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Dopo il 730: ecco le tappe per chi non l’ha fatto o l’ha sbagliato

    Dopo il 730: ecco le tappe per chi non l’ha fatto o l’ha sbagliato

    Fonte: www.caf.acli.it

    Per chi non ha presentato il 730 (e doveva), oppure per chi l'ha fatto, ma con degli errori, la campagna fiscale 2025 prevede altre tappe ad ottobre ed oltre. Se è vero ad esempio che gli errori commessi nel 730 possono essere recuperati col 730 integrativo entro il 25 ottobre, è però altrettanto vero che questo principio vale solo per alcuni errori: non tutti infatti possono essere recuperati con quel modello. A tal riguardo, l’altra faccia del 730 si chiama modello REDDITI correttivo e va presentato (nei termini) entro il 31 ottobre 2025. Volendo, la presentazione potrebbe avvenire anche più tardi, ma sarebbe in quel caso un REDDITI integrativo.

    Il ricorso al 730 integrativo è dunque limitato alla correzione o integrazione di errori/dimenticanze che siano andati a scapito del contribuente: errori cioè da cui siano scaturite situazioni involontarie e svantaggiose come un’imposta maggiore del dovuto o anche un credito minore del dovuto. In questi casi, appunto, la consegna tramite CAF del 730 integrativo entro il 25.10 riparerà all’“ingiustizia” riportando le cose in pari, vantaggiosamente per il contribuente.

    Quando invece è il contribuente a dover aggiustare qualche errore od omissione commessi a proprio vantaggio nel 730, la strada da percorrere è allora quella della dichiarazione correttiva nei termini, vale a dire un Modello REDDITI da presentare entro il termine canonico del 31 ottobre. Dopo tale scadenza, la presentazione riparatrice del REDDITI sarà comunque valida, ma ci si muoverà stavolta nell’ambito della dichiarazione integrativa, non più correttiva nei termini. Il ricorso, perciò, alla correttiva nei termini è d’obbligo per quegli errori che, a differenza di quelli “appianati” nel 730 integrativo, hanno procurato al contribuente un vantaggio non dovuto, e cioè un’imposta più bassa o un credito maggiore di quello effettivo.

    Come si può vedere, 730 integrativo da una parte e REDDITI correttivo dall’altra, presentano due situazioni speculari e opposte: al primo si ricorre in caso di redditi dichiarati erroneamente in misura maggiore oppure di alcuni oneri detraibili dimenticati o dichiarati solo in parte; al secondo, invece, si ricorre esattamente nei casi opposti, cioè per sanare redditi omessi o dichiarati in forma minore oppure per correggere eventuali oneri detraibili “gonfiati” rispetto alle spese realmente sostenute. Passata poi la scadenza del 31 ottobre, la dichiarazione col REDDITI diverrà integrativa, e a quel punto potrà essere impiegata in entrambi i casi, cioè per sanare sia gli errori commessi a proprio favore che quelli commessi a proprio sfavore (fermo restando, in quest’ultimo caso, che non sia stato fatto prima il 730 integrativo).

    Il REDDITI però, a parte questa sua funzione di ciambella di salvataggio a correzione degli errori commessi nel 730, è anche la ruota di scorta cui si può ricorrere casomai il contribuente, pur obbligato a presentare il 730, avesse “bucato” l’appuntamento del 30 settembre. In tal caso sarà dunque necessario osservare l’obbligo fiscale ripiegando entro il 31.10 sulla seconda chance del Modello REDDITI. La non presentazione della dichiarazione entro il 31.10, darà infine l’opportunità di presentarla comunque tramite un modello tardivo REDDITI entro 90 giorni dalla scadenza, commisurando però, a seconda del ritardo, le sanzioni e gli interessi applicati col ravvedimento operoso non solo sul mancato versamento d’imposta (qualora l’esito fosse a debito), ma anche per la mancata consegna della dichiarazione nei termini stabiliti.

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    Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

    Giorgio La Pira