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Gli Armeni e il genocidio: incontro a Moriago il 16 marzo

    Gli Armeni e il genocidio: incontro a Moriago il 16 marzo

    Continua la riflessione sulle minoranze del Circolo Acli Quartier del Piave. Dopo la recente visita organizzata a Venezia sulle tracce degli albanesi, armeni, dalmati e greci della Serenissima, o la testimonianza nel 2017 del prof. Angelo Picot sull'esodo dei Giuliano-dalmati, quest'anno il circolo approfondisce il genocidio armeno.

    Con questo episodio storico ci si riferisce alla grande persecuzione avvenuta durante la Prima guerra mondiale, tra il 1915 e il 1916, contro la popolazione cristiana dell'Armenia occidentale, vittima delle deportazioni e dello sterminio sistematico perpetrato dall'Impero ottomano, che causò circa 1,2 milioni di morti. Secondo lo storico polacco Raphael Lemkin (che ha coniato il termine genocidio) è stata la prima volta che uno Stato ha pianificato ed eseguito sistematicamente l'eliminazione fisica di un popolo.

    Eppure ancora oggi la Turchia non riconosce ufficialmente il genocidio e riconduce questi massacri all’interno della Prima guerra mondiale, negando un piano specifico di sterminio. Uno sterminio che mirava a creare un Paese abitato soltanto da turchi, eliminando le minoranze presenti all'interno dell'Impero Ottomano, ma non che non è riuscito a cancellare una cultura millenaria, che si è diffusa e ha lasciato le sue tracce un po' in tutto il mondo. Anche nelle nostre vicinanze: basti pensare all'isola di San Lazzaro degli Armeni nella laguna veneziana, sede di un antico monastero ed ex lebbrosario della Serenissima.

    L'appuntamento è venerdì 16 marzo alle ore 20.30, presso la sala della Biblioteca comunale di Moriago della Battaglia, con l'incontro pubbico "Gli Armeni e il genocidio". Interverrà il prof. Alberto Peratoner dell'Università di Padova, filosofo, docente della Facoltà teologica del Triveneto e amico della comunità armena.

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    Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

    Giorgio La Pira