratta di piste consolidate su cui percorrere un cammino nuovo di solidarietà.

    Dal punto di vista più concreto le azioni svolte (di cui abbiamo anche dato riscontro nel precedente numero di questa rivista), esse sono tutte orientate alla promozione del benessere, del protagonismo sociale, del buon vivere e dell’aggregazione.

    “Per costruire una società per tutte le età, bisogna favorire un largo coinvolgimento della società civile nei processi decisionali; noi, con una proposta di impegno associativo e volontario, vogliamo coinvolgere gli anziani nella ripresa del paese. Bisogna rottamare gli evasori, i privilegiati, gli imbroglioni e far spazio a persone nuove, giovani e perché no anche anziani”.

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    Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

    Giorgio La Pira