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Lo sport che vogliamo: per tutti, aggregativo e solidale

    Lo sport che vogliamo: per tutti, aggregativo e solidale

    Rinnovo ai vertici dell’Unione Sportiva Acli, che si riunisce a Congresso il prossimo 28 gennaio.

    Saranno presenti alla tavola rotonda anche Silvia Marangoni, undici titoli mondiali di pattinaggio di figura nella specialità “inline", e Volontarinsieme - CSV Treviso. 

    Claudia Ceron, presidente uscente: “La sfida oggi è rendere lo sport sempre più sociale, culturale, educativo, solidale e responsabile”.

    Lo sport è una passione, in particolare quando lo si vive in relazione con gli altri come luogo di amicizia e di incontro. Questa la sintesi dell’esperienza che Claudia Ceron, presidente uscente dell’Unione Sportiva Acli, fa propria al termine del suo mandato scegliendo anche di rilanciarla sul prossimo futuro e mettendola dunque al centro del IX congresso provinciale.

    BILANCIO E RILANCIO
    Quattro anni intensi, gli ultimi, non esenti di difficoltà e ostacoli, ma anche arricchenti di nuove relazioni ed opportunità.
    L’U.S. Acli di Treviso conta oggi oltre 3.600 associati – tra i tre e i novantasei anni – e 46 società affiliate che praticano oltre una ventina di discipline sportive. Numerose le iniziate che sono state patrocinate – dalle gare di atletica alle manifestazioni di ballo, ginnastica, pattinaggio, dalle marce podistiche alle arti marziali – oltre agli eventi direttamente organizzati dall’unione sportiva, come la festa provinciale dello sport giunta ormai alla terza edizione, o il campionato nazionale maratona dentro alla Treviso Marathon. Diverse le occasioni formative, tra cui quella sull’utilizzo del defibrillatore e le campagne come “Uno sportivo si mette in gioco”.

    “Continuiamo ad essere una realtà importante, consolidata e attiva nella promozione dello sport per tutti e nel sostegno alle associazioni sportive dilettantistiche iscritte da noi – riflette Ceron -. Facciamo “impresa sociale”, nella misura in cui pensiamo, agiamo, costruiamo sinergie, gestiamo fondi pubblici e diventiamo promotori di moralità e di serietà”.

    E’ ricco il quadro delle proposte delle società dell’U.S. Acli: dai circoli anziani che organizzano gare di bocce, serate di ballo liscio, corsi di attività motoria, servizi di trasporto domiciliare per le visite specialistiche o per le terapie riabilitative, gite culturali, occasioni di incontro e di formazione alle società sportive che allenano i bambini e i ragazzi nelle diverse discipline, contribuendo a far crescere gli adulti di domani, con senso civico e i valori della solidarietà, dell’impegno, del rispetto.

    “Questa occasione congressuale – prosegue Ceron – ci richiede di pensare ad un modello sportivo innovativo, in grado di far crescere la partecipazione sui territori; flessibile e capace di anticipare i nuovi bisogni che altri ancora non intercettano, di individuare piste di lavoro concrete che si adattino alle situazioni locali; di puntare su un forte investimento tecnico educativo ed anche territoriale”.

    Resta fermo che “solo attraverso una buona testimonianza complessiva del nostro agire e nella gestione economica delle società, continuiamo a confermare l’opinione pubblica che riconosce nello sport di promozione sportiva uno strumento indispensabile di welfare, di protagonismo, di inclusione ed integrazione sociale e di benessere”. Del resto “le persone possono dubitare di ciò che dici ma crederanno a ciò che fai “(L. Cass).

    IL IX CONGRESSO
    Il IX Congresso provinciale dell’Unione Sportiva Acli si tiene dunque sabato 28 gennaio 2017 nella sala convegni della Ghirada di Treviso, a partire dalle ore 9.15. Sarà presente anche il presidente regionale Enrico Boni. Durante il congresso sarà eletto il nuovo presidente provinciale, il consiglio, il collegio dei revisori dei conti, i delegati ai prossimi congressi regionale e nazionale. Info tel: 0422 56340

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    Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

    Giorgio La Pira