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Ezio Aceti a Cornuda sull'educazione dei bambini

    Ezio Aceti a Cornuda sull'educazione dei bambini

    "Curate con i vostri figli una seria educazione emotiva e non lasciateli soli. Siate più consapevoli dei bambini, dovete conoscerli di più. Loro se la caveranno nel futuro non se sapranno tutto ma se sapranno relazionarsi con tutti". Così Ezio Aceti ha esortato i genitori che hanno partecipato il 26 aprile al convegno organizzato dal Circolo Acli di Cornuda sulle sfide dell'educazione dei bambini. "Quali sono le cose vere? Che siamo in relazione, programmati per amore perché l'amore si educa, il vero genera gioia, è sempre possibile ricominciare, serve il "terzo orecchio".

    “Per cominciare – ha esordito Aceti – voglio proporvi una breve storia della famiglia. Un tempo essa si declinava in alcune caratteristiche: innanzitutto era patriarcale, le norme e le regole erano ben chiare a tutti; c'era coerenza educativa; si educava anche al sacrificio, come bene primario; i legami erano forti e forzosi; il futuro segnato dalla speranza (dalla voglia di crescere, di diventare adulto). Oggi invece: le emozioni sono messe a paradigma di ogni fatto nella vita; c'è pluralismo educativo e scoraggimento; i legami sono deboli e fragili (aumentando il senso di solitudine); la nostra epoca è stata definita “delle passioni tristi”; la solitudine e la crisi della società stanno sotto gli occhi di tutti".

    Insomma, la famiglia oggi è sempre più sola e tutti ci sentiamo un po' più smarriti”. Del resto, il legame tra la famiglia e la società si è infranto. La società: non considera la famiglia come la sua base principale (salvo poi usarla quando serve); al centro mette il singolo con i suoi desideri (e chi grida, di solito, ottiene di più); le emozioni governano tutte le scelte.

    Questo legame infranto ha prodotto un aumento della rottura dei matrimoni; la diminuzione delle nascite; la fragilizzazione dei rapporti in famiglia, tra coniugi; la pluralità, spesso effimera, superficiale, dei legami stessi.

    “Se la società continua a non investire sulla famiglia, la famiglia diventa più esile, più fragile; le persone sono in balia delle emozioni; la società stessa ne risente. E' questo il circolo vizioso che si instaura ed il cui meccanismo deve essere interrotto – spiega Aceti -. Lo vediamo bene in tutti quei figli che fanno fatica a stare nella realtà, hanno 14 anni anagrafici ma 7 anni per autonomia emotiva. In altre parole, sono intelligenti ma carenti sul piano delle emozioni, perchè non le hanno conosciute in profondità, elaborate, riflettute”. Serve, a giudizio dell'esperto, un colpo d'ala: “Nella spe salvi, al primo capitolo, Benedetto XVI lo scrisse chiaramente: l'essere umano è l'intreccio tra la dimensione umana e quella divina; in lui ci sono anche i cromosomi di Dio, solo che i genitori si sono dimentica di dare ai figli il senso di questo legame, di questa profondità”. Nonostante tutte le fatiche, in qualsiasi situazione potrà trovarsi, la famiglia non crollerà mai perchè rappresenta una verità fondamentale della vita: è il luogo delle relazioni, dell'esercizio costante dell'amore, del vero (che genera gioia), della misericordia (dove è sempre possibile ricominciare), del trascendente (del terzo orecchio).

    “Noi siamo tutti programmati per l'amore che richiede coraggio ed impegno. L'amore è sempre possibile: questo è il messaggio imprescindibile che la famiglia porta alla società. E l'amore consiste non tanto nell'essere o nel fare tutto in modo perfetto ma nel mettercela tutta in quello che si è e si fa”.

    La famiglia raccoglie in sé la storia e lancia sul futuro: tiene il legame con il passato – i nonni – e guarda al domani. La cura dei legami in famiglia, dunque si educa nel tempo: si impara la socialità ed anche il sacrificio (che poi significa trasformare sé stessi per un bene più grande); si esercita l'arte dell'ascolto reciproco, del confronto, del dialogo. E' una palestra di gratuità in cui si prende atto dei pensieri dell'altro (esercizio all'ascolto), si impara a diventare degni dell'affetto (si è voluti bene per il semplice fatto di essere, di esistere; esercizio del sostegno); si offre un senso e un controllo della vita (esercizio della verità); si crea un'immagine positiva di sé stessi (esercizio della testimonianza e della gioia). “In fondo – sottolinea Aceti – l'obiettivo di tutti i genitori è che i figli abbiano sufficiente stima di sé e che sappiano rapportarsi bene con gli altri”.

    La famiglia è, in questa prospettiva, l'anima della società, che va sostenuta in molti modi, innescando un “circolo virtuoso” che l'esperto definisce “possibile”: “La società deve essere a servizio della famiglia. Come? Promuovendo scuole permanenti alla genitorialità; politiche che tutelino la maternità; scuola ed educazione che sviluppino legami duraturi”. Dal canto suo, la famiglia è amica della società: quando il welfare è lo specchio della solidarietà vissuta in famiglia; la politica e il lavoro comune sono lo specchio della giustizia e del sacrificio sperimentato in famiglia; aumenta la speranza. “Viviamo un tempo complesso e difficile – conclude Aceti –; possiamo seguire i “profeti di sventura”, scoraggiarci, lamentarci... oppure possiamo trovare nella crisi i germi di novità e riscoprire la forza delle nostre famiglie di cui spesso non siamo nemmeno coscienti”

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    Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

    Giorgio La Pira