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Ma ci interessa quello che respiriamo?

    Ma ci interessa quello che respiriamo?

    Rapporto Air Quality 2014: l’inquinamento è ancora a livelli preoccupanti

    Ancora non registriamo i livelli di allerta di alcune città cinesi o indiane ma anche nel nostro paese ormai ozono e polveri sottili rendono l’aria sempre più “velenosa”. Tanto che, secondo i dati dell’Agenzia europea per l’ambiente, l‘Italia ha il record negativo di 3.377 decessi legati all’ozono, mentre si assesta in seconda posizione con 64 mila vittime dietro la Germania per quanto riguarda le morti dovute alle polveri sottili. Insomma, ancora una volta il Rapporto Air Quality 2014 certifica, se ce n’era bisogno, che l’aria è troppo inquinata: oltre il 90% dei cittadini delle aree metropolitane europee è esposto a livelli di pm2,5 e ozono superiori a quelli indicati dall’organizzazione mondiale della sanità. E per il nostro paese lo scenario è assolutamente preoccupante.

    Vengono così messi a nudo i problemi cronici legati allo stato di salute della qualità dell’aria in Italia, inserendo sotto la lente di ingradimento gli inquinanti più pericolosi: per il monossido di carbonio, ad esempio, le nove stazioni di misura in Europa che hanno superato il limite di legge sono tutte ubicate nel nostro paese.

    Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell'Aea, ha affermato presentando il rapporto: "L'inquinamento atmosferico sta causando danni alla salute umana e agli ecosistemi. Un'ampia parte della popolazione non vive in un ambiente sano secondo gli standard attuali. Per avviare un percorso che porti alla sostenibilità, l'Europa deve essere ambiziosa e rendere più severa  l'attuale normativa".

    Il commissario all'ambiente Janez Potočnik dal canto suo ha aggiunto: "Per molte persone la qualità dell'aria costituisce una della maggiori preoccupazioni. Gli studi dimostrano che un'ampia maggioranza dei cittadini è consapevole dell'impatto sulla salute e chiede alle istituzioni di intervenire a livello europeo, nazionale e locale, anche in tempi di austerità e difficoltà. Sono pronto a dare una risposta a queste preoccupazioni attraverso il prossimo riesame della qualità dell'aria della Commissione”.

    MOLTO DA FARE
    “I dati dell’Aea – ha dichiarato Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente – sono un’ulteriore conferma che tra le principali cause che minacciano la salute delle persone e la salvaguardia dell’ambiente c’è sicuramente l’inquinamento atmosferico. Una emergenza che colpisce il nostro paese ormai da troppo tempo con l’area della pianura Padana ancora una volta tra le più critiche d’Europa”.

    “E’ chiaro che le criticità del bacino padano, a causa di condizioni metereologiche e orografiche particolarmente sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti atmosferici, rendono ancora più problematico il raggiungimento degli obiettivi imposti dalla legislazione – ha sottolineato l’assessore regionale all’ambiente Maurizio Conte, intervenendo al parlamento europeo durante una conferenza sul tema lo scorso novembre -. A ciò si deve poi aggiungere il fatto che rappresentiamo una delle aree più densamente popolate ed industrializzate d’Europa”. L’assessore ha anche parlato delle politiche del Veneto per la gestione della qualità dell’aria e delle più recenti iniziative per ridurre le emissioni inquinanti nei settori della mobilità del riscaldamento, della produzione di energia e delle attività agricole.

    Sono del resto molte le storie di successo nella riduzione delle emissioni di inquinanti atmosferici raccolte dal rapporto; ad esempio, le emissioni di diossido di zolfo delle centrali elettriche, dell'industria e del trasporto sono state ridotte negli ultimi dieci anni, comportando una riduzione dell'esposizione. La progressiva eliminazione del piombo, inquinante ritenuto responsabile di problemi dello sviluppo neurologico, dalla benzina ha determinato una diminuzione delle concentrazioni di piombo in atmosfera.

    CRESCE UNA COSCIENZA ECOLOGICA
    “Cominciamo con l’educazione dei più giovani e dei nuovi cittadini immigrati, insistendo sul valore del bene comune e sul rispetto degli spazi pubblici, sulla gestione consapevole dei rifiuti, sui comportamenti personali per una maggiore impronta ecologica: per esempio, l’uso della bicicletta, il car sharing, l’auto spenta quando si è fermi in sosta, l’alimentazione più attenta al ciclo della produzione e dunque con minore consumo di proteine animali. Evitiamo le combustioni incontrollate a cielo aperto. No ai negozi con il condizionamento d’aria calda o fredda al massimo e le porte di ingresso sempre aperte" sottolinea Andrea Citron, presidente provinciale Acli.

    "Dobbiamo insistere con gli incentivi per le auto più inquinanti, per  il cambio delle vecchie caldaie, oltre a promuovere tutte quelle soluzioni che permettono di ridurre il traffico o privilegiano i mezzi a trazione a metano e a gpl. Le zone a traffico limitato non sono una “sciagura” ma una reale possibilità di migliorare la qualità complessiva della nostra vita ed anche il fascino delle nostre città. I pellets e i legnami bruciati nelle case devono essere verificati evitando di bruciare prodotti a basso costo di dubbia provenienza, spesso prima causa del preoccupante innalzamento di uno dei più terribili inquinanti, il benzoapirene. I controlli sugli ecofurbi vanno aumentati ed ancor più incrementate le sanzioni. Gli inceneritori e i cementifici che bruciano rifiuti rappresentano un problema serio per il nostro territorio mancante di un ricambio naturale d’aria".

    "Mettiamoci in testa – conclude Citron – che qualcosa si può e si deve fare, anche nelle piccole scelte quotidiane. Incalziamo i nostri politici ed amministratori a tutelare la nostra salute, togliendo loro l’alibi della crisi per non prendere decisioni sì difficili e impopolari ma ormai necessarie. Dimostriamoci finalmente dei cittadini consapevoli e giustamente preoccupati per il futuro dei nostri figli”.

    Papa Francesco ce lo ha ricordato in occasione della Giornata della custodia del Creato: “In primo luogo, viviamo con terrore l’inquinamento, che in vaste aree del pianeta si fa sempre più pervasivo. Non sempre le attività produttive sono condotte con il dovuto rispetto del territorio circostante. La sete del profitto, infatti, spinge a violare tale armonia, fino alla diffusione nell’ambiente di veri e propri veleni. Con situazioni estreme, che diventano purtroppo fonte di tumori. Non sempre ci accorgiamo subito di questa violenza contro il territorio. Anzi, spesso è mistificata ed altre volte viene addirittura giustificata. Ma la custodia del creato è fatta anche di una chiara denuncia nei confronti di chi viola quest’armonia del creato. È una denuncia che spesso parte da persone che si fanno sentinelle dell’intero territorio, talvolta pagando di persona. Siamo loro profondamente grati, perché ci hanno insegnato un metodo: ci vuole sempre qualcuno che, come sentinella, coglie per primo i problemi e rende consapevole tutta la comunità della gravità della situazione. Specie davanti ai rifiuti. Chi ha tristemente inquinato, deve consapevolmente pagare riparando il male compiuto”.

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    Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

    Giorgio La Pira