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Sul consumo del suolo Veneto

    Sul consumo del suolo Veneto

    Consumo del suolo: la cementificazione continua a crescere in modo significativo e la nostra regione supera di tre punti la media nazionale. Stavolta a certificarlo è l’annuale aggiornamento del rapporto stilato da Ispra che raccoglie i dati dalle varie Arpa.
    In linea generale, in realtà si segnala un rallentamento a livello nazionale e veneto del consumo di suolo, dovuto all’effetto prolungato della crisi economica e alla sostanziale stabilità demografica più che all’attuazione di politiche di tutela.

    Se la provincia scaligera è quella in cui si è costruito in assoluto di più, Padova, Treviso e Venezia si distinguono per essere tra le peggiori d’Italia sia in termini assoluti di suolo consumato, sia come percentuale della propria estensione territoriale. Insomma, si costruisce tanto, troppo e soprattutto ovunque.

    Nella provincia di Treviso i valori più alti si registrano nel capoluogo (33%) e nella cintura di comuni limitrofi: Casier (31%, ottavo peggior comune dell’intera regione), Villorba (25%) e Preganziol (23%). Di tutto rilievo anche San Vendemmiano (24%) che ormai forma un unico agglomerato urbano con Conegliano.

    “Il consumo di suolo lo vediamo e lo tocchiamo quotidianamente proprio nei luoghi in cui viviamo – commenta Andrea Citron, presidente provinciale Acli -. Il Veneto è indubbiamente una delle regioni più belle d’Italia e tra le maggiormente cementificate. Non basta più lanciare l’allarme, ma occorre percorrere la strada dell’informazione per alimentare un cambiamento culturale capace di contrastare il fenomeno e puntare la prua verso la bellezza, che è alla base di un’economia futura sostenibile".

    Va posto uno stop alla costruzione di mega insediamenti per dar vita invece a ecoquartieri con l’obiettivo di rigenerare le periferie. La riqualificazione del patrimonio edilizio esistente e una mobilità nuova sono indispensabili per uscire dalla morsa di traffico e dallo smog. Sono sfide non rinviabili per uscire dalla crisi e rendere attraente, efficace e più semplice l'investimento nella città”.
    Non sono più rinviabili la prioritaria messa in sicurezza del territorio contro il dissesto idrogeologico e una pianificazione ambientale che, facendo i conti con il cambiamento climatico e risorse naturali sempre più limitate, favorisca rigenerazione urbana e nuovi stili di vita tendendo a obiettivi quali zero rifiuti, zero consumo di suolo, zero carbonio”.


    La cementificazione è di fatto causa oltre che di maggiore quantità di polveri sospese, e dunque di cattiva qualità di aria, dell’innalzamento della temperatura media. La protezione e l’utilizzo razionale del suolo non hanno solamente una importanza ambientale ma contribuiscono alla qualità della vita dei cittadini. La copertura artificiale del suolo, e in particolare la sua impermeabilizzazione, rende le città vulnerabili alle precipitazioni straordinarie, riduce gli spazi destinati alle attività ricreative e aumenta la quantità di polveri sospese in atmosfera. Inoltre, creando nuove superfici riflettenti, è responsabile dell’effetto “isola di calore” cioè l’incremento delle temperature locali. Quest’ultimo fenomeno è particolarmente avvertibile in questi giorni, tanto che secondo i meteorologi  quella a Treviso sarà una delle estati più torride dell’intera Penisola.

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    Giorgio La Pira