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Taglio ai Patronati nella legge di stabilità

    E se, in un giorno, tutte queste sedi chiudessero definitivamente?E se, in un giorno, tutte queste sedi chiudessero definitivamente?

    7 SEDI ZONALI E 24 RECAPITI: E SE NON CI FOSSERO PIU’? Questo è il tempo dell’elogio dell’efficienza e dei tagli agli sprechi; a parere di chi ci governa anche il Patronato dovrebbe rientrare in questo processo di razionalizzazione.

    AL PATRONATO ACLI IN UN'ORA?

    Tuttavia, prima di chiedersi se ha senso o meno mantenere in vita gli enti di Patronato, forse sarebbe importante cercare di capire cosa sono gli enti di Patronato, cosa fanno e a chi si rivolgono.

    Infatti, pur condividendo la necessità di “liberare risorse” da destinare al lavoro (meglio ai lavoratori), siamo davvero certi che sia possibile reperirle attraverso un taglio al fondo dei Patronati? Non dobbiamo dimenticare che si tratta di un fondo alimentato mediate il prelevamento di una quota pari allo 0,226% dei contributi versati dai lavoratori, quindi, ammesso e non concesso che ne legittimassimo la riduzione, dovremmo, per onestà intellettuale, definire questa operazione come un esempio virtuoso di solidarietà tra lavoratori e non una misura di taglio alla spesa. Stando così le cose, permettermi di dire che i gesti di solidarietà dovrebbero essere sorretti, se non necessariamente da generosità e altruismo, quantomeno da consapevolezza.

    E questo richiamo alla consapevolezza vale anche per le migliaia di persone che si rivolgono ai nostri uffici per risolvere delle problematiche complesse che coinvolgono i loro diritti fondamentali costituzionalmente garantiti: come reagirebbe la collettività ad un sostanziale depotenziamento di un “ente giuridico di pubblica utilità”, quali sono i Patronati secondo l’art. 1 della Legge 152/2000?

    Una delle caratteristiche principali del modus operandi del nostro Governo è la comunicazione efficace e trasparente che passa anche attraverso una continua consultazione della base: è stato così per la riforma del terzo settore e per quella della pubblica amministrazione. Ora, ben si comprende l’inopportunità di riservare un trattamento simile al nostro ente che in provincia di Treviso nel 2014 ha seguito 31.564 pratiche, oltre 750 nuove persone ogni mese, per un totale di 100 ore di apertura settimanale al pubblico nelle otto sedi e 50 nei recapiti, più il servizio su appuntamento e il back office. Persone che sono soprattutto pensionati, disoccupati, con problemi di salute, mamme, anziani… e che l’informatizzazione nel rapporto con gli enti previdenziali e gli organi dello Stato non agevolano.

    Un taglio di risorse di queste proporzioni non è affrontabile in maniera ordinaria, se venisse confermato dovremo mettere in atto una ristrutturazione straordinaria ed è chiaro che non potremo più offrire i servizi che assicuriamo oggi. Ma l’aspetto più drammatico è che questi presunti 'risparmi' si pagheranno in termini di minore tutela dei cittadini, un impoverimento per tutti e in special modo per la parte più debole del Paese.

    Laura Vacilotto
    Presidente Patronato Acli Treviso

    PER ALTRI ARTICOLI:
    - Taglio mortale per i Patronati (avvenire, 22.10.2014)
    - Legge di stabilità: Patronati a rischio chiusura (vita.it 22.10.2014)

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