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Pasqua 2018: la nostra coscienza, la libertà e la speranza

    Pasqua 2018: la nostra coscienza, la libertà e la speranza

    Mentre l'uomo tende sempre a collocare Dio in alto, lì dove da solo non riuscirebbe ad arrivare, quando Dio ha voluto farsi conoscere è sceso in basso nella vita di un uomo, Gesù di Nazaret, che si mescolava agli emarginati e ai cattivi del suo tempo. L'uomo pensa di onorare Dio rinchiudendolo nei templi, ma Dio ci chiede di accoglierlo tra noi. Ecco alcuni stralci di meditazioni in tempo pasquale, che valgono sempre.

    “La Quaresima è un tempo adatto per la spogliazione; e ci farà bene domandarci di quali cose possiamo privarci al fine di aiutare e arricchire altri con la nostra povertà. Non dimentichiamo che la vera povertà duole: non sarebbe valida una spogliazione senza questa dimensione penitenziale. Diffido dell’elemosina che non costa e che non duole”.
    Papa Francesco, messaggio per la Quaresima 2018

    Il segno della carità rimane del tutto limitato se non raggiunge la coscienza di ciascuno, se non ci sprona a uscire dai nostri incancreniti egoismi, se non alimenta un modo di vivere capace di nutrire la speranza a partire dai gesti più quotidiani di comprensione e aiuto nelle nostre famiglie, tra le nostre famiglie, con le famiglie più povere, con coloro che non hanno più alcuna famiglia”.
    Verso la Pasqua 2018, mons. Francesco Beschi

    “Pasqua è voce del verbo ebraico 'pèsah', passare. Non è festa per residenti, ma per migranti che si affrettano al viaggio. Da non credente vedo le persone di fede così, non impiantate in un centro della loro certezza ma continuamente in movimento sulle piste. (…) Ogni volta che è Pasqua, urto contro la doppia notizia delle scritture sacre, l’uscita d’Egitto e il patibolo romano della croce piantata sopra Gerusalemme. Sono due scatti verso l’ignoto. Il primo è un tuffo nel deserto per agguantare un’altra terra e una nuova libertà. Il secondo è il salto mortale oltre il corpo e la vita uccisa, verso la più integrale resurrezioni. (…) Allora sia Pasqua piena per voi che fabbricate passaggi dove ci sono muri e sbarramenti, per voi apertori di brecce, saltatori di ostacoli, corrieri ad ogni costo, atleti della parola pace”.
    Pèsah, Erri De Luca

    “Vorrei che il mio augurio, invece che giungervi con le formule consumate del vocabolario di circostanza, vi arrivasse con una stretta di mano, con uno sguardo profondo, con un sorriso senza parole! Vorrei togliervi dall'anima, quasi dall'imboccatura di un sepolcro, il macigno che ostruisce la vostra libertà, che non dà spiragli alla vostra letizia, che blocca la vostra pace. Posso dirvi però una parola. Sillabandola con lentezza per farvi capire di quanto amore intendo caricarla: 'coraggio'! La risurrezione di Gesù Cristo, nostro indistruttibile amore, è il paradigma dei nostri destini. La Risurrezione. Non la distruzione. Non la catastrofe. Non l'olocausto planetario. Non la fine. Non il precipitare nel nulla. (…) Il Signore è risorto proprio per dirvi che, di fronte a chi decide di 'amare', non c'è morte che tenga, non c'è tomba che chiuda, non c'è macigno sepolcrale che non rotoli via”.
    Don Tonino Bello

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    Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

    Giorgio La Pira