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Crisi bancarie: collassa il sistema e il fiducia

Crisi bancarie: collassa il sistema e il fiducia

CRISI BANCARIE: COLLASSA IL SISTEMA E LA FIDUCIA
Veneto Banca e Banca popolare di Vicenza sono stati dei pilastri del nostro sistema economico, la loro complessa situazione attuale rappresenta un grave danno per il territorio.
Davide Magagnini, Presidente Lega Consumatori di Treviso 

Quando parliamo di progresso industriale, di sviluppo del sistema economico e finanziario, di crescita del prodotto interno lordo (il famigerato pil), di benessere diffuso tra la popolazione, spesso dimentichiamo di quanto tutto questo sia pervaso in ogni sua parte dall’importante azione propulsiva svolta dal sistema bancario nel suo insieme, che attraverso la creazione del circuito monetario consente all’economia di un territorio di crescere, innovarsi e progredire. Parlando di banche, spesso anche a ragione, siamo portati a considerarle come l’anima nera e perversa della nostra civiltà, dei mostri senz’anima, rapaci e capaci solo di approfittare di ogni cosa nel nome del denaro e del profitto. Se l’immagine precedente in molti casi è più che realistica, è altrettanto vero che senza un solido sistema bancario non potrebbe crescere e svilupparsi alcun sistema economico, tant’è che dove questo è presente in modo poco efficiente e/o fortemente compromesso sia dal punto di vista economico/finanziario che organizzativo, l’industria e l’economia tutta ne risentono in modo significativo, manifestando bassi tassi di crescita, arretratezza tecnologica, difficoltà nel riassorbire la disoccupazione, limitata redistribuzione della ricchezza, che hanno come effetto inevitabile l’aumento della povertà.

Quando parliamo di banche quindi, dobbiamo porci nell’ordine di idee che queste rappresentano un patrimonio del nostro mondo, uno dei pilastri del nostro sistema, uno strumento indispensabile per garantire la coesione tra imprese, lavoratori, cittadini ed ogni istituzione pubblica e privata che partecipa attivamente al bene del nostro paese come del nostro territorio. E’ per questo che la crisi di Veneto Banca e Banca popolare di Vicenza è molto grave, perché va a spezzare più legami.

Com’è ovvio, le due banche non sono gli unici soggetti operanti, quindi non viene a mancare la linfa all’economia del nostro territorio, ma sono il simbolo di una idea di banca che oggi è stata completamente spazzata via dalle note vicende. Erano nate come istituti di credito vicini al mondo che le circondava, alla gente, all’impresa sorta dal nulla nei nostri paesi e campagne che si è poi affermata nel mondo; ancora, erano istituti che per loro natura sfuggivano ai rigidi schemi delle grandi banche nazionali per venire incontro ai bisogni ed alle idee innovative di chi partiva dal nulla per scalare le vette dell’economia mondiale. Oggi questo non esiste più, o ha subito dei correttivi, un po’ per motivi storici ed economici oltre che per le riforme resesi necessarie per adeguare il nostro paese agli standard dei grandi paesi avanzati, ma anche perché le crisi di Veneto Banca e Banca popolare di Vicenza hanno messo in luce l’inadeguatezza di una classe manageriale che si trovava a gestire banche divenute nel tempo sempre più grandi ma ugualmente colme di fragilità sia al loro interno che verso la comunità economica e sociale con la quale si relazionavano.

Pensiamo solo alle modalità secondo le quali veniva concesso il finanziamento - magari anche a coloro che non ne avevano i requisiti – vincolandolo alla sottoscrizione delle azioni della stessa banca, oppure al fatto che fosse la stessa banca – tramite l’assemblea dei soci e su proposta degli amministratori - a stabilire il valore delle quote sociali, quando questo era totalmente sganciato dalla realtà patrimoniale delle stesse banche. La gran parte dei soci di questi istituti di credito erano cittadini comuni, piccoli imprenditori persone che non avevano una grande conoscenza della tematica e che tendenzialmente si fidavano di ciò che gli veniva detto in quanto non avevano strumenti per eccepire. Pensiamo solo al fatto che gli imprenditori azionisti della “prima ora”, quelli che si rifacevano ad una visione “romantica” dell’economia e che avevano gli strumenti per capire quel che stava accadendo, già da diversi anni avevano ritirato gran parte del loro patrimonio. Avevano capito da tempo che si stava incrinando il sistema di fiducia e quel forte legame che fino ad allora era esistito nel tessuto sociale, e che tutto era compromesso.

Oggi viviamo sì una crisi di fiducia, ma è ancor più una crisi di sistema dove ci rendiamo sempre più conto, come Lega Consumatori, di quanto le persone che si rivolgono ai nostri sportelli siano disorientate. Non solo devono far fronte al problema finanziario generato dalla svalutazione del loro patrimonio, ma anche necessitano di un forte supporto psicologico per affrontare il grande disorientamento che una vicenda come questa sta provocando, sia per i cittadini ma anche per il sistema imprenditoriale. Il disorientamento è ancor più forte se pensiamo al fatto che le uniche novità di cui gli azionisti hanno avuto notizia sono che il fondo Atlante (Banca Intesa, Unicredit….) è divenuto il nuovo proprietario delle banche ed ha dato il via ad una fortissima ricapitalizzazione dei due istituti di credito, e che le attuali dirigenze hanno deciso di avviare azioni di responsabilità verso i precedenti amministratori. Pertanto, oltre alle azioni di stabilizzazione patrimoniale e di maquillage istituzionale, ad oggi i vari tavoli di conciliazione più e più volte annunciati dalle due banche non sono mai stati posti in essere, ed ogni tentativo di avere informazioni dalle banche per poter creare azioni concrete per ristabilire il “diritto di credito” di coloro che hanno subito perdite, è stato accantonato.

Di fronte ad una situazione di stallo e di incertezza, ai vari proclami di imminente apertura dei tavoli di conciliazione, la Lega Consumatori di Treviso è al fianco dei risparmiatori e degli azionisti delle due banche con un centro di ascolto presso la nostra sede di Treviso: qui, previo appuntamento, si potrà segnalare la propria posizione, avere un primo riscontro sullo stato delle opzioni in essere e procedere con l’interruzione dei termini di prescrizione.

LA LEGA CONSUMATORI RICEVE SOLO SU APPUNTAMENTO TELEFONANDO IN ORARIO DI UFFICIO AL NUMERO 0422 56340 O SCRIVENDO UNA MAIL A Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

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