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Tasi, stangata su lavoro, famiglie e commercio

    Al Caf Acli di Treviso il servizio di calcolo della TasiAl Caf Acli di Treviso il servizio di calcolo della Tasi

    Fanno discutere i dati elaborati dalle Acli tramite il centro di assistenza fiscale relativi a tutti i comuni che hanno adottato delibere per fissare le aliquote della Tasi, la nuova tassa sugli immobili.

    Dopo tanti mesi in cui si è discusso, approfondito, argomentato, a settembre sono arrivate le delibere comunali di applicazione della Tasi, la tassa sui servizi indivisibili. E lo scenario emerso è quantomento “aspro” sia a livello nazionale che locale. Il tributo, concentrato soprattutto sull’abitazione principale, è di fatto ricco di aliquote ma povero di sconti. Fatti i calcoli, la tassa sarà più cara dell’Imu 2012 in una città capoluogo su due ed anche per una famiglia su due.

     Sconti Tasi solo in un comune su tre
    “Quasi tutti i comuni che hanno deliberato – si legge nel documento del Caf Acli -, e sono 7.405 su 8.057, hanno scelto di applicare la Tasi (6.508, l'87,89%) inasprendola”.

    L'aliquota media risulta infatti quasi doppia, l'1,949 per mille rispetto a quella standard, all'1 per mille, che verrà invece applicata obbligatoriamente nei comuni che non hanno adottato alcuna delibera entro lo scorso 10 settembre. Addirittura 765 comuni, l'11,75% di quelli che hanno scelto di applicare la Tasi, hanno determinato una aliquota superiore al 2,5 per mille.

    “Valutando nell'insieme le delibere Tasi – ha commentato Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Acli – si percepisce come i comuni, su cui lo stato ha scaricato gran parte degli oneri delle politiche di austerità con i tagli ai trasferimenti statali, si siano rivalsi sui cittadini”.

    Ora, se è ammissibile il principio di una tassazione sugli immobili per finanziare i servizi, cosa ben diversa è la situazione attuale dove i comuni usano l'imposizione fiscale sulla casa quasi come una sorta di bancomat, mettendo in forte difficoltà famiglie e imprese, soprattutto i ceti più deboli.

    Niente progressività nella tassazione
    “Prendiamo il caso delle detrazioni– ha osservato Bottalico - solo poco più di un terzo dei comuni (2.341, il 35,97%) ha ritenuto di dover prevedere delle agevolazioni. Questo è molto grave, contravviene al principio della progressività dell'imposizione fiscale. E se si va a vedere nel dettaglio, le residue agevolazioni sono anche di minore entità”.

    Emblematica è la situazione delle detrazioni sui figli. Nel precedente sistema di tassazione sulla casa erano applicate su tutto il territorio nazionale ed a partire dal primo figlio. Con la Tasi solo poco più di un decimo dei comuni (869, il 13,35%) prevede delle detrazioni extra per i figli e spesso queste detrazioni scattano solo dopo il terzo o quarto figlio. Inoltre, nella metà dei comuni (3.874, il 52,32%) il tributo è esteso anche agli immobili in affitto con la possibilità da parte del comune di far pagare una parte dell'imposta anche agli inquilini.

    “Va evidenziato anche il fatto – ha detto ancora Bottalico - che il calcolo della Tasi risulta molto più complesso e non appare certo andare nel senso di una semplificazione amministrativa”.

    Ripercussioni anche per il lavoro
    A Cortona, nel mese di settembre, le Acli hanno discusso di come rilanciare il lavoro: “Sotto questo profilo – ha ribadito infine il presidente nazionale - non possiamo fare a meno di notare che l'applicazione della Tasi, che funge da addizionale Imu su immobili agricoli (in 4.408 comuni, il 59,53% dei comuni) e commerciali e produttivi di ogni tipo (in 3.649 comuni, il 49,28%) finisce per avere delle ripercussioni su quei comparti come agricoltura, l'artigianato, ristorazione ecc. che vengono indicati come settori capaci di creare nuovo lavoro, e di cui si parla molto in vista dell'Expo 2015 sull'alimentazione. C'è una evidente discrepanza tra gli annunci per il rilancio dell'economia e le dinamiche reali della fiscalità locale”.

    In comune di Treviso un sospiro di sollievo
    Anche la Cgia di Mestre ha lavorato sulle delibere della Tasi arrivando a conclusioni simili a quelle indicate nel rapporto delle Acli: “Nel caso in cui i proprietari di prima casa abbiano un figlio convivente, in un comune capoluogo di provincia su due la Tasi sarà più pesante dell’Imu. Per i nuclei senza figli, invece, la situazione migliora: in due capoluoghi su tre il nuovo tributo sulla prima casa sarà più leggero della vecchia Imu”.

    “Se teniamo conto che nel 2013 la quasi totalità degli italiani non ha pagato l’Imu sulla prima casa – ha dichiarato il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi - gli importi previsti dal nuovo tributo sui servizi indivisibili per l’anno in corso rischiano comunque di mettere in seria difficoltà economica non poche famiglie, soprattutto quelle meno abbienti. Gli unici proprietari di prima casa che possono tirare un sospiro di sollievo sono quelli di Treviso: il loro comune è tra quelli che ha introdotto delle detrazioni particolarmente elevate, grazie alle quali l’imposta in molti casi tenderà a zero”.

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    Una famiglia deve avere una casa dove abitare, una fabbrica dove lavorare, una scuola dove crescere i figli, un ospedale dove curarsi e una chiesa dove pregare il proprio Dio

    Giorgio La Pira