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Il 5x1000 moltiplica la solidarietà

    Il 5x1000 moltiplica la solidarietà

    Non si tratta solo di numeri, di iniziative, di progetti realizzati, di restituzione al territorio e a chi, con fiducia, ha firmato il 5x1000 alla nostre Acli. Non è solo questo, benchè sia già moltissimo. Perché, dietro alle tabelle, agli obiettivi conseguiti, alle persone raggiunge, ci sono volti, storie, emozioni, percorsi, relazioni costruite quotidianamente da chi ogni giorno “abita” la nostra associazione come utente, volontario, socio, dipendente, dirigente.

    Il 5x1000 di fatto è l’occasione concreta che abbiamo per dimostrare la nostra utilità sociale, la capacità di essere vitali dentro alle comunità, generativi di proposte, occasioni, servizi, necessari per favorire inclusione e benessere.

    Dentro ai quattro ambiti in cui abbiamo scelto da quest’anno di impegnarci - cittadinanza attiva, immigrazione, giovani e lavoro, nuove povertà – non c’è solo l’impegno, la passione, la visione di futuro, la spinta innovativa, ma anche (e forse soprattutto) lo sforzo di mantenere vivi i legami nei circoli e nelle parrocchie, di sostenere le iniziative che nascono dalla gente convinti che in questo modo sia più facile attivare risorse e potenzialità oltre che rispondere ai reali bisogni delle persone. La metafora dell’orto da coltivare è calzante: i quattro ambiti sono i terreni da dissodare, lavorare, irrigare, per permettere che producano frutti in termini di servizi e di partecipazione, di consapevolezza e di democrazia.

    A Treviso sono numerose le iniziative consolidate negli anni che grazie al contributo del 5x1000 si riescono a mantenere vive: lo sportello di informazione sull’amministratore di sostegno, i corsi di lingua italiana per stranieri, gli incontri sulla famiglia e sull’educazione dei figli. Quest’anno in particolare abbiamo potuto realizzare la mostra fotografica “Dentro l’esodo” curata dal reporter Emanuele Confortin, reportage sulla via dei migranti, e sostenere diverse feste in occasioni importanti come il primo maggio.

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    Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

    Giorgio La Pira